giovedì 19 ottobre 2023

Sconfinati ancora...



Dalla prospettiva degli ultimi


Abbiamo sconfinato domenica scorsa, giorno 15 Ottobre, in un teatro, il Garibaldi di Modica, annullando le distanze tra pubblico e attori e diventando un'entità unica in balìa della bendata fortuna e dell'arbitrio di pochi.
La compagnia Banned theatre, grazie alla produzione del Teatro Biondo e all'ospitalità della Fondazione Garibaldi, ci ha dato la preziosa possibilità di vivere un'esperienza di conoscenza e di contatto, anche fisico, con la drammatica e triste realtà dei cosiddetti "viaggi della speranza" di moltitudini di migranti africani e asiatici verso le coste dell'agognata Europa.
"Sconfinati" è stato uno spettacolo interattivo ed un'esperienza immersiva che ci ha permesso di collocarci nella prospettiva "altra" degli innumerevoli poveri e disperati della Terra.

La paura, la profonda incertezza, l'angoscia e il senso palpabile di un pericolo sempre imminente, questi sono stati i sentimenti che ci hanno accompagnato per tutta la durata della finzione teatrale dalle terra di nessuno che è diventata la Libia, con la complicità imperdonabile dei Paesi dell'Occidente democratico e progredito, alle coste italiane in terra siciliana. Anche la rabbia e lo sgomento hanno fatto prepotentemente irruzione per tutti quegli abusi e soprusi che molto prima e poi durante la fortunosa traversata di quel mare diventato il più grande cimitero al mondo vengono purtroppo perpetrati ai danni dei migranti più deboli e spaventati: emozioni giuste che abbiamo dovuto reprimere per un egoistico indomito impulso di autoconservazione.
Siamo così diventati anche testimoni oculari di sfacciate estorsioni e inaccettabili rapine, e custodi involontari delle sofferenze, dei desideri, delle ferite e delle tenaci speranze dei tanti migranti sul barcone, trasformatosi ai miei sensi come uno spazio e un tempo senza barriere, muri, confini dove sperimentare, in mezzo ai flutti minacciosi del mare, una possibile solidarietà ed una necessaria compassione.

Ci sono volute alcune ore per riprendermi dal turbine delle immagini, sensazioni e pensieri. Un lieve senso di colpa, di impotenza e frustrazione ancora mi porto dietro, forse perché anche se siamo tra le ultime ruote del carro, in un certo modo e in un certo senso, indirettamente, siamo comunque coinvolti in questo enorme epocale dramma umano.

                Prof. Giovanni Peligra