venerdì 9 marzo 2018

Clonazione tra fantasia e realtà

L’uomo come Dio

Gattaca
L’argomento della vita artificiale e della ricerca dell’immortalità ha sempre affascinato l’uomo, perché quest’ultimo ha sempre sognato di poter fare ciò che Dio fa quando crea la vita. È un tema che è stato trattato nella letteratura, per esempio con i libri “Frankestein o il moderno Prometeo” di Mary Shelley e “Mondo nuovo” di Aldous Huxley, oppure nella cinematografia con “Gattaca” di Andrew Niccol e “Blade Runner” di Ridley Scott. 




Claudio Paglieri nel suo articolo “Immortalità, un sogno da sempre” del settembre 2007 sostiene che da quando il Signore ha creato Adamo ed Eva nell’Eden, l’uomo ha cercato in ogni modo di impadronirsi del controllo della vita. 
Da lì sono nate tante leggende, come il Golem del ghetto di Praga oppure l’Homunculus. In tempi più moderni molti capolavori della letteratura hanno trattato la questione, anticipando con sorprendente precisione i futuri sviluppi della ricerca scientifica. Come citato prima, nel 1932 è stato scritto “Mondo nuovo”, e cioè 20 anni prima che Watson e Crick scoprissero il DNA. Aldous Huxley, l’autore del libro, immagina che in futuro gli uomini sarebbero stati prodotti come le auto nella catena di montaggio della Ford.
Blade Runner
Un altro esempio già citato è “Blade Runner”, un film di Ridley Scott del 1982, in cui i replicanti, più forti ed intelligenti degli uomini, non accettano la propria mortalità. Probabilmente però l’opera di fantasia più assimilabile all’annuncio di Craig Venter è il film Gattaca, diretto da Andrew Niccol nel 1997.
Gli abitanti di Gattaca si dividono in geneticamente perfetti e generati alla vecchia maniera, senza interventi scientifici che potessero risparmiare malattie genetiche. Il protagonista, pur essendo considerato non valido per ricoprire il ruolo di astronauta, riuscirà a ribaltare il destino già segnato per gli esseri viventi simili a lui.

Un recente esperimento scientifico è stato condotto dall’Istituto di Neuroscienze dell’Accademia delle Scienze di Shanghai. In sostanza, come racconta il sito Il Post in un articolo dello scorso 24 gennaio, l’esperimento è andato a buon fine; gli scienziati sono riusciti a clonare due primati non umani, mettendo in pratica la stessa tecnica sfruttata per la pecora Dolly. Il lavoro di ricerca è stato diretto da Mu-ming Poo, e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell. 
Il successo è considerato storico negli studi sulla clonazione e potrebbe portare alla produzione di primati geneticamente identici utili per studi medici. In alcuni ambiti, la ricerca sui primati può dare informazioni preziose, come nel caso dell’Alzheimer. 
Poo crede che i primati clonati possano essere impiegati anche nella cura contro il Parkinson o contro particolari forme di tumore. La tecnica di Poo pone molti problemi etici e morali, perché teoricamente un giorno potrebbe essere usata anche sugli umani. 
Poo comunque crede che le società, i governi e l’opinione pubblica non possano autorizzare mai l’estensione della tecnica all’uomo. Un articolo scritto da Giacomo Galeazzi del 2007, parla di cosa la Cei e il Vaticano pensano al riguardo. 
Essi mettono in guardia dal cromosoma sintetico, ma non escludono un possibile utilizzo “positivo” della ricerca. In Curia nel 2007 se ne stava occupando l’arcivescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; egli diceva che la scoperta va approfondita dal punto di vista tecnico prima di darne un giudizio etico. E aggiungeva che tutto dipendeva da come la cosa sarebbe stata gestita, e cioè come verranno utilizzate le scoperte. Egli faceva a tal proposito l’esempio del coltello, che quando viene costruito può essere adoperato per tagliare il pane o per uccidere le persone. 
Si è visto come la questione tocchi tanti aspetti della nostra società, quello morale, quello etico, quello religioso e molti altri. Come già detto prima, la scoperta non è né positiva né negativa, tutto dipende dall’uso che se ne farà. È interessante capire come la questione si evolverà da un punto di vista legislativo, e cioè come i governi reagiranno e come regolamenteranno il fenomeno. 
Da un punto di vista morale ed etico, ma anche religioso, la questione è più delicata, proprio perché la Chiesa è contraria all’utilizzo di questo tipo di conoscenza sugli umani, opinione condivisa anche dalla maggior parte dell’opinione pubblica. Forse in futuro le opinioni al riguardo cambieranno, e l’uso a fini terapeutici e curativi sugli uomini sarà accettato, come già successo in passato per questioni riguardanti la nudità, la sessualità, l’aborto e altri temi delicati.

Mattia Maria Scivoletto 5 S2