mercoledì 25 maggio 2016

Tra le botti delle tarì in contrada Michelica

Visita al birrificio modicano “Rocca dei Conti”: un confronto con maestri birrai e imprenditori giovani e coraggiosi



Modica negli ultimi anni ha visto nascere delle aziende innovative per la tradizione  produttiva del territorio.  Una di queste è il birrificio artigianale “Rocca dei Conti” che è nato nel 2010 nella zona industriale di Modica grazie alla scommessa e alla passione di due cognati Luca Modica e Fabio Blanco, ingegnere l’uno e architetto l’altro, i quali hanno trasformato un hobby, quello della produzione della birra, in un’azienda. E oggi questa azienda è una realtà imprenditoriale di prestigio che  produce la pluripremiata birra “Tarì”, dal nome dell’antica moneta coniata dagli Arabi in Sicilia e poi adottata anche  dagli Svevi e  dai Normanni. Questa storia tutta modicana ci ha incuriositi e le classi 3S2, 4S1 e 4S2 , accompagnate dalle docenti di italiano Patrizia Girgenti e Giuseppina Franzò, abbiamo voluto visitare l’azienda e intervistare i titolari. “Dopo aver sperimentato in piccolo per diversi anni la produzione di birra artigianale nei “dammusi modicani” di famiglia – hanno spiegato Luca e Fabio -  abbiamo deciso di progettare e avviare un’attività per portare in Sicilia, dove la tradizione birraia non ha radici profonde, il fascino della tradizione di terre lontane, combinandola con i prodotti della nostra terra”. La nostra visita in azienda è iniziata con l’osservazione dei processi  e dei laboratori di produzione. Abbiamo avuto modo di vedere che le birre sono prodotte in modo artigianale e rifermentate in bottiglia, nel rispetto delle antiche tradizioni birrarie, non sono pastorizzate, non sono filtrate e non contengono conservanti, mantenendo così inalterate tutte le loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Nel birrificio sono prodotte con cura e massima attenzione in tutto il processo produttivo sei birre, la Tarì Frumì (Weizen),birra di frumento ad alta fermentazione non filtrata, non pastorizzata.
La Tarì Qirat birra nera alle carrube, ad alta fermentazione dal sapore e dal profumo intenso di carruba, non filtrata, non pastorizzata. La Tarì Bronzo (English Pale Ale), birra ad alta fermentazione, maltata e non filtrata né pastorizzata. La Tarì Oro (Pilsner), birra a doppia fermentazione, non filtrata né pastorizzata. La Tarì Wit (Blanche), birra a doppia fermentazione. La Tarì Hell (Helles), birra a doppia fermentazione, non filtrata né pastorizzata.  In un secondo momento abbiamo avuto modo di sederci attorno ad un tavolo con i titolari per un confronto a 360 gradi sulle difficoltà di una produzione così particolare per il nostro territorio. I titolari ci hanno raccontato che il primo ostacolo da superare è stato l'aspetto fiscale in ambito doganale: dal momento che la legge italiana è molto vaga nell’affrontare questa tematica, tutto è molto legato all’arbitrarietà dei tecnici che fanno i controlli. Inoltre è obbligatorio installare degli strumenti che servono a tenere sotto controllo la produzione sulla quale poi dover pagare l’accisa.  Avviata la produzione, l’altro gradino da superare è stato quello di capire l’interesse dei concittadini per una birra locale e di conquistare un mercato sempre più vasto, un mercato in cui le birre industriali disponibili a prezzi inferiori non lasciano molti spazi. I primi maggiori clienti  del birrificio “Rocca dei conti”  sono stati intercettati  a Catania, Siracusa e Palermo, poi, solo col passare del tempo, anche i Modicani e i Ragusani in genere hanno iniziato a vendere e apprezzare le birre Tarì.  Adesso le Tarì, anno dopo anno, stanno ottenendo sempre più successi riuscendo a imporsi sul mercato nonostante il prezzo più alto al quale devono  essere vendute rispetto alla birre industriali per ammortizzare i costi di produzione, conservazione e trasporto.  Nell’ultimo anno la Tarì ha conquistato anche gli scaffali della grande distribuzione in alcune regioni del Nord Italia accendendo molto l’entusiasmo dei produttori.   Quando a questa birra viene  fatta l’obiezione di non essere al 100% un prodotto locale, giacché non esiste una cultura siciliana della birra e le materie prime non sono modicane, i titolari sottolineano : “La birra per il 92% è fatta di acqua, e l’acqua è modicana e la manodopera è locale. Per quanto riguarda le materie prime, quindi il malto d'orzo, in Italia, a parte qualche stabilimento, non ci sono malterie, infatti, un’altissima percentuale di malto d’orzo viene da fuori e anche noi siamo costretti a utilizzarlo. Ovviamente quando in alcune birre riusciamo a introdurre il frumento usiamo il nostro, quando dobbiamo utilizzare le bucce d'arancia, adoperiamo quelle locali". E ribadiscono: "La nostra birra è un prodotto locale, legato al territorio non solo per i prodotti, ma anche per le persone, dal momento che il nostro impegno è quello di mantenere sotto stretto controllo le singole fasi del processo produttivo, affiancando a questo la ricerca di una birra nuova e intensa contaminata dai profumi e dai sapori che la nostra terra ci dona in ogni periodo dell’anno”. Luca e Fabio ci hanno dato una lezione importante su come fare impresa nel nostro territorio sfruttando soprattutto la forza delle idee e la determinazione. Grazie ragazzi per averci dato speranza e voglia di credere ancora in questa nostra terra.

Leonarda Mallia, Caterina Amore, Antonio Lorefice IIIS2, Simone Bombardamento IVS2