martedì 12 febbraio 2019

Storie di ordinaria generosità


Una piccola donatrice

foto scattata da Eleonora Spadola
Fin da piccola ho sempre aspettato questi fatidici 18 anni per poter provare nuove esperienze, emozioni, da cui ero molto presa, e che erano realizzabili solo con la maggiore età. Tra queste c’era l’esperienza di diventare donatrice Avis,

consapevole del fatto che donando il mio sangue, avrei salvato giornalmente la vita a moltissime persone bisognose di questo prezioso elemento; donando il sangue inoltre, potrò avere un controllo periodico del mio stato di salute. In famiglia mio padre è donatore e parlando a casa delle sue varie donazioni ed esperienze, tra una cosa e l’altra, ero sempre più incuriosita e spinta a diventare donatrice. Nel novembre 2018 mi sono presentata al centro Avis, e dopo aver effettuato i vari controlli di salute e compilato i vari moduli, ho fatto la mia prima donazione. È stata un’esperienza nuova, a cui ancora non credevo di essere arrivata. All’inizio ero spaventata dall’idea di poter provare dolore, o avere una qualche reazione da parte del mio corpo, ma fortunatamente è andato tutto nel verso giusto. La donazione è avvenuta un giovedì pomeriggio, per il pranzo mi hanno dato una lista con del cibo consigliabile per poter donare in sicurezza,  se invece fossi andata di mattina sarei dovuta andare a digiuno. Mi ricordo che, strano ma vero, ero molto presa a osservare il movimento della sacca che si riempiva del mio sangue; quel colore rosso era cosi acceso che mi ha portato nuovamente a pensare a tutte quelle vite salvate grazie a un mio piccolissimo gesto. Tra una donazione e l’altra per un ragazzo passano 4 mesi, ma per noi ragazze devono passare circa 6 mesi, per dare la possibilità al corpo di riprodurre il sangue donato. Verso maggio farò la mia seconda donazione e resto convinta dell'importanza di questo piccolo ma fondamentale gesto di vitale importanza per coloro che ne hanno bisogno.



Eleonora Spadola - classe 4A1