lunedì 13 gennaio 2020

Non il solito film per ridere


Tolo Tolo

E' questo il titolo del nuovo film di Checco Zalone, uscito in tutte le sale cinematografiche già dal primo gennaio del nuovo anno. Con il solito tono umoristico e alla portata di qualsiasi spettatore di tutte le età, Zalone ci racconta in modo singolare il viaggio di un popolo che proviene dall'Africa e di cui oggi  non si fa che parlare.
Scandisce tutti i diversi argomenti di un unico tema, affrontando però le vicende dal suo personale punto di vista che si rivela subito comune a quello dell'italiano medio.
Parla di fatti concreti e li rende velocemente tangibili agli occhi di un popolo che ha ormai quasi dimenticato parte dei propri principi.
Non si è ancora capito di cosa stiamo parlando?

Tolo Tolo”, un film sulla questione degli immigrati.
Certo sarebbe questa la risposta immediata alla domanda “Di cosa parla?” - eppure posso dirvi che è ben altro che un banale e divertente film su questa gente e sul loro modo di vedere l'Italia e l'Europa tutta come simbolo di salvezza.
Zalone, come è suo solito fare, anche stavolta ha nascosto bene un significato intrinseco dietro delle battute popolari lasciando passare messaggi di fratellanza e integrazione recepibili solo da chi ha già aperto la propria mente, non chiudendola come un porto.
Il suo personaggio si vede protagonista del famoso “grande viaggio”, si sente parte integrante del gruppo al punto di pensare “su una cosa non avevo più alcun dubbio: io ormai ero uno di loro”; viaggio intrapreso però in modo quasi superficiale e certamente esterno alle speranze di salvezza degli uomini e delle donne con cui condividerà prima un furgone, poi un villaggio e infine un barcone. Emerge spesso il tema del colore della pelle, ma stavolta è un cittadino bianco a creare problemi all'interno di un popolo di pelle scura. “Figliolo, abbiamo tutti del razzismo dentro, si combatte con l'amore” questa è una delle frasi dalla quale traspare la caratteristica fondamentale  di ogni uomo che vede spesso una minaccia in qualcuno diverso da sé.
Eppure Zalone, nonostante si riconosca diverso da quel popolo, ha voluto sottolineare l'allegria e la voglia di ricominciare negli occhi e nei gesti di quella gente, partendo proprio dai “viaggiatori” più piccoli. Si rende conto grazie ai brevi racconti di un ricco e famoso giornalista francese di quanto possa essere vario il mondo, e di come ogni essere umano riempia i propri spazi di vita con obiettivi e ideali diversi. Il personaggio di questo giornalista spiega: “I più poveri che ho conosciuto sono così poveri che hanno soltanto i soldi”, capiamo così quanto sia importante per certa gente il bene materiale, e quanto poco invece lo sia per chi di ricchezze monetarie non ne ha mai conosciute: quella gente è ricca dentro, non ha bisogno di denaro per dimostrarlo!
Infine Zalone illustra ai più piccoli l'immagine della fortuna figurandola come una “cicogna strabica”.... o forse cieca?
Sì, perchè nessun uomo nasce in Africa per scelta, è tutta una questione di fortuna.... anzi, di mancata fortuna. E se c'è una cosa che non abbiamo ancora compreso, credo sia questa: è davvero arrivato il momento di smetterla di “dare colpe” e iniziare a risolvere i problemi, ma certamente non mandando tutti a casa
Perchè la vera fortuna della vita di un uomo non è solo quello che costruisce crescendo, ma soprattutto l'eredità di affetti della terra dalla quale proviene!


Maria Virginia Consales - classe 3S1