Presentazione dell’associazione culturale “Dal ventre di Modica”
Foto di Giovanni Giannì - 5^ CA1 |
Simone È stata colpa di mia madre perché, a parte il fatto che io e
Lucia siamo vicini di casa, mia madre qualche anno fa dopo l’incidente alle
scuole che ha provocato la morte di una maestra ha deciso di aprire un comitato
insieme ad altre persone e Lucia ne faceva parte. Poi col passare del tempo ci
siamo uniti di più perché ho preso una cagnolina e lei mi ha aiutato e tutt’ora
mi aiuta a gestirla.
Com’è nata questa iniziativa? Chi dei due ha avuto l’idea?
Simone L’idea è venuta a tutti e due, però a coinvolgermi di più è
stata Lucia perché io, non avendo esperienza, non sapevo neanche come la mia
idea si potesse realizzare.
Lucia Io sono dedita ai giovani. Ho due figli, uno di ventidue anni e uno di ventotto anni, che ho sempre seguito nella scuola e nello sport; il piccolo ha preso la licenza media al serale, mentre il grande ha frequentato la Ragioneria ottenendo dei buoni voti però poi ha deciso di andare a lavorare. Visto e considerato il periodo in cui siamo, non c’è lavoro, ho sempre detto ai miei figli che non pretendevo da loro che fossero dei geni ma che avessero almeno una certa cultura, cosa che li può aiutare in futuro. Ripeto, sono molto vicina ai giovani e visto che non sono riuscita a coinvolgere i miei figli ho chiesto a Simone se era interessato a scoprire i “misteri” di Modica, cosa che io faccio da anni; infatti, ci sono molte cose a noi sconosciute della nostra città.
Simone Io amo i misteri. Fin da piccolo mi è sempre piaciuto andare
a scoprire i segreti oscuri delle persone, dell’umanità; quindi mi sono detto:
- Perché non cogliere al balzo questa occasione per poter scoprire qualcosa di
più della mia città natale?!
Qual è lo scopo dell’associazione?
Lucia Sono tre i principali scopi di questa associazione: la
passione, la cultura personale e un futuro lavorativo per i nostri giovani che
sono e saranno il simbolo di questa società. Noi modicani abbiamo una storia
bella, basta saperla ricercare e rispettare; voglio essere positiva, secondo me
questa associazione aprirà ai giovani tantissime strade e spero di riuscire a
coinvolgerne tanti. L’idea è quella di allargarla con il tempo, riuscendo
magari a ottenere agevolazioni economiche da parte del governo comunale che ne potrà
trarre vantaggi a livello turistico. L’intenzione è anche quella di creare
eventi, di inserire gruppi teatrali e musicali e organizzare concorsi sulle
base di ricerche dei siti e della storia stessa.
Quali saranno i prossimi passi dell’associazione?
Foto di Simone Garaffa - 3^ GR2 |
Lucia In questo momento stiamo lavorando a delle ricerche e nel frattempo teniamo attivo il gruppo Facebook della nostra associazione, pubblicando poesie, video, storie di personaggi illustri e il risultato stesso delle nostre ricerche. Prima della pubblicazione rileggiamo e rivediamo tutto con molta attenzione perché sappiamo che siamo responsabili del gruppo e che, quindi, dobbiamo stare attenti a quello che pubblichiamo. Io ho detto a Simone che non deve trascurare lo studio, inoltre il nostro non è un lavoro retribuito quindi ci vediamo nel tempo disponibile all’infuori degli impegni personali. Ora stiamo lavorando nel quartiere del Santissimo Salvatore dove stiamo facendo dei sopralluoghi. Il mio punto di partenza sono i libri, amo leggere. Da circa quattro anni sto lavorando sul libro “Modica e le sue chiese” di F. L. Belgiorno; leggendolo ho scoperto che in questo quartiere nel 1600 era stata eretta una chiesetta, dedicata ai Santi Quaranta Martiri, San Girolamo e San Filippo, che poi fu demolita e al suo posto sono state costruite due case. Ci siamo messi alla ricerca del punto esatto dell’ubicazione di questa chiesetta, abbiamo avuto qualche difficoltà perché neanche gli abitanti del quartiere la conoscevano. Continuando le nostre ricerche, ho scoperto che una di queste abitazioni, qualche decennio fa, era di proprietà di una mia vicina di casa. Questa signora mi ha detto che poi, in accordo con i suoi fratelli, ha deciso di donarla alla comunità del Santissimo Salvatore. C’è poco da dire sulla chiesetta, ma parleremo anche del quartiere in generale e dei “dammusi”. Alla fine di ogni nostra ricerca, vogliamo realizzare un opuscoletto per fare una mini biblioteca personale per la nostra associazione; quello sulla storia di Fanzio e Deodata è finito, dobbiamo solo farlo stampare.
Prima storia ricostruita?
Lucia La storia di Fanzio e Deodata, alla quale stavo già lavorando
da due anni e che, con l’aiuto di Simone, ho finito di ricostruire. Mi avrebbe
fatto piacere ricostruire la storia dei due Santi in luoghi adeguati che più
rappresentavano la realtà che risale al periodo storico del primo Cristianesimo,
come alla Cava d’Ispica dove c’è la Cava di Fanzio ma, anche per condizioni
climatiche non favorevoli, non è stato possibile. Abbiamo iniziato facendo una
presentazione in Piazza Matteotti presentando la via Santa che è la prima
protagonista della storia, che poi abbiamo concluso realizzando un video.
Lucia, ci racconti questa storia?
Foto di Carmelo Colombo |
Simone, vogliamo finire questa intervista con te. Cosa ti aspetti da
questa collaborazione?
Simone Bella domanda! Mi aspetto di arricchirmi culturalmente,
ampliare la mia passione per le storie e scoprire sempre di più, avere anche
più costanza nello studio. La mia è una motivazione molto personale, non mi
aspetto di guadagnare soldi, questo non mi interessa. Non mi interessa il
successo, di essere seguito, o un guadagno monetario; il mio guadagno
soprattutto deve essere dentro di me.
Giovanni Giannì e Rosario Baglieri – Classe 5^ CA1