sabato 7 maggio 2016

Prospettive di sviluppo

L'oro turistico della provincia di Ragusa: un esempio di giacimento contro la crisi post-industriale!
L'economia nel Ragusano oggi è un esempio di sviluppo sostenibile e risulta l'area più ricca della Sicilia. Basti pensare che l'ex provincia di Ragusa viene identificata ai livelli di quelle del nord Italia. La terra Iblea è un area fiorente, ricca e sviluppata! Questo è quanto viene riportato  dai canali internet  sul nostro territorio utilizzando qualsiasi motore di ricerca. Considerato ciò ritengo sia  arrivato il momento che qualcuno punti i piedi e faccia il punto della situazione per lo sviluppo ma soprattutto per il bene del nostro territorio.
Da qualche anno infatti, la situazione in Italia non è delle migliori, forse per un governo che non è riuscito ad amministrare o forse per qualche  motivazione che magari ci sfugge. 


Il fatto è che molte aziende soprattutto nel settore industriale sono in totale crisi, costrette a licenziare  molti padri e/o madri di famiglia che sono costretti a sbarcare il lunario altrove in cerca di migliori fortune. Il settore industriale in provincia di Ragusa vede molte piccole e medie imprese sul lastrico senza nessun aiuto da parte di uno Stato sordo e incapace di fornire soluzioni a quelle piccole e medie imprese al limite del collasso o addirittura sul lastrico, obbligate a chiudere per mancanza di aiuti, o ancora peggio, costrette a fare i conti con le imposte assurde da versare nelle casse dello Stato.
Un settore importante nell'economia del territorio ibleo  potrebbe essere quello agricolo che tenta di farsi largo pur tra mille difficoltà. Ragusa infatti risulta il primo polo italiano per produzione lorda vendibile dell'agricoltura, con il 47% della produzione ortofrutticola e floricola sotto serra.

Particolarmente rinominati sono gli allevamenti dei bovini da cui si ricava il latte utilizzato industrialmente per le mozzarelle e per la produzione del "Caciocavallo Ragusano" a marchio DOP. Oggi si sente la crisi in ogni settore e mi chiedo quale potrebbe essere la soluzione a questo problema che ha visto molti imprenditori e operai arrivare a compiere gesti  eclatanti. Sono certo che il rimedio nel nostro territorio ci debba essere, perché la terra iblea è una vera e propria miniera d'oro che l'Italia tutta ci invidia per le ricchezze presenti sul territorio. La risposta a tutto  questo non  potrebbe essere il  turismo?
Ogni paese nel mondo ha una fonte di ricchezza e tutto sta nel saperla valorizzare al meglio; ai tempi della rivoluzione industriale, ad esempio, l'Inghilterra abbondava di materie come ferro e carbone e crebbe durante questo periodo storico. La nostra terra esplode di ricchezze turistiche ancora oggi non valorizzate del tutto, ma in parte grazie a delle politiche mirate.
Il nostro territorio ha i più belli centri storici della Sicilia, basti pensare al  "Val di Noto", e alle Città Patrimonio dell'Unesco.
Basti pensare a Modica che oltre ad avere un centro storico ampio è conosciuta come  la città delle cento chiese o la "Venezia del sud" con un parco archeologico importantissimo: "Cava d'Ispica", per non parlare della meraviglia dei suoi monumenti. Oppure Scicli, importantissima per sue bellezze artistiche e monumentali, famosa grazie anche alla serie Tv "Il commissario Montalbano" che ha portato molti turisti nella zona. Ma l'area Iblea ha molto da offrire, anche attraverso i suoi prodotti d'eccellenza, l'enogastronomia invidiata dal mondo intero, oppure il cioccolato di Modica, il miele di Ragusa e molte  altre eccellenze. Allora se proviamo a sommare turismo e prodotti iblei sono certo che verrà fuori una "miniera d'oro" che potrebbe essere la fonte di ricchezza per il nostro territorio e di tutta la sua gente. Questo è quello su cui bisogna puntare, con la speranza che con l'apertura dell'aeroporto di Comiso, del porto di Marina di Ragusa e -si spera- dello scalo delle navi da crociera nel porto di Pozzallo, si possa riuscire ad intensificare il turismo per poter offrire a quanti lo desiderano le ricchezze e le dolcezze del nostro territorio, già conosciute anche da William Shakespeare  che scrisse: "Oh, dolcissima, come il miele Ibleo!"

Samuele Cannizzaro, 4T1
Articolo pubblicato sulla testa online "Ragusaoggi" per l’iniziativa "Sipario scuola 2016". Docente referente Prof. Dario Prestana