sabato 27 gennaio 2018

Il racconto di un sopravvissuto ai Lager

Storia di mio Nonno

Mio nonno, Giuseppe Firera, dopo aver concluso l’anno di leva obbligatoria, fu chiamato, dopo pochi mesi, a combattere la seconda guerra mondiale. Nel 1943, a causa dell’uscita dell’Italia dalla guerra, i soldati italiani si videro costretti a scappare e a nascondersi. Mio nonno in quel momento si trovava in Albania e proprio lì riuscì a trovare rifugio.
Una famiglia albanese decise di ospitarlo e di dargli viveri, un posto dove dormire e ciò che gli sarebbe potuto servire, a patto che lui lavorasse nella loro campagna e li aiutasse nelle attività che loro svolgevano quotidianamente. Dopo circa un mese e mezzo mio nonno venne a conoscenza dell’esistenza di un treno che aveva come destinazione l’Italia. Nonostante i numerosi avvertimenti, da parte della famiglia albanese che lo ospitava, mio nonno era giorno per giorno sempre più deciso a prendere quel treno con la speranza di ritornare nella sua Modica, dove vi erano tutti i suoi cari. Quando il giorno della partenza arrivò, mio nonno salutò la famiglia che lo aveva protetto fino a quel momento e la  giovane fidanzata che aveva conosciuto in Albania e partì. Quando il treno arrivò a destinazione ed era ora di scendere, sui binari non lo aspettava la sua calorosa Italia, bensì la fredda Germania. Era stato deportato nel campo di prigionia “Stammlager XI B”. Riguardo a quel periodo dentro il campo di prigionia io e la mia famiglia non abbiamo informazioni precise, perché il nonno non parlava volentieri di quel periodo, sappiamo  solamente che il suo compito era quello di lavorare ininterrottamente e che tuttavia gli italiani venivano, sicuramente, trattati in un “modo migliore” rispetto ad altri deportati.
Fortunatamente dopo tante peripezie e tante difficoltà mio nonno è tornato nella sua città natale e ha cercato di ritrovare la serenità costruendosi una famiglia.
Mi è dispiaciuto non averlo conosciuto, avrei tanto voluto consolarlo per le sofferenze patite nella sua vita.

                                                                      Samuele   Firera III GR

Busta della lettera inviata alla madre di mio nonno con lo scopo di avvisare che mio nonno era stato deportato in un campo di prigionia. 

Lettera inviata dalla Croce Rossa con lo scopo di dire alla famiglia di mio nonno che era in buona salute e che si stava spostando in Germania. 



Tessera che attestava che mio nonno era stato liberato dal campo di prigionia ed era effettivamente un reduce di guerra.