Riflessione sul diritto allo studio
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Il diritto
allo studio al giorno d’oggi, come anche in passato, dovrebbe essere uno di
quei diritti di cui tutti i ragazzi del mondo dovrebbero godere e, soprattutto,
usufruire. In Italia questo diritto è assicurato dall’art. 34 della
Costituzione, massima fonte legislativa, in cui i padri costituenti, a cui è
stato affidato il compito di stilare la Costituzione post referendum popolare
con il quale i cittadini italiani votarono per la repubblica, affermarono
l’accessibilità gratuita all’istruzione e l’obbligatorietà di frequenza
scolastica, riconoscendo l’importanza della scuola nella società. Purtroppo,
ancora oggi, in alcuni Stati del mondo questo diritto non è stato ancora
riconosciuto, raggiungendo tassi di analfabetizzazione superiori anche al 50%!Ne “Il
presente non basta” di Ivano Dionigi, l’autore afferma l’importanza del ruolo
della scuola, che non deve offrire solamente una formazione dal punto di vista
delle competenze, ma anche dal punto di vista umano, compito che niente e
nessuno potrebbe svolgere in maniera migliore; infatti, come afferma Dionigi,
la scuola è una vera e propria fase della vita di ogni ragazzo, diventa quasi
una seconda casa per quest’ultimo, anche se spesso, fin quando ci si trova
all’interno di questa fase, non se ne riconosce l’importanza. Io mi trovo
d’accordo con la tesi enunciata dall’autore del saggio, infatti ritengo che,
con l’avvento della tecnologia, nei ragazzi stiano scomparendo quei valori a
cui già i nostri genitori attribuivano molta più importanza, come per esempio
il concetto di identità culturale, professionale e anche personale. Dionigi
definisce i cittadini della società di oggi come “cittadini digitali”, mettendo
in evidenza, già dal nome a essi attribuito, come l’avvento della tecnologia
abbia stravolto il loro modo di pensare e di comportarsi, ponendo particolare
attenzione alla tematica delle macchine che sostituiscono gli insegnanti e
dell’importanza dei libri. Infatti oggi si pensa spesso che gli insegnanti
possano essere sostituiti dalle macchine, tuttavia così facendo, si dimentica
uno degli aspetti più importanti della scuola, quello della formazione umana. Se
un uomo è pieno di conoscenze, ma privo di valori, potrà anche avere successo
nella vita, ma fallirebbe inevitabilmente come persona.
Altro punto
importante toccato dall’autore è quello dell’importanza dei libri e di come
essi resistano alla smaterializzazione; qui si può notare un’analogia con il
pensiero di due grandi autori della letteratura italiana, quali Ugo Foscolo e
Francesco Petrarca. Il primo, infatti, ne “I Sepolcri” riteneva la scrittura
come ricordo indelebile di un uomo, in grado di resistere nel tempo,
ricordando, nel passare dei secoli, il pensiero e gli ideali di un uomo; il
secondo, invece, mettendo in evidenza la caducità della vita terrena, ritiene
la scrittura l’unico strumento in grado di assicurare la gloria con il passare
del tempo.
Si può
dimostrare la validità della tesi di Dionigi già tra i banchi di scuola, dove
si leggono e studiano opere e documenti vecchi anche mille anni, ma in cui si
possono riconoscere, in maniera sempre più marcata man mano che l’opera è
vicina ai nostri tempi, valori e ideali universali.
Compito
importante della scuola è quello di istruire al dialogo. Dionigi afferma,
infatti, che il dialogo pacifico può avvenire in presenza di culture diverse,
pratica che, se viene a mancare, porta al conflitto. Al riguardo si può fare
riferimento al verso di Dante “fatti non foste a viver come bruti, /ma per
seguire virtute e canoscenza”, dal quale si può vedere come l’uomo, in quanto
dotato di razionalità, non si deve far sopraffare dagli istinti, entrando in
conflitto con gli altri uomini; ciò è possibile solamente se si è dotati di una
certa cultura e istruzione.
Niccolò Caschetto – Classe 5^ T1