venerdì 21 dicembre 2018

Curare non serve, meglio prevenire


Cyberbullismo: una giornata per il futuro



Si è svolta il 12 Dicembre 2018 per gli studenti delle classi terze la conferenza sull’emergenza del Cyberbullismo, realizzata grazie all’Associazione Lions Club di Modica. L’incontro, tenutosi presso l’Istituto d’Istruzione Archimede, è stato molto apprezzato da noi ragazzi, principali protagonisti di questa problematica.

La legge n.71 del 2017 definisce «Cyberbullismo» qualunque  forma  di  pressione,  aggressione,   molestia, ricatto, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online, il cui  scopo intenzionale e predominante è quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco  dannoso. 
I contenuti di questa normativa ci sono stati esposti dall’Avv. Carmelo Cataudella, che ci ha parlato come un padre fa con i suoi figli, con la mano sul cuore e soprattutto, sulla coscienza. La coscienza, un mondo inesplorato, anche quando vogliamo trascurarla è lì a dirci chi siamo e cosa dobbiamo fare. Una coscienza, sicuramente, ce l’aveva anche Carolina Picchio, prima che nel Gennaio 2013 decidesse di togliersi la vita. Abbiamo ascoltato la sua storia attraverso un breve video; Carolina era una quattordicenne come tutte le altre, sempre con il sorriso sul volto e con una vita davanti da vivere. Vita che le hanno calpestato e distrutto, facendo girare un video a sfondo sessuale con lei come protagonista.  Possiamo solo immaginare, quanto sia stato difficile per Carolina affrontare la vita di tutti i giorni, con il timore e la consapevolezza che da un momento all’altro potesse arrivare quella maledetta notifica sul cellulare, fino a quando, stanca di essere vittima dei suoi ricattatori, ha trovato il coraggio di buttarsi dal balcone, soffocata dal dolore. La stessa sorte tocca sempre più spesso ad altri milioni di adolescenti. Non è possibile, è inaccettabile pensare una cosa del genere, non possono essere 2.600 likes a toglierti la vita. L’Avv. Cataudella ha poi aggiunto una riflessione apparentemente banale, ma che in realtà racchiude una verità che ognuno di noi si rifiuta di vedere: <<Per salvare Carolina sarebbe bastato “solo” un abbraccio, ma ormai nessuno di noi sa farlo fisicamente, si tende sempre a farlo virtualmente.>>. Beh, io sono sicura che dopo questa conferenza ognuno di noi si porterà dentro qualcosa di diverso, di forte, al solo pensiero che Carolina sarebbe potuta essere in mezzo a noi. Ma ci deve pur essere una soluzione, ci si deve poter svegliare da questo terribile incubo, ma come? Il Sig. Picchio, padre di Carolina, durante il processo ha affermato che <<le “sanzioni” non servono, perché il punto di partenza devono essere i ragazzi e non le forze dell’ordine, perché quando arrivano loro è già tardi.>>. Queste parole sono state dette da un padre che ha visto spegnersi la SUA stella, prima ancora che iniziasse a brillare di luce propria. Secondo quanto sostiene la Peer Education, che si occupa di progetti contro il bullismo e il cyberbullismo, l’unico modo per provare a contrastare questo fenomeno è seguire un iter formativo e di prevenzione, all’interno delle scuole, dove degli esperti possano relazionarsi con i ragazzi, grazie anche all’aiuto dei docenti. Il progetto prevede anche la formazione di un docente sul fenomeno del bullismo, in modo tale che ogni alunno possa avere un referente al quale fare riferimento per confidarsi e dal quale ricevere un valido aiuto, che a volte potrebbe essere di vitale importanza. Quando un ragazzo ti chiede una “prova d’amore”, che altro non è che la strada verso la disperazione, tu, piccola donna indifesa, ti senti “costretta” a mandargli delle foto, solo perché te lo chiede una persona di cui ti fidi, ma ricordati che invece di amarti e rispettarti, questa persona sta usando il tuo corpo, la tua dignità. Io, come tanti altri adolescenti, sogno un mondo diverso e spero che questo un giorno sia possibile, grazie anche alla sensibilizzazione e alla prevenzione, azioni che spesso sono presenti a scuola e che possono lasciare una traccia indelebile dentro ognuno di noi.     
                           Alessia Cicero - classe 3 T1