giovedì 16 gennaio 2020

Intervista ad un imprenditore modicano


Il frantoio oleario Ruta prima e dopo



La storia di una città, di un paese o di una regione è legata alle tradizioni, ai costumi, ai sapori, al lavoro e anche ai mestieri. Alcuni mestieri del passato sono scomparsi, altri sono ancora vivi, alcuni resistono a fatica, altri si sono modificati del tutto o in parte. Uno dei mestieri che ancora oggi caratterizza il nostro territorio è
quello della produzione dell’olio d’oliva. Quella che vi racconteremo è un’intervista al signor Giorgio Ruta, figlio del signor Ciccio Ruta che nel 1953 intraprese l’attività di lavorazione e trasformazione dell’olio.
Nel 1953 il nonno Ciccio iniziava con questa nuova attività costruendo un oleificio per la lavorazione delle olive per l’olio ed acquistando il primo impianto a pressa idraulica e macchinari dell’epoca quali presse, frangitori, gramole e separatore a trazione meccanica con motore diesel, poiché in zona non c’era traccia di energia elettrica. È stato lui a dare avvio all’impresa che oggi comprende il nostro frantoio, l’oliveto di famiglia e soprattutto l’esperienza che continua a renderci un punto di riferimento della produzione dell’olio di qualità in Sicilia. L’attività del nonno Ciccio, a partire dagli anni ’80, è stata gestita da Giorgio Ruta insieme alla moglie: un passo ulteriore verso il futuro, non privo delle consuete burrasche che si presentano quando le idee sono tante, decise e in continua evoluzione. Così è arrivato il momento di introdurre finalmente un nuovo impianto a ciclo continuo al posto di quello a presse idrauliche: per qualche anno i due impianti hanno convissuto nello stesso spazio, coi clienti pronti a schierarsi con la tradizione o l’innovazione; finché anche nonno Ciccio si convinse della necessaria novità e smontò con le sue mani le vecchie macchine a cui era tanto affezionato. La strada era segnata: il nostro frantoio proseguiva la sua crescita col desiderio di innalzare sempre di più la precisione e il livello dei servizi, innovando con costanti accorgimenti l’impianto di trasformazione, dando assistenza ai clienti nelle fasi precedenti e accompagnandoli a un percorso di consapevolezza della qualità dell’olio. “Oggi vogliamo che il marchio Ruta sia sempre più sinonimo di un eccellente Olio extravergine di oliva sigillo di un’identità familiare” sostiene il nostro Giorgio Ruta a cui abbiamo rivolto le nostre domande.
Come si sono evoluti i macchinari?

I macchinari dello scorso secolo sono stati sostituiti con dei macchinari più tecnologici ovvero: deramifogliatore, frantoio a martelli, gramole e decanter; sono a quattro fasi senza aggiunta di acqua e separatore finale; ciò ha portato a una evoluzione della produzione. Con i nuovi macchinari si hanno soltanto vantaggi a livello di sicurezza sul lavoro, igiene (infatti prima i macchinari erano in ferro e non in acciaio inox, materiale che garantisce una maggiore pulizia), e produttività, in quanto si produce di più grazie a macchinari più veloci e automatizzati. Grazie all’innovazione si ottengono oli di altissima qualità e si riduce il faticoso lavoro manuale.   
Come avviene la produzione?
La produzione inizia con l’arrivo delle olive al frantoio, vengono dermofogliate, lavate, molite ed estratto l’olio, successivamente viene analizzato, e se è di qualità viene stoccato in magazzino in appositi silos e confezionato in base alla richiesta del cliente.
Avviene un’estrazione a freddo o a caldo? L’estrazione avviene scrupolosamente a freddo necessaria per la qualità dell’olio.
Quanti litri di olio vengono prodotti annualmente? Annualmente si arriva alla produzione di 150.000 lt tra produzione della nostra azienda, oliveti in affido ed olive selezionate e acquistate.
Quanti ettari vengono utilizzati? Vengono utilizzati 130 ettari
Quanti tipi di olive esistono? Ci sono vari tipi di olive da cui vengono estratti oli diversi con fruttati diversi: verdese, moresca, tondoiblea, biancolilla e nocellara. I fruttati possono essere: fruttati delicati, medi e intensi.
Che fine fanno i rifiuti di scarto? E la sansa?
Alla fine dell’estrazione la sansa può andare a sansifici o lavorata nella nostra sede per l’estrazione del nocciolo, che viene utilizzato come combustione solida e il resto per la biomassa.
Quante ore lavorate nell’oleificio?
Durante una campagna olearia si lavora 1500 ore circa.
Viene convolta la famiglia?
In questa attività è coinvolta tutta la famiglia, da capofamiglia mi occupo della supervisione, mia figlia Graziana gestisce la parte amministrativa e commerciale, mio figlio Ciccio si occupa della produzione e gli altri componenti della famiglia per le varie esigenze.
Quanti posti di lavoro offrite?
Oltre al nucleo familiare offriamo altri cinque posti di lavoro.
Avete soltanto una sede? Abbiamo due sedi: una dove c’è il frantoio (Noto) e la seconda a Modica dove ci sono gli uffici, il deposito e l’imbottigliamento.
In quanti mercati operate?
I mercati su cui operiamo sono vari: mercati locali ad uso privato, ristorazione, gruppi di acquisto, mercati di nicchia sparsi per tutto il mondo.
Esportate solo in Sicilia?
 Esportiamo in tutta Italia, Europa, Russia, Giappone, Emirati Arabi, Stati Uniti e Cina.
Avete vinto premi?
Abbiamo vinto vari premi: il leone d’oro del 2000 e tante gran mensioni. Negli ultimi tre anni selezionati al concorso Aristol come miglior olio del bacino del Mediterraneo.
Rispettate l’ambiente?
Si, rispettiamo l’ambiente in quanto la sansa è un sottoprodotto utilizzato per biomassa e combustibile solido, le acque di vegetazione o patè vengono utilizzate come fertilizzante e le foglie  vengono miscelate a letame per ottenere un concime organico.





Fronte Giulia, Lucifora Marta, Ruta Carlotta- classe 3 A1