martedì 18 dicembre 2018

#sharenotshame

My name is Khan


Ho scelto di proporre la visione del film  “Il mio nome è Khan e non sono un terrorista” alla mia classe 5T1, perché ritengo che rispecchi molto la situazione attuale in cui il razzismo e le discriminazioni sono molto frequenti.

Il mondo ci illude con l’idea che lo sviluppo oltre che tecnologico sia anche mentale e culturale ma, in realtà, il mondo continua ad essere arretrato e le situazioni che si creavano in passato sono ancora attuali, anche se si tende a  mascherare il tutto.
Il film che abbiamo visto racconta la storia di un ragazzo indiano, Khan, di religione musulmana, affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che impedisce l’integrazione sociale. Una volta cresciuto e trasferitosi negli Stati Uniti sposa, contrariamente ai dettami della sua religione, una donna indù che aveva avuto un figlio dal suo primo matrimonio. L’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre amplifica il razzismo con episodi di intolleranza che non si verificavano da 50-60 anni negli USA. Ciò rovina il matrimonio del protagonista, Khan, che viene indicato come colpevole e terrorista solo perché musulmano.
Questi atteggiamenti provocheranno l’uccisione del figlio della moglie di Khan da parte dei bulli della scuola. Da lì in avanti Khan intraprenderà un viaggio per andare a dire al Presidente degli Stati Uniti :”Il mio nome è Khan e non sono un terrorista” come gli aveva suggerito la moglie, disperata per la morte del figlio, prima di lasciarlo.
Khan durante il suo viaggio viene erroneamente arrestato e torturato perché ritenuto un terrorista. Una volta liberato diventa un esempio di bontà per tutto il mondo; aiuta gli sfollati di una città delle Georgia inondata da un uragano e fa arrestare un autentico terrorista. Dopo tante peripezie riesce ad incontrare il Presidente e a comunicargli il suo messaggio e ciò gli permetterà di riunirsi con la moglie.
Il film è molto piacevole, per niente angoscioso anzi in alcuni momenti suscita il sorriso per le goffaggini del protagonista e stimola tanto la riflessione sul ruolo dei pregiudizi e dei luoghi comuni nelle relazioni umane.

Belhadj Serin -  classe 5T1