Lotta
alla mafia: i giovani liberi dal puzzo del compromesso
“La lotta alla mafia, il
primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non
doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento
culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani
generazioni, le più adatte a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà
che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della
contiguità e quindi della complicità.”
Borsellino, un uomo che aveva
sognato di sconfiggere la mafia applicando la legge!
E ancora oggi è difficile
capire il pensiero di questi mafiosi che, pur di avere tutto, hanno creato una
Sicilia, un’Italia e addirittura un mondo corrotto.
Borsellino un giorno disse a
Falcone che sconfiggere la mafia era come svuotare il Mediterraneo con un
secchiello o sciogliere i ghiacciai del polo con un fiammifero: aveva ragione
perché lui è morto tanti anni fa e ancora nel essendo nel 2016 questa mentalità
non cambia, rimane salda nelle nostre menti.
Borsellino voleva coinvolgere
specialmente le nuove generazioni, le più adatte a essere formate in modo da creare
dentro un movimento culturale e morale che risolvesse il problema del mondo
intero. Ma purtroppo vanno avanti i duri, coloro che ti promettono tanto senza
fare sacrifici, senza utilizzare le proprie capacità ma solamente chiedendo
raccomandazioni in cambio di un sporco voto.
Non si prendono in
considerazione le grandi persone con valori, principi, idee, persone grandi
come Falcone, Impastato che non avevano paura, erano “liberi”, erano in pace
con se stessi.
Impastato aveva un padre
mafioso e morì a soli 30 anni e pur di portare avanti quelle idee e valori in
cui credeva andò contro tutto e tutti, soprattutto contro suo padre.
Addirittura costrinse anche suo padre a rinunciare alla mafia. Suo padre pur di
difendere il figlio si fece uccidere da quelle persone che riteneva amiche.