Don Corrado Lorefice: a Palermo avrò Modica
nel cuore
Ѐ ancora presto quando ci presentiamo al portone della Chiesta di San Pietro.
Abbiamo così modo di parlare con Michele, un parrocchiano, che ci racconta con
grande emozione come è venuto a sapere che don Corrado sarà presto nominato
Arcivescovo. Don Corrado è molto amato e stimato dai suoi parrocchiani, che
parteciperanno numerosissimi il 5 dicembre alla sua ordinazione episcopale a Palermo.
Arrivato don
Corrado da un impegno imprevisto, ci accoglie con un grande affettuoso abbraccio
e scusandosi del ritardo, ci conduce nella sacrestia dove si svolge la nostra
intervista.
Don Corrado
ci dà l’impressione di un uomo calmo e amichevole, ma nello stesso tempo
energico e preciso. Lui, abituato fin da piccolo a vivere la santa messa come un
momento di gioia e di incontro con la comunità cristiana, ritenuta da lui una
famiglia al pari della sua, anche da sacerdote ha continuato ad amare
molto le comunità che negli anni sono state a lui affidate.
Per don Corrado la fede non è stata qualcosa di astratto ossia norme, regole o dottrine, ma un modo di "fare esperienza di relazione a partire dalla presenza di Gesù".
Per don Corrado la fede non è stata qualcosa di astratto ossia norme, regole o dottrine, ma un modo di "fare esperienza di relazione a partire dalla presenza di Gesù".
La sua
vocazione è maturata all’interno di una famiglia
molto religiosa. Alla fine della scuola media decide di entrare in seminario
minore. Parla degli anni in seminario come di un’esperienza molto bella che lo ha aiutato
a crescere ulteriormente nella fede. “Non è stato molto facile capire subito la
vocazione – ricorda don Corrado - ma
situazioni, fatti e persone mi hanno
aiutato a capire quale era la volontà del Signore nella mia vita. Quando fui
nominato sacerdote ho vissuto un senso di grande gioia, libertà e
consapevolezza, e non ho mai avuto un momento di perplessità riguardo questa
scelta, che ancora mi dà tanta gioia ogni giorno”.
Con tanta
felicità ci racconta la celebrazione della sua prima messa, ci racconta
che fu una messa di pianto e molto forte anche dal punto di vista emozionale,
ricorda tutti i suoi amici ma in particolare i suoi genitori che sono stati
sempre contenti e lo hanno sostenuto riguardo la sua scelta.
Per don
Corrado Modica è stata la prima esperienza e ritiene ultima come parroco;
di Modica ha un bellissimo ricordo che si porterà dentro nel corso degli anni. Ci assicura che
ricorderà sempre con grande emozione il cammino che ha fatto con i parrocchiani di San Pietro, cammino portato avanti ogni giorno con grande spirito di collaborazione, avrà sempre nel
cuore la presenza e la vicinanza che ha fatto sentire soprattutto ai più
deboli, agli anziani e agli ammalati, non dimenticherà la bellezza
dell’eucarestia domenicale, i momenti di incontro di tutta la comunità con
giovani, ragazzi e famiglie e le esperienze vissute con i giovani nei campi
estivi in cui sono state affrontate diverse tematiche.
Tra le
diverse esperienze che don Corrado ha fatto e che ricorda con emozione un posto
importante è ricoperto dal suo viaggio in Siria, scaturito da un fatto molto
concreto, ossia di aver avuto come alunna, nella facoltà di Teologia dove insegna, una giovane consacrata focolarina
originaria della Giordania. Questa ragazza, essendo araba, per un periodo è stata accolta
nella comunità dei focolarini perché ha dovuto lasciare la sua terra per
ragioni di sicurezza e ha avuto modo così di seguire le lezioni di Don Corrado. Dopo qualche mese però la ragazza siriana ha deciso di
rientrare nella sua terra e, pur essendo questa una scelta coraggiosa, don
Corrado l'ha sostenuta in questa decisione e ha continuato a sostenerla sentendola
sia su Skype che telefonicamente. Poi nel giugno di due anni fa la ragazza siriana ha scritto una mail a don
Corrado chiedendogli di scrivere una lettera di consolazione per una una famiglia siriana straziata dal dolore per aver perso i due
figli di 9 e 3 anni mentre giocavano sul balcone con un colpo di mortaio. Don
Corrado si mette subito a scrivere l' e-mail che la ragazza traduce in arabo. I coniugi siriani hanno apprezzato molto il gesto di don Corrado e lo hanno invitato in Siria.
