martedì 31 maggio 2016

Intervista al nuovo vescovo di Palermo alla vigilia della sua nomina episcopale

Don Corrado Lorefice: a Palermo avrò Modica nel cuore

Ѐ ancora presto quando ci presentiamo al portone della Chiesta di San Pietro. Abbiamo così modo di parlare con Michele, un parrocchiano, che ci racconta con grande emozione come è venuto a sapere che don Corrado sarà presto nominato Arcivescovo. Don Corrado è molto amato e stimato dai suoi parrocchiani, che parteciperanno numerosissimi il 5 dicembre alla sua ordinazione episcopale a Palermo.
Arrivato don Corrado da un  impegno imprevisto, ci accoglie con un grande affettuoso abbraccio e scusandosi del ritardo, ci conduce nella sacrestia dove si svolge la nostra intervista.
Don Corrado ci dà l’impressione di un uomo calmo e amichevole, ma nello stesso tempo energico e preciso. Lui, abituato fin da piccolo a vivere la santa messa come un momento di gioia e di incontro con la comunità cristiana, ritenuta da lui una famiglia al pari della sua,  anche da sacerdote ha continuato ad amare molto le comunità che negli anni sono state a lui affidate.

Per don Corrado la fede non è stata qualcosa di astratto ossia norme, regole o dottrine, ma un modo di "fare esperienza di relazione a partire dalla presenza di Gesù".
La sua vocazione è maturata all’interno di  una famiglia molto religiosa. Alla fine della scuola media decide di entrare in seminario minore. Parla degli anni in seminario come  di un’esperienza molto bella che lo ha aiutato a crescere ulteriormente nella fede. “Non è stato molto facile capire subito la vocazione – ricorda don Corrado -  ma situazioni, fatti e persone mi hanno aiutato a capire quale era la volontà del Signore nella mia vita. Quando fui nominato sacerdote  ho vissuto un senso di grande gioia, libertà e consapevolezza, e non ho mai avuto un momento di perplessità riguardo questa scelta, che ancora mi dà tanta gioia ogni giorno”.

Con tanta felicità ci racconta la  celebrazione della sua prima messa, ci racconta che fu una messa di pianto e molto forte anche dal punto di vista emozionale, ricorda tutti i suoi amici ma in particolare i suoi genitori che sono stati sempre contenti e lo hanno sostenuto riguardo la sua scelta.
Per don Corrado Modica è stata la  prima esperienza e ritiene ultima come parroco; di Modica ha un bellissimo ricordo che si porterà dentro nel corso degli anni. Ci assicura che  ricorderà sempre con grande emozione il cammino che ha fatto con i parrocchiani di San Pietro, cammino portato avanti ogni giorno con grande spirito di collaborazione, avrà sempre nel cuore la presenza e la vicinanza che ha fatto sentire soprattutto ai più deboli, agli anziani e agli ammalati, non dimenticherà la bellezza dell’eucarestia domenicale, i momenti di incontro di tutta la comunità con giovani, ragazzi e famiglie e le esperienze vissute con i giovani nei campi estivi in cui sono state affrontate diverse tematiche.

Tra le diverse esperienze che don Corrado ha fatto e che ricorda con emozione un posto importante è ricoperto dal suo viaggio in Siria, scaturito da un fatto molto concreto, ossia di aver avuto come alunna, nella facoltà di Teologia dove  insegna, una giovane consacrata focolarina originaria della Giordania. Questa ragazza, essendo araba,  per un periodo è stata accolta nella comunità dei focolarini perché ha dovuto lasciare la sua terra per ragioni di sicurezza e ha avuto modo così di seguire le lezioni di Don Corrado. Dopo qualche mese però la ragazza siriana  ha deciso  di rientrare nella sua terra e, pur essendo questa una scelta coraggiosa, don Corrado l'ha sostenuta in questa decisione e ha continuato a sostenerla sentendola sia su Skype che telefonicamente. Poi  nel giugno di due anni fa  la ragazza siriana ha scritto una mail a don Corrado chiedendogli di scrivere una lettera di consolazione  per una una famiglia siriana  straziata dal dolore per aver perso i due figli di 9 e 3 anni mentre giocavano sul balcone con un colpo di mortaio. Don Corrado si mette subito a scrivere l' e-mail che la ragazza traduce in arabo I coniugi siriani hanno apprezzato molto il gesto di don Corrado e lo hanno invitato in Siria.

