Mafia
e istituzioni: un binomio da sciogliere
All’estero quando si fa
riferimento all’Italia si pensa subito alla pasta e alla mafia. Mafioso non è
solo chi appartiene ad una associazione a delinquere, l’atteggiamento mafioso è
quello della persona che non ha rispetto degli altri. Questo atteggiamento è
quello che autorizza la furbata alla posta o alla banca di quello che cerca di
scavalcare la fila e non rispetta la gente che era li prima di lui.
E ci si
sente furbi, più importanti nel fare questo. Paolo Borsellino ha detto che cambiare
questa mentalità è possibile ma si deve iniziare proprio dai giovani che sono i
più adatti a sentire la bellezza della libertà e del non essere schiavi di
qualcuno che ci ha fatto raggiungere un obbiettivo scegliendo la via più
facile, facendoci il “favore”.
Finalmente si è capito che
la mafia non è solo una organizzazione criminale, ma è un comportamento e una
mentalità. Bisogna cambiare, seguendo l’esempio di personaggi come Falcone,
Borsellino, Peppino Impastato e sua madre, che hanno avuto tutti il coraggio di
denunciare quello che gli altri vedono e che fanno finta di non vedere per
paura.
Molta gente, anche oggi,
crede e dice di essere rispettosa della legge e poi se ha l’amico in polizia, o
in politica non si fa problemi a farsi aiutare per scavalcare gli altri o
ancora peggio infrangere la legge senza ricevere punizioni, pensando che poi
alla fin fine non è poi così sbagliato.
Oggi la mafia è più dentro
le istituzioni rispetto al passato. Spesso succede che lo stato (o meglio:
persone che hanno cariche statali e decidono per conto dello stato) e la mafia
“collaborino” in settori come quello dell’edilizia, dove si concedono appalti
ad imprese amiche o legate alla mafia stessa in modo da evitare poi problemi
con la legge riguardo a terreni non edificabili o altro. In questo modo si dà
lavoro e precedenza ad imprese non oneste a svantaggio di imprese che svolgono
il loro lavoro seguendo le regole. Le imprese e la mafia “collaborano” invece
in settori come lo smaltimento di rifiuti che per essere smaltiti hanno bisogno
di particolari processi e costi elevati.
Queste imprese però non si rendono conto
che facendo questo si fanno danni all’ambiente ma anche alle persone.
Si può
infine concludere che per risolvere il problema che affligge l’Italia, ma
soprattutto il Meridione, si deve agire in modo unito contro i comportamenti
mafiosi e ci si deve fare un esame di coscienza perché se non si inizia dalle
piccole cose non cambierà mai niente.
Agosta Antonio IVS2 |