mercoledì 19 febbraio 2020

Tanti interrogativi, una sola verità


La scomparsa di Majorana


Giorno 6 febbraio, noi classi del triennio, siamo stati a teatro per vedere lo spettacolo intitolato “La scomparsa di Majorana”.
La rappresentazione teatrale è stata incentrata su un interrogatorio fatto ad un monaco dell’Ordine dei Certosini, il quale era stato “accusato” di essere lui Ettore Majorana.
Quest’ultimo, nato il 5 Agosto 1906 a Catania, aveva intrapreso gli studi di fisica nucleare, arrivando all’affermazione della teoria quantistica dei nuclei radioattivi; il tutto nello stesso periodo in cui stava iniziando a prendere piede il clima d’intolleranza nei confronti degli ebrei, ponendo le basi per la seconda guerra mondiale. Ettore Majorana si presume che sia scomparso il 25 Marzo 1938, tale data è legata ad alcune lettere che lui stesso scrisse alla famiglia e al professore di fisica sperimentale Antonio Carrelli, preannunciando la sua partenza da Napoli verso Palermo dove avrebbe cercato di suicidarsi. Allo stesso Carrelli il successivo 26 marzo Ettore spedì la sua ultima lettera, dopo il viaggio di andata, dove fa presente di trovarsi a Palermo, di non essere riuscito nel tentativo di suicidio perché come lui stesso scrisse, “il mare mi ha rifiutato”, e aggiunse anche che sarebbe ritornato a Napoli il giorno successivo, ma il ritorno non è mai avvenuto. 
A seguito della sua scomparsa vennero ipotizzate diverse teorie, un esempio ne sono quelle del suicidio o quelle della fuga in Argentina, ma quella che risulta più veritiera riguarda la scelta di vocazione monarchica sposata soprattutto da Leonardo Sciascia nel suo saggio “La scomparsa di Majorana”, saggio su cui si è basata la rappresentazione teatrale di cui vi stiamo parlando. La scena ha luogo nello studio di una dottoressa, la quale appena arriva per il suo turno trova un monaco, il quale diceva di essersi smarrito e di avere bisogno di aiuto per ritornare in convento. La dottoressa decide di chiamare l’ispettore, il quale precipitatosi subito nell’ufficio della dottoressa riconosce nel monaco un viso familiare, facilmente riconducibile a quello di Ettore Majorana. Il monaco però non rilascia informazioni su di lui se non il fatto di provenire dall’Ordine dei Certosini, negando più volte di essere Ettore Majorana. Durante “l’interrogatorio” però lui tenta spesso di non denigrare Majorana, cercando delle spiegazioni valide legate alle sue scelte di abbandono della carriera; ad un certo punto della rappresentazione si arriva a pensare che sia proprio lui Ettore Majorana, soprattutto dal modo con cui il monaco risponde e giustifica situazioni e comportamenti. Alla fine della vicenda viene chiamata in causa anche la moglie di Enrico Fermi, professore molto caro ad Ettore, donna con la quale ha avuto l’ultimo incontro dieci anni prima di quel giorno. Lei cercherà, soprattutto nella parte conclusiva dell’incontro, di far confessare al monaco la sua vera identità, senza però alcun risultato.
Si chiude il sipario teatrale con la resa da parte dell’ispettore riguardo ogni ultimo tentativo di scoprire la verità, come se l’unica verità possibile fosse nascosta nel mistero della sua scomparsa.La rappresentazione ha coinvolto particolarmente noi ragazzi grazie agli intrighi della vicenda e ai misteri legati alla scomparsa del protagonista.
Gli attori sono stati molto disponibili nel rispondere alle nostre curiosità alla fine dello spettacolo, cercando di chiarire i nostri dubbi.
Il giudizio complessivo è certamente positivo, e invitiamo tutti alla visione dello spettacolo.


Maria Virginia Consales e Dalila Renda - classe III S1