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Questo libro intitolato ”Chi ha paura muore ogni giorno” è stato
scritto da Giuseppe Ayala e pubblicato nel 2008. Il libro è un meritevole
omaggio a due grandi uomini che hanno perso la vita per il loro impegno e la
loro dedizione nella lotta alla mafia, come Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino.
Ayala racconta le vicende biografiche e non dei due magistrati che
intercorrono tra il 1979 e il 1992, dal momento che egli è stato un
calorosissimo amico e collega dei due magistrati. In questo periodo la mafia
confermò la nuova sanguinaria strategia: contrapporsi allo stato sul piano
militare uccidendo centinaia di rappresentanti delle istituzioni con il nuovo
kalashnikov Ak 47 che sostituiva la vecchia lupara.
Giovanni Falcone si trasferì a Palermo nel 1978; dopo la morte di
Cesare Terranova, magistrato del tribunale di Palermo, avvenuta nel settembre
del 1979, fu trasferito all’ufficio istruzione e gli fu subito assegnata
l’istruttoria del processo Spatola da Rocco Chinnici. Durante questo processo
nacque il cosiddetto “metodo Falcone”, cioè un inedito impianto dell’istruzione
dei processi di mafia, che si avvaleva degli ordinari strumenti del codice
adattandoli, però, a una nuova visione del fenomeno. Non bastava indagare in
Sicilia o in Italia, se un carico di droga arrivava dagli USA, ma andare in Usa
e studiarne le conseguenze e bisognava cercare dove finivano i soldi e quindi
controllare i flussi bancari.
Perciò Falcone e Chinnici, e poi successivamente Paolo Borsellino,
divennero un grande ostacolo per la mafia perché il metodo Falcone funzionò e
molti capi mafiosi finirono in carcere, ma contemporaneamente molti inquirenti
vennero uccisi.
Il pool antimafia, gruppo formato dai giudici istruttori Falcone,
Borsellino Guarnotta e Di Lello, lo portò al maxiprocesso ed ebbe il merito di svelare la struttura e il
funzionamento di Cosa Nostra.
Ayala, ripercorrendo le varie vicende successive al maxiprocesso,
rende chiaro come sempre più spesso il lavoro di Falcone e Borsellino venne
ostacolato e così Cosa Nostra divenne sempre più forte, a tal punto che riuscì
ad eliminare Falcone e la moglie nella tragica esplosione del 23 maggio 1992,
Borsellino in quella del 19 luglio dello stesso anno e allo stesso tempo anche la scorta di entrambi.
Tramite questo libro l’autore vuole far conoscere a chi lo legge la
pericolosità della mafia, che magari noi ragazzi non conosciamo a causa
dell’omertà.
Leggendo questo libro ho capito che la mafia è come un muro di cemento
armato, che si può distruggere solamente con l'unione e la forza di tutti i
cittadini.
Vale la pena leggere questo libro perché Ayala era
particolarmente vicino alle due vittime e questo rende il libro avvincente,
inoltre il messaggio del libro, chiaro fin dal titolo, è che le paure devono
essere vinte con impegno e dedizione. È una storia che non ha lieto fine, ma è
una storia che tutti dobbiamo conoscere e non dobbiamo dimenticare.
Rosario Petriliggieri - classe 2T1