A proposito di emancipazione
Tua
nonna ti ha dato tua madre
Tua
madre ti ha dato la vita
Tua
suocera ti darà tua moglie
Tua
moglie ti darà i vostri figli
È
necessario un altro motivo per rispettare le donne?
Quella
che vedete qui a fianco è una delle undici locandine create dalla
classe terza dell’indirizzo Grafica e Comunicazione lo scorso anno.
L’idea iniziale è partita
dalla pubblicità del meteorite della
Bauli, una pubblicità che è stata molto criticata per il messaggio
che trasmetteva. La professoressa Ferlanti ha deciso di farci creare
locandine semplici, immediate e toccanti con argomenti molto
delicati, tra cui quello sulla violenza contro le donne. I ragazzi
che hanno realizzato questa locandina hanno voluto rappresentare una
donna intrappolata nel pugno di Godzilla, un animale mostro con una
forza immensa superiore alla forza di una donna.
Fin
dall’antichità infatti la donna è stata considerata inferiore
all’uomo e un essere utile solo per la riproduzione. Ancora oggi in
alcune società ci sono spose bambine, ovvero bambine di 10-12 anni
che vengono sposate da uomini molto più grandi di loro, vengono
picchiate e abusate sessualmente, se non fanno quello che il marito
ordina. Un’altra violenza sulle donne è l’infibulazione.
Nel
nostro mondo vorremmo molto non parlare o ascoltare dalla tv o dalla
gente di violenze sulle donne, purtroppo dobbiamo parlarne, perché
gli abusi sulle donne accadono quasi ogni giorno. Già ci fa pensare
tanto il fatto che esista una giornata dedicata alla
sensibilizzazione contro le violenze al femminile, cioè il 25
Novembre.
Fare
del male ad una donna non è solo prenderla a botte e maltrattarla,
ma è pure offenderla o insultarla con una parola e si sa, a volte le
parole fanno più male di un pugno. Oltre alla violenza sessuale (lo
stupro) c’è anche quella fisica (spintoni, pugni,calci),
psicologica (il controllo sulla vita privata e sulle proprie scelte)
ed economica (quando l’ uomo proibisce alla donna di avere qualche
soldo).
“Viviamo
in una società che insegna alle donne a difendersi dallo stupro,
quando invece dovremmo insegnare agli uomini anche la
consapevolezza che siamo nati tutti uguali e che non esistono esseri
inferiori, anzi chi usa violenze sicuramente soffre di qualche
complesso di inferiorità”.
Emilia
Maltese, Martina Gintoli – classe 1 GR1