La festa di San Giorgio a Modica: emozioni e suggestioni
San Giorgio è il santo patrono della città di Modica, è il
megalomartire che rappresenta la vittoria contro il male. La leggenda vede la
figura di San Giorgio come colui che ha liberato le fanciulle della Cappadocia
dal drago ed è così rappresentato nelle statue. La figura di S. Giorgio
simboleggia la rinuncia ai beni materiali e a ciò che rappresenta il
paganesimo; infatti da pagano si è convertito al cristianesimo accettando tutti
i sacrifici che ciò comporta. Ecco quindi che l'uccisione del drago viene a
significare la vittoria del bene contro il male e quindi dell'amore sulla
morte; morte intesa come peccato e, quindi, il trionfo di Dio che vediamo noi
cristiani sotto il segno della Pasqua.
Questo è il motivo per cui anche la
figura di San Giorgio qui a Modica viene vista come una continuazione della
risurrezione.
Il presidente dell'Associazione Portatori di San Giorgio,
Marco Borrometi, ci dice che la festa liturgica è il 23 aprile ed è il giorno
in cui l'associazione organizza la processione con la riproduzione della statua
in miniatura per i piccoli portatori.
La processione percorre un anno le vie di
Modica Alta e un anno le vie di Modica Bassa. La domenica successiva al 23
aprile si ha la trionfale uscita del simulacro, con raffiche di
"'nzareddi", che sono strisce di carta colorata preparate un paio di
mesi prima dai portatori. L'uscita è il momento più emozionante: il popolo e
soprattutto i portatori acclamano il santo protettore della città, gridando
"A chi 'nmputtamu a nuddu? " e "A ccu è u patruni ri
Muorica?" rispondendo "Giorgio Giorgio". Il simulacro viene
portato a spalla dai portatori che in certi posti fanno correre il santo, con
la cosiddetta "carica", che rappresenta il galoppo del cavallo. Ad
accompagnare la processione ci sono due bande la "Civica Filarmonica"
e la "Belluardo-Risadelli" e sono presenti anche le confraternite
religiose di altri paesi. Il simulacro prima percorre le vie di Modica Alta,
facendo delle soste cioè dei momenti di preghiera o delle tavolate. La sosta
più importante di Modica Alta è a casa di Nino Baglieri, detto "il santo
di Modica". Nino era molto devoto a S. Giorgio e, paralizzato a causa di
una caduta da un'impalcatura, non poteva più andare in chiesa. Il santo andava
e va ancora oggi a casa sua. Un'altra tappa fondamentale è il Pizzo, la parte
più alta della città in cui i portatori fanno "affacciare" il
simulacro per salutare il popolo. La statua viene portata nella chiesa di Santa
Margherita, fidanzata del glorioso martire e qui viene fatto un momento di
preghiera. In occasione di questo anno giubilare San Giorgio è stato portato
nella basilica della Madonna delle Grazie. Anche lì la folla si è fermata per
un momento di preghiera e al grido "W SAN GIOGGI", i portatori hanno
alzato il simulacro come segno di saluto alla parrocchia che ha accolto la
presenza del santo patrono. Al rientro della processione uno spettacolo
pirotecnico ha salutato il simulacro e a seguire i tradizionali "giri".
Il simulacro viene poi rimesso nella sua cappella per circa due settimane dopo
la festa.
Francesca Di Raimondo
e Giovanna Spadaro 3s2