Si commuove subito don Corrado quando gli chiediamo di raccontarci il suo viaggio in Siria del febbraio dello scorso anno. Ricorda con grande felicità l'invito del patriarca di Damasco a tenere degli incontri con i
sacerdoti, religiosi e giovani sul tema della vita consacrata. Ricorda anche con
tanta emozione l’incontro nel focolare con
tantissimi giovani mentre fuori vi erano continui bombardamenti. I Siriani hanno apprezzato molto il fatto che
lui stesse li quando tanti cattolici e volontari cercavano proprio in quei giorni di fuggire da quella terra. “Ho ripetuto più volte ai focolarini che loro non erano da soli in questa situazione e l’ho
detto a nome di tutta la nostra comunità
parrocchiale e di tutta la Chiesa”.
Felici e onorate di ascoltarlo, chiediamo al futuro presule come sta vivendo i giorni prima della nomina episcopale.
Felici e onorate di ascoltarlo, chiediamo al futuro presule come sta vivendo i giorni prima della nomina episcopale.
Ci racconta che non avrebbe mai pensato alla possibilità di essere nominato
Arcivescovo poiché pensava che la sua
vita era ormai vivere in parrocchia e insegnare Teologia a Catania. Ma lo scorso ottobre una notizia ha cambiato la sua vita: "Quando ebbi la comunicazione lo stupore fu tantissimo. Non me lo aspettavo, ma da subito, sin dal primo momento, mi affidai al Signore".
Ci racconta che era talmente grande il suo turbamento che quando andò a Roma si accorse del suo turbamento e della
sua emozione anche il Nunzio Apostolico che gli disse di prendersi un po’ di
tempo prima di dargli la risposta ma aggiunse anche che se avesse detto “no” lo
avrebbe detto a Papa Francesco.
Don Corrado
accettò solo dopo due giorni scrivendo un messaggio alla Diocesi di Palermo per condividere con i fedeli del capoluogo la sua profonda emozione.
Egli però non ha dubbi: “Non vedo questo incarico importante come un’elevazione di
potere ma soltanto come un servizio” . Egli infatti ci confessa che non ha mai
avuto in mente avanzamenti di carriera, e
qualunque incarico il Signore gli ha affidato lui lo ha svolto sempre con grande gioia e dedizione.
Ora però
deve svolgere un servizio molto complesso e difficile nella diocesi di Palermo,
ma il nostro sacerdote è molto sereno poiché non è da solo a guidare la diocesi ed è
sicuro che al suo fianco ci saranno tanti religiosi e sacerdoti. “La cosa che mi
aspetto più di qualsiasi altra cosa - ci ha detto - è la collaborazione da parte di tutti, come è
avvenuto a Modica. Come diceva Don Pino Puglisi, a cui sono molto legato, se
ognuno di noi fa qualcosa allora possiamo fare molto”.
Sereno Don Corrado ci confessa di non temere assolutamente la
vita a Palermo: “Ho incontrato già molti palermitani che mi aspettano con
grande gioia”. Tornerà a Modica: ce lo promette.
“Nella
Sicilia orientale lascio tutti i miei affetti e i miei parenti per cui anche se
dovrò vivere a Palermo, avrò un motivo per ritornare a Modica, città che ho
amato e che amo”. Prima di salutarci e di concludere la nostra intervista vuole
donare a noi e ai nostri coetanei un
messaggio e ci raccomanda: "Date spazio al Signore e al Vangelo nella vostra vita
perché questa è l’unica scelta che non può far altro che renderci più felici e
potenziare le capacità umane. Non è vero – ricordate sempre - che il
cristianesimo è fatto per i bigotti ma è fatto per dare gioia e vita”.
Leonarda Mallia e Caterina Amore 3S2