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<<Questo matrimonio
non s’ha da fare, né domani, né mai!>> Così, con queste parole, i bravi
minacciano il povero Don Abbondio, celebre personaggio manzoniano, che si sente
raggelare le vene dopo aver udito il nome del mandante dell’ordine ricevuto
tanto minacciosamente: Don Rodrigo.
Leggendo alcune pagine del romanzo “I
Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, ambientato nella Lombardia del Seicento,
abbiamo cercato di riflettere su un problema tanto diffuso in quei tempi, per
capire se la nostra terra può ritenersi libera dai tempi in cui era teatro di
prepotenze e minacce. Oggi possiamo affermare di vivere in una società civile,
in uno stato dove esistono leggi a tutela dei più deboli… ma siamo proprio
sicuri che questo basti per metterci al riparo da ingiustizie, minacce e
prepotenze? Purtroppo, in un’epoca come questa, sentiamo parlare ancora di
taluni avvenimenti che accadono soprattutto in ambienti in cui, in teoria,
dovremmo sentirci sicuri e tranquilli, come ad esempio potrebbe essere la
scuola e/o il posto di lavoro. È infatti in questi ambienti, soprattutto, che
si verificano fatti del genere, proprio perché ci sono molte persone che si
comportano da “prepotenti”, cioè che si comportano con modi altezzosi e
spavaldi nei confronti dei più deboli. In queste situazioni, sempre più spesso
purtroppo, vediamo persone che, invece di difendere il proprio compagno o
collega, stanno lì a “godersi lo spettacolo”, non capendo però che, così
facendo, si rendono complici dell’accaduto. Altri esempi di prepotenza
potrebbero essere lo stalking, basato su comportamenti ripetuti e minacciosi,
molestie e telefonate indesiderate, tenuti da parte di una persona nei
confronti della propria vittima, o il mobbing, cioè una persecuzione esercitata
sul posto di lavoro, che può spingersi fino all’aggressione fisica. Alla luce
di quanto detto, purtroppo è evidente che non bastano solo le leggi, ma è
necessario più rispetto, tolleranza, dialogo e confronto per poter evitare che
ancora oggi si assista a episodi di prepotenza. Serve un cambiamento culturale radicale per poter parlare di modernità e sviluppo.
Giannone
Fabiola e Spadaro
Sofia 2T1