venerdì 17 gennaio 2020

Usa vs Iran

L’abbandono dell’accordo nucleare e la morte di Soleimani
Immagine tratta dal web

Da qualche tempo i rapporti tra Stati Uniti e Iran si sono inaspriti dal momento che nel maggio del 2018 il presidente americano Donald Trump ha deciso di abbandonare l’accordo sul nucleare negoziato con l’Iran dall’ex presidente Barack Obama nel 2015.
Tale accordo prevedeva che l’Iran eliminasse le riserve di uranio e riducesse di due terzi le centrifughe di gas per tredici anni e gli Stati Uniti in cambio avrebbero eliminato le sanzioni imposte negli anni precedenti. Una volta abbandonato tale accordo, Trump introduce nuovamente quelle sanzioni contro lo stato medio-orientale.
L’intento del presidente statunitense è anche quello di indurre l’Iran a ritirarsi dalla Siria, dove appoggia il presidente Bashar al-Assad nella costruzione di basi missilistiche ritenute però pericolose per lo stato di Israele.
Ad aumentare il clima di tensioni tra Iran e USA è stato l’abbattimento di un drone spia americano intercettato nello spazio aereo di Teheran nel giugno del 2018.
In risposta Trump predispone un attacco militare, che però annulla poco prima della sua attuazione, perché avrebbe provocato la morte di almeno centocinquanta persone, decidendo invece solo di sanzionare ulteriormente l’Iran.
Tre mesi dopo un raid colpisce una delle più grandi raffinerie saudite, ma nonostante gli Stati Uniti sostengano che sia stato lanciato da Teheran, alcune basi missilistiche americane a nord dell’Iraq vengono bombardate. Pertanto le milizie iraniane presenti in Iraq ed in Siria vengono attaccate.
Ciò basta per scatenare l’assalto americano all’aeroporto di Baghdad il 30 dicembre scorso, la cui conseguenza colpisce l’Iran dritta al cuore con la morte del generale Qassem Soleimani, comandante iraniano.
Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio lo stato islamico vendica la morte del generale Soleimani lanciando ventidue missili balistici su due basi irachene che ospitano soldati americani. I media iraniani parlano anche di un certo numero di vittime in seguito a questo attacco, cifre fino ad ora smentite dagli USA. Teheran  ha rivendicato la legittimità di tale aggressione per dare un segnale e cioè quello che di fronte ad un attacco il paese è pronto a difendersi, ma non vuole una guerra. Adesso si aspetta la risposta degli Stati Uniti. Ma come interpretare questo silenzio?
Si può ancora negoziare una tregua o è già troppo tardi per evitare l’inevitabile?


Christian Sortino - classe 3S1