Il frantoio oleario Ruta prima e dopo
La storia di una città, di un
paese o di una regione è legata alle tradizioni, ai costumi, ai sapori, al
lavoro e anche ai mestieri. Alcuni mestieri del passato sono scomparsi, altri
sono ancora vivi, alcuni resistono a fatica, altri si sono modificati del tutto
o in parte. Uno dei mestieri che ancora oggi caratterizza il nostro territorio
è
quello della produzione dell’olio d’oliva. Quella che vi racconteremo è
un’intervista al signor Giorgio Ruta, figlio del signor Ciccio Ruta che nel
1953 intraprese l’attività di lavorazione e trasformazione dell’olio.
Nel 1953 il nonno Ciccio
iniziava con questa nuova attività costruendo un oleificio per la lavorazione
delle olive per l’olio ed acquistando il primo impianto a pressa idraulica e
macchinari dell’epoca quali presse, frangitori, gramole e separatore a trazione
meccanica con motore diesel, poiché in zona non c’era traccia di energia
elettrica. È stato lui a dare avvio all’impresa che oggi comprende il nostro
frantoio, l’oliveto di famiglia e soprattutto l’esperienza che continua a
renderci un punto di riferimento della produzione dell’olio di qualità in
Sicilia. L’attività del nonno Ciccio, a partire dagli anni ’80, è stata gestita
da Giorgio Ruta insieme alla moglie: un passo ulteriore verso il futuro, non
privo delle consuete burrasche che si presentano quando le idee sono tante,
decise e in continua evoluzione. Così è arrivato il momento di introdurre
finalmente un nuovo impianto a ciclo continuo al posto di quello a presse
idrauliche: per qualche anno i due impianti hanno convissuto nello stesso
spazio, coi clienti pronti a schierarsi con la tradizione o l’innovazione; finché
anche nonno Ciccio si convinse della necessaria novità e smontò con le sue mani
le vecchie macchine a cui era tanto affezionato. La strada era segnata: il
nostro frantoio proseguiva la sua crescita col desiderio di innalzare sempre di
più la precisione e il livello dei servizi, innovando con costanti accorgimenti
l’impianto di trasformazione, dando assistenza ai clienti nelle fasi precedenti
e accompagnandoli a un percorso di consapevolezza della qualità dell’olio. “Oggi
vogliamo che il marchio Ruta sia sempre più sinonimo di un eccellente Olio
extravergine di oliva sigillo di un’identità familiare” sostiene il nostro
Giorgio Ruta a cui abbiamo rivolto le nostre domande.
Come si sono evoluti i macchinari?
I macchinari dello scorso
secolo sono stati sostituiti con dei macchinari più tecnologici ovvero:
deramifogliatore, frantoio a martelli, gramole e decanter; sono a quattro fasi
senza aggiunta di acqua e separatore finale; ciò ha portato a una evoluzione
della produzione. Con i nuovi macchinari si hanno soltanto vantaggi a livello
di sicurezza sul lavoro, igiene (infatti prima i macchinari erano in ferro e
non in acciaio inox, materiale che garantisce una maggiore pulizia), e produttività,
in quanto si produce di più grazie a macchinari più veloci e automatizzati.
Grazie all’innovazione si ottengono oli di altissima qualità e si riduce il
faticoso lavoro manuale.
Come avviene la produzione?
La produzione inizia con
l’arrivo delle olive al frantoio, vengono dermofogliate, lavate, molite ed
estratto l’olio, successivamente viene analizzato, e se è di qualità viene
stoccato in magazzino in appositi silos e confezionato in base alla richiesta
del cliente.
Avviene un’estrazione a freddo o a caldo? L’estrazione avviene
scrupolosamente a freddo necessaria per la qualità dell’olio.
Quanti litri di olio vengono prodotti annualmente? Annualmente si
arriva alla produzione di 150.000 lt tra produzione della nostra azienda,
oliveti in affido ed olive selezionate e acquistate.
Quanti ettari vengono utilizzati? Vengono utilizzati 130 ettari
Quanti tipi di olive esistono? Ci sono vari tipi di olive da cui
vengono estratti oli diversi con fruttati diversi: verdese, moresca,
tondoiblea, biancolilla e nocellara. I fruttati possono essere: fruttati
delicati, medi e intensi.
Che fine fanno i rifiuti di scarto? E la sansa?
Alla fine dell’estrazione la
sansa può andare a sansifici o lavorata nella nostra sede per l’estrazione del
nocciolo, che viene utilizzato come combustione solida e il resto per la
biomassa.
Quante ore lavorate nell’oleificio?
Durante una campagna olearia
si lavora 1500 ore circa.
Viene convolta la famiglia?
In questa attività è coinvolta
tutta la famiglia, da capofamiglia mi occupo della supervisione, mia figlia
Graziana gestisce la parte amministrativa e commerciale, mio figlio Ciccio si
occupa della produzione e gli altri componenti della famiglia per le varie
esigenze.
Quanti posti di lavoro offrite?
Oltre al nucleo familiare
offriamo altri cinque posti di lavoro.
Avete soltanto una sede? Abbiamo due sedi: una dove c’è il frantoio
(Noto) e la seconda a Modica dove ci sono gli uffici, il deposito e
l’imbottigliamento.
In quanti mercati operate?
I mercati su cui operiamo sono
vari: mercati locali ad uso privato, ristorazione, gruppi di acquisto, mercati
di nicchia sparsi per tutto il mondo.
Esportate solo in Sicilia?
Esportiamo in tutta Italia,
Europa, Russia, Giappone, Emirati Arabi, Stati Uniti e Cina.
Avete vinto premi?
Abbiamo vinto vari premi: il
leone d’oro del 2000 e tante gran mensioni. Negli ultimi tre anni selezionati
al concorso Aristol come miglior olio del bacino del Mediterraneo.
Rispettate l’ambiente?
Si, rispettiamo l’ambiente in
quanto la sansa è un sottoprodotto utilizzato per biomassa e combustibile
solido, le acque di vegetazione o patè vengono
utilizzate come fertilizzante e le foglie
vengono miscelate a letame per
ottenere un concime organico.
Fronte Giulia, Lucifora Marta, Ruta Carlotta- classe 3 A1