Una piccola donatrice
foto scattata da Eleonora Spadola |
Fin da piccola ho sempre aspettato
questi fatidici 18 anni per poter provare nuove esperienze, emozioni, da cui
ero molto presa, e che erano realizzabili solo con la maggiore età. Tra queste
c’era l’esperienza di diventare donatrice Avis,
consapevole del fatto che
donando il mio sangue, avrei salvato giornalmente la vita a moltissime persone
bisognose di questo prezioso elemento; donando il sangue inoltre, potrò avere
un controllo periodico del mio stato di salute. In famiglia mio padre è donatore e parlando a
casa delle sue varie donazioni ed esperienze, tra una cosa e l’altra, ero
sempre più incuriosita e spinta a diventare donatrice. Nel novembre 2018 mi sono presentata
al centro Avis, e dopo aver effettuato i vari controlli di salute e compilato i
vari moduli, ho fatto la mia prima donazione. È stata un’esperienza nuova, a cui
ancora non credevo di essere arrivata. All’inizio ero spaventata dall’idea
di poter provare dolore, o avere una qualche reazione da parte del mio corpo,
ma fortunatamente è andato tutto nel verso giusto. La donazione è avvenuta un giovedì
pomeriggio, per il pranzo mi hanno dato una lista con del cibo consigliabile
per poter donare in sicurezza, se invece
fossi andata di mattina sarei dovuta andare a digiuno. Mi ricordo che, strano ma vero, ero
molto presa a osservare il movimento della sacca che si riempiva del mio
sangue; quel colore rosso era cosi acceso che mi ha portato nuovamente a
pensare a tutte quelle vite salvate grazie a un mio piccolissimo gesto. Tra una donazione e l’altra per un
ragazzo passano 4 mesi, ma per noi ragazze devono passare circa 6 mesi, per
dare la possibilità al corpo di riprodurre il sangue donato. Verso maggio farò la mia seconda donazione e
resto convinta dell'importanza di questo piccolo ma fondamentale gesto di
vitale importanza per coloro che ne hanno bisogno.
Eleonora Spadola - classe 4A1