giovedì 21 novembre 2024

Pensieri di ragazza.

 Oggi, mai più! 

foto scattata da Corradina
Mi chiamo Giuliana e ho 16 anni. Vivo in una società che mi spaventa, che mi costringe a guardarmi le spalle ogni volta che torno a casa da sola la sera. Non so chi o cosa potrei trovare dietro l'angolo, e questa incertezza mi paralizza. Ho paura, non lo nego, perché il mondo in cui vivo sembra ostile, soprattutto verso noi donne. È una società maschilista,  dove il rispetto sembra essere un concetto fragile, dimenticato, e dove le violenze contro le  donne non fanno più notizia: sono diventate un dato di cronaca, un’abitudine terribile che  ci costringe a vivere con il cuore in gola. 

Ogni volta che accendo la televisione, ogni volta che leggo un titolo di giornale, sento storie di violenza e vite spezzate. E mi chiedo: “E se un giorno fossi io la prossima vittima? E se un domani questa paura dovesse essere vissuta dai miei figli?”. Ho paura di crescere una figlia, di lasciarla vivere in un mondo così crudele. Ma ho paura anche per i miei figli maschi, perché non voglio che siano educati a sentirsi superiori rispetto a una donna.

Eppure, non ho paura di alzare la voce. Non ho paura di farmi sentire, perché voglio che il mio messaggio arrivi forte e chiaro. Penso a Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato con una freddezza che fa rabbrividire. Non voglio che il suo nome venga dimenticato,  perché la sua storia è il simbolo di un grido di dolore che nessuno può ignorare. Mi chiamo Giuliana, ho 16 anni, e non ho paura di alzare la testa. Non ho paura di  denunciare la prima mancanza di rispetto, anche se so che spesso la legge si schiera  dalla parte sbagliata. Anche se so che qualcuno mi accuserà di essere una femminista  arrabbiata, di esagerare, di cercare attenzione. Non importa. Io denuncerò, perché è  giusto farlo, perché è necessario farlo. 

Lo Stato deve fare di più. Deve proteggerci meglio. Non voglio più avere paura di uscire da sola la sera, non è giusto. La mia libertà non deve essere un lusso, e la mia sicurezza non può essere un privilegio. Non voglio vivere in una società dove dobbiamo crescere le nostre figlie insegnando loro come difendersi, ma piuttosto educare i nostri figli maschi al rispetto, all’uguaglianza, all’amore vero, quello che non ferisce, non umilia e non uccide. 


Mi chiamo Giuliana, ho 16 anni e dico basta. Basta con la paura, basta con la violenza,  basta con il silenzio. È successo oggi e non deve succedere mai più.

Giuliana Cappello 3ITC3