L’uomo come Dio
Gattaca |
L’argomento della vita artificiale e
della ricerca dell’immortalità ha sempre affascinato l’uomo,
perché quest’ultimo ha sempre sognato di poter fare ciò che Dio
fa quando crea la vita. È un tema che è stato trattato nella
letteratura, per esempio con i libri “Frankestein o il moderno
Prometeo” di Mary Shelley e “Mondo nuovo” di Aldous Huxley,
oppure nella cinematografia con “Gattaca” di Andrew Niccol e
“Blade Runner” di Ridley Scott.
Claudio Paglieri nel suo articolo
“Immortalità, un sogno da sempre” del settembre 2007 sostiene
che da quando il Signore ha creato Adamo ed Eva nell’Eden, l’uomo
ha cercato in ogni modo di impadronirsi del controllo della vita.
Da
lì sono nate tante leggende, come il Golem del ghetto di Praga
oppure l’Homunculus. In tempi più moderni molti capolavori della
letteratura hanno trattato la questione, anticipando con sorprendente
precisione i futuri sviluppi della ricerca scientifica. Come citato
prima, nel 1932 è stato scritto “Mondo nuovo”, e cioè 20 anni
prima che Watson e Crick scoprissero il DNA. Aldous Huxley, l’autore
del libro, immagina che in futuro gli uomini sarebbero stati prodotti
come le auto nella catena di montaggio della Ford.
Blade Runner |
Un altro esempio
già citato è “Blade Runner”, un film di Ridley Scott del 1982,
in cui i replicanti, più forti ed intelligenti degli uomini, non
accettano la propria mortalità. Probabilmente però l’opera di
fantasia più assimilabile all’annuncio di Craig Venter è il film
Gattaca, diretto da Andrew Niccol nel 1997.
Gli abitanti di Gattaca
si dividono in geneticamente perfetti e generati alla vecchia
maniera, senza interventi scientifici che potessero risparmiare
malattie genetiche. Il protagonista, pur essendo considerato non
valido per ricoprire il ruolo di astronauta, riuscirà a ribaltare il
destino già segnato per gli esseri viventi simili a lui.
Un recente
esperimento scientifico è stato condotto dall’Istituto di
Neuroscienze dell’Accademia delle Scienze di Shanghai. In sostanza,
come racconta il sito Il Post in un articolo dello scorso 24 gennaio,
l’esperimento è andato a buon fine; gli scienziati sono riusciti a
clonare due primati non umani, mettendo in pratica la stessa tecnica
sfruttata per la pecora Dolly. Il lavoro di ricerca è stato diretto
da Mu-ming Poo, e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista
scientifica Cell.
Il successo è considerato storico negli studi
sulla clonazione e potrebbe portare alla produzione di primati
geneticamente identici utili per studi medici. In alcuni ambiti, la
ricerca sui primati può dare informazioni preziose, come nel caso
dell’Alzheimer.
Poo crede che i primati clonati possano essere
impiegati anche nella cura contro il Parkinson o contro particolari
forme di tumore. La tecnica di Poo pone molti problemi etici e
morali, perché teoricamente un giorno potrebbe essere usata anche
sugli umani.
Poo comunque crede che le società, i governi e
l’opinione pubblica non possano autorizzare mai l’estensione
della tecnica all’uomo. Un articolo scritto da Giacomo Galeazzi del
2007, parla di cosa la Cei e il Vaticano pensano al riguardo.
Essi
mettono in guardia dal cromosoma sintetico, ma non escludono un
possibile utilizzo “positivo” della ricerca. In Curia nel 2007 se
ne stava occupando l’arcivescovo Elio Sgreccia, Presidente della
Pontificia Accademia per la Vita; egli diceva che la scoperta va
approfondita dal punto di vista tecnico prima di darne un giudizio
etico. E aggiungeva che tutto dipendeva da come la cosa sarebbe stata
gestita, e cioè come verranno utilizzate le scoperte. Egli faceva a
tal proposito l’esempio del coltello, che quando viene costruito
può essere adoperato per tagliare il pane o per uccidere le persone.
Si è visto come la questione tocchi tanti aspetti della nostra
società, quello morale, quello etico, quello religioso e molti
altri. Come già detto prima, la scoperta non è né positiva né
negativa, tutto dipende dall’uso che se ne farà. È interessante
capire come la questione si evolverà da un punto di vista
legislativo, e cioè come i governi reagiranno e come
regolamenteranno il fenomeno.
Da un punto di vista morale ed etico,
ma anche religioso, la questione è più delicata, proprio perché la
Chiesa è contraria all’utilizzo di questo tipo di conoscenza sugli
umani, opinione condivisa anche dalla maggior parte dell’opinione
pubblica. Forse in futuro le opinioni al riguardo cambieranno, e
l’uso a fini terapeutici e curativi sugli uomini sarà accettato,
come già successo in passato per questioni riguardanti la nudità,
la sessualità, l’aborto e altri temi delicati.
Mattia Maria Scivoletto 5 S2