Un cantautore d’altri tempi
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Ultimo, nome d’arte di Niccolò Moriconi, nasce il
27 gennaio 1996 a Roma sotto il segno dell’Acquario. Inizia a scrivere canzoni
all’età di 14 anni, difatti, alcuni famosi brani come “Piccola stella”, sono
stati scritti da Niccolò proprio in quella giovane età. Sul palco di qualche
concerto provinciale di beneficienza, esordisce ancora adolescente con brani
che, ad oggi, sono molto meno conosciuti, per esempio “Bellissimo dolore” e “Regalami
un sorriso”. Già da quelle canzoni, si poteva intuire la stoffa poetica di
questo artista. Il suo primo album si chiama “Pianeti” ed esce il 6 ottobre del
2017 su tutte le piattaforme musicali. Il cantautore, successivamente,
superando le selezioni di “Sarà Sanremo”, sul palco dell’Ariston strega il
pubblico con il brano “Il ballo delle incertezze” che ottiene la vittoria tra i
giovani. Un paio di giorni dopo il successo ottenuto, Ultimo lancia “Peter
Pan”, il suo secondo disco, dove è presente la mia canzone preferita in
assoluto, che si chiama “Forse dormirai”. A distanza di tre mesi, Ultimo cresce
esponenzialmente di fama. L’anno dopo partecipa tra i big al Festival di
Sanremo e, secondo me vittima di un’ingiustizia, arriva secondo con il brano “I
tuoi particolari”. Un paio di mesi dopo esce “Colpa delle favole”. Un paio di
settimane fa, invece, è uscito l’album “Solo”, dove Ultimo continua a
registrare record su record e scala le classifiche. Ultimo è il mio cantante preferito ormai da quattro
anni; l’ho conosciuto grazie alla canzone “Sogni appesi” che ho ascoltato prima
dell’arrivo di Ultimo a “Sarà Sanremo”. Lui per me è un punto di riferimento,
poiché è uno dei pochissimi che, ad oggi, mantiene uno stile musicale più
“antico”. Io sono un amante della buona musica leggera italiana, Ultimo per
esempio viene paragonato ad Antonello Venditti, altro cantautore che io ammiro
tantissimo. Molte volte mi piace mettermi con le cuffiette e ascoltare pilastri
della musica come Vasco Rossi, Ligabue, Celentano, Tiziano Ferro, i Pink Floyd,
solo per citarne alcuni. Ultimo con il suo stile di musica non volgare e molto
significativo è l’unico che secondo me può arrivare ai livelli dei cantanti
sopracitati. “Depressivo”, “troppo romantico”, queste sono solo alcune delle etichette
dispregiative che gli vengono affibbiate. Molte volte mi chiedo cosa
succederebbe se la gente invece di giudicare per seguire la massa, iniziasse ad
ascoltare le parole delle sue canzoni e a capirne il significato.
Vittorio Assenza – Classe 3^ GR1