Si commuove subito don Corrado quando gli chiediamo di raccontarci il suo  viaggio  in Siria del febbraio dello scorso anno. Ricorda con grande felicità l'invito del  patriarca di Damasco  a tenere degli incontri con i sacerdoti, religiosi e giovani sul tema della vita consacrata. Ricorda anche con tanta emozione  l’incontro nel focolare con tantissimi giovani  mentre  fuori vi erano continui bombardamenti.  I Siriani hanno apprezzato molto il fatto che lui stesse li quando tanti cattolici e volontari cercavano proprio in quei giorni di fuggire da quella terra. “Ho ripetuto più volte ai  focolarini che loro  non erano da soli in questa situazione e l’ho detto  a nome di tutta la nostra comunità parrocchiale e di tutta la Chiesa”.
Felici e onorate di ascoltarlo, chiediamo al futuro presule come sta vivendo i giorni prima della nomina episcopale. 
Ci racconta che non avrebbe mai pensato alla possibilità di essere nominato Arcivescovo poiché pensava che la sua  vita era ormai vivere in parrocchia e insegnare Teologia a Catania.  Ma lo scorso ottobre  una notizia  ha cambiato la sua vita: "Quando ebbi la comunicazione lo stupore fu tantissimo. Non me lo aspettavo, ma da subito,  sin dal primo momento, mi affidai al Signore".

Ci racconta che era talmente grande il suo turbamento che quando andò a Roma si accorse del suo turbamento e della sua emozione anche il Nunzio Apostolico che gli disse di prendersi un po’ di tempo prima di dargli la risposta ma aggiunse anche che se avesse detto “no” lo avrebbe detto a Papa Francesco.
Don Corrado accettò solo dopo due giorni scrivendo  un messaggio alla Diocesi di Palermo per condividere con i fedeli del capoluogo la sua profonda emozione.
Egli  però non ha dubbi: “Non vedo questo incarico importante come un’elevazione di potere ma soltanto come un servizio” . Egli infatti ci confessa che non ha mai avuto in mente  avanzamenti di carriera, e qualunque incarico il Signore gli ha affidato lui lo ha svolto  sempre con grande gioia e dedizione.

Ora però deve svolgere un servizio molto complesso e difficile nella diocesi di Palermo, ma il nostro sacerdote è molto sereno poiché non è da solo a guidare la diocesi ed è sicuro che al suo fianco ci saranno  tanti religiosi e sacerdoti. “La cosa che mi aspetto più di qualsiasi altra cosa - ci ha detto -  è la collaborazione da parte di tutti, come è avvenuto a Modica. Come diceva Don Pino Puglisi, a cui  sono molto legato, se ognuno di noi fa qualcosa allora possiamo fare molto”.
 Sereno Don Corrado  ci confessa di non temere assolutamente la vita a Palermo: “Ho incontrato già molti palermitani che mi aspettano con grande gioia”. Tornerà a Modica: ce lo promette.

“Nella Sicilia orientale lascio tutti i miei affetti e i miei parenti per cui anche se dovrò vivere a Palermo, avrò un motivo per ritornare a Modica, città che ho amato e che amo”. Prima di salutarci e di concludere la nostra intervista vuole donare  a noi e ai nostri coetanei un messaggio e ci raccomanda: "Date spazio al Signore e al Vangelo nella vostra vita perché questa è l’unica scelta che non può far altro che renderci più felici e potenziare le capacità umane. Non è vero – ricordate sempre - che il cristianesimo è fatto per i bigotti ma è fatto per dare gioia e vita”.  
Leonarda Mallia e Caterina Amore 3S2