Una Voce dai Lager.....
Il mio bisnonno Giuseppe Sortino durante il regime fascista è dovuto partire come militare, perché la leva era obbligatoria. Dopo qualche anno ha avuto un permesso per trovare la sua famiglia, si è sposato e nel 1943 è ripartito lasciando la moglie incinta. Dopo breve tempo è stato catturato e deportato in un campo di concentramento; lì i prigionieri erano divisi in gruppi aventi un capo nazista ciascuno e i vari gruppi non potevano comunicare fra di loro. Lui lavorava in cucina e per sopravvivere di nascosto mangiava le bucce di patate.
Il mio bisnonno Giuseppe Sortino durante il regime fascista è dovuto partire come militare, perché la leva era obbligatoria. Dopo qualche anno ha avuto un permesso per trovare la sua famiglia, si è sposato e nel 1943 è ripartito lasciando la moglie incinta. Dopo breve tempo è stato catturato e deportato in un campo di concentramento; lì i prigionieri erano divisi in gruppi aventi un capo nazista ciascuno e i vari gruppi non potevano comunicare fra di loro. Lui lavorava in cucina e per sopravvivere di nascosto mangiava le bucce di patate.
Un giorno, mentre erano all’aperto, fu chiamato dai generali
tedeschi perché credevano che avesse comunicato con alcuni componenti di altri
gruppi e così avevano deciso di ucciderlo; però il suo capo, avendo avuto modo di
conoscerlo, sapeva che rispettava le regole senza mai disobbedire e così ne
evitò la morte.
Tornato sano e salvo a Modica dopo mesi di lungo viaggio,
percorso a piedi, era scheletrico e la moglie non riuscì a riconoscerlo subito.
Il fratello del mio bisnonno Giovanni Sortino partì anch’esso
come militare e venne catturato dalle FF . AA. Russe e deportato nel campo di
concentramento n 58 Temnikov Rep. MORDOVIA, dove venne fucilato il 7/02/1943. Dopo tanti anni arrivò alla famiglia una lettera datata 22 Dicembre 1995, dove vi era scritta la data del
decesso e la mappa che indica la fossa comune dove è stato buttato.
Giuseppe Di Tommasi IV T1