Visita al birrificio
modicano “Rocca dei Conti”: un confronto con maestri birrai e imprenditori
giovani e coraggiosi
La Tarì Qirat birra nera alle carrube, ad alta fermentazione dal sapore e dal profumo intenso di carruba, non filtrata, non pastorizzata. La Tarì Bronzo (English Pale Ale), birra ad alta fermentazione, maltata e non filtrata né pastorizzata. La Tarì Oro (Pilsner), birra a doppia fermentazione, non filtrata né pastorizzata. La Tarì Wit (Blanche), birra a doppia fermentazione. La Tarì Hell (Helles), birra a doppia fermentazione, non filtrata né pastorizzata. In un secondo momento abbiamo avuto modo di sederci attorno ad un tavolo con i titolari per un confronto a 360 gradi sulle difficoltà di una produzione così particolare per il nostro territorio. I titolari ci hanno raccontato che il primo ostacolo da superare è stato l'aspetto fiscale in ambito doganale: dal momento che la legge italiana è molto vaga nell’affrontare questa tematica, tutto è molto legato all’arbitrarietà dei tecnici che fanno i controlli. Inoltre è obbligatorio installare degli strumenti che servono a tenere sotto controllo la produzione sulla quale poi dover pagare l’accisa. Avviata la produzione, l’altro gradino da superare è stato quello di capire l’interesse dei concittadini per una birra locale e di conquistare un mercato sempre più vasto, un mercato in cui le birre industriali disponibili a prezzi inferiori non lasciano molti spazi. I primi maggiori clienti del birrificio “Rocca dei conti” sono stati intercettati a Catania, Siracusa e Palermo, poi, solo col passare del tempo, anche i Modicani e i Ragusani in genere hanno iniziato a vendere e apprezzare le birre Tarì. Adesso le Tarì, anno dopo anno, stanno ottenendo sempre più successi riuscendo a imporsi sul mercato nonostante il prezzo più alto al quale devono essere vendute rispetto alla birre industriali per ammortizzare i costi di produzione, conservazione e trasporto. Nell’ultimo anno la Tarì ha conquistato anche gli scaffali della grande distribuzione in alcune regioni del Nord Italia accendendo molto l’entusiasmo dei produttori. Quando a questa birra viene fatta l’obiezione di non essere al 100% un prodotto locale, giacché non esiste una cultura siciliana della birra e le materie prime non sono modicane, i titolari sottolineano : “La birra per il 92% è fatta di acqua, e l’acqua è modicana e la manodopera è locale. Per quanto riguarda le materie prime, quindi il malto d'orzo, in Italia, a parte qualche stabilimento, non ci sono malterie, infatti, un’altissima percentuale di malto d’orzo viene da fuori e anche noi siamo costretti a utilizzarlo. Ovviamente quando in alcune birre riusciamo a introdurre il frumento usiamo il nostro, quando dobbiamo utilizzare le bucce d'arancia, adoperiamo quelle locali". E ribadiscono: "La nostra birra è un prodotto locale, legato al territorio non solo per i prodotti, ma anche per le persone, dal momento che il nostro impegno è quello di mantenere sotto stretto controllo le singole fasi del processo produttivo, affiancando a questo la ricerca di una birra nuova e intensa contaminata dai profumi e dai sapori che la nostra terra ci dona in ogni periodo dell’anno”. Luca e Fabio ci hanno dato una lezione importante su come fare impresa nel nostro territorio sfruttando soprattutto la forza delle idee e la determinazione. Grazie ragazzi per averci dato speranza e voglia di credere ancora in questa nostra terra.
Leonarda Mallia, Caterina Amore, Antonio Lorefice IIIS2, Simone Bombardamento IVS2