Tensioni
tra Ucraina e Russia: spiegazione
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Immagine tratta dal web |
Tutto è partito nel 2014, quando al potere arrivarono
le forze nazionaliste, provocando quella da molti denominata "Rivoluzione
ucraina". In principio deteneva il potere il presidente Victor Yanukovich,
di orientamento filo-russo, che mirava a rafforzare i rapporti con la Russia.
In Ucraina però era ormai diffuso il malcontento, tra povertà, corruzione e
mancanza di benessere in generale, frequenti erano perciò le manifestazioni in
piazza, fatte anche da persone armate che erano contro il presidente
attualmente in carica. Cercando di trovare un punto d'incontro, Yanukovich
promise di migliorare la vita nel paese se le manifestazioni fossero cessate e
i ministri degli esteri di Francia, Polonia e Germania, si diedero il compito
di vigilare sull'operato del governo e garantire la stabilità del paese,
assicurandosi quindi che entrambe le parti mantenessero gli accordi presi.
Tuttavia si era raggiunto da tempo ormai un punto di non ritorno e con la situazione
ormai degenerata, diverse persone armate presero il potere attraverso un colpo
di stato. Il presidente ucraino, che intanto si rifugiò a Rostov in Russia,
venne deposto e condannato a 13 anni di carcere e in Ucraina governarono da
quel momento le forze nazionaliste. La politica ucraina venne così influenzata
dalla politica europea e da quella americana. Questo momento politico è
considerato come l'inizio del malcontento in Crimea e a Donbass. La Crimea era
un'isola ucraina costituita da molti cittadini di nazionalità russa che,
vedendo come il potere in Ucraina è stato conquistato in modo violento e non
attraverso ordinarie elezioni, decise di non riconoscere la nuova autorità come
legittima. C'è da dire però che anche in Ucraina vennero fatte, in seguito,
nuove elezioni, ma queste si tennero in un'atmosfera che esercitava alti
livelli di odio verso la Russia, e diffusa era la propaganda contro la lingua
russa, contro i russi, contro i monumenti russi e i suoi riti religiosi, verso
la Russia come paese. In questa storia è doveroso citare la strage di Odessa,
accaduta il 2 maggio 2014: si tratta di un massacro avvenuto in Ucraina, presso
la Casa dei Sindacati. Il tutto iniziò con delle rivolte nella città di Odessa
da parte del popolo, in seguito all'elezione illegittima avvenuta. Dopo gli
scontri, i manifestanti contrari al nuovo governo si rifugiarono nella Casa dei
Sindacati. Questi però vennero seguiti ed aggrediti all'interno dell'edificio,
dagli estremisti di destra, dai neonazisti e dai nazionalisti, gli attuali
sostenitori del governo ucraino, che successivamente circondarono l'edificio e
appiccarono il fuoco. Nell'incendio persero la vita 42 persone, alcune delle
quali del tutto estranee ai fatti, in quanto si trovavano lì per ragioni di lavoro.
Gli estremisti impedirono ai vigili del fuoco di poter accedere all'area per
poter intervenire, e i pochi che riuscirono a sopravvivere vennero uccisi
all'uscita dell'edificio. Molte uccisioni si verificano anche all'interno, e
quello che fece più scalpore furono le persone lanciate vive dall'altura del
palazzo, e il ritrovamento del corpo di una donna incinta strangolata con dei
cavi telefonici. Il nuovo governo ucraino parlò del fatto come di una fatalità
e accusò le forze filo-russe di essere i veri responsabili. L'accusa poi verrà
smentita ufficialmente, per la presenza di sopravvissuti e troppi testimoni.
Nonostante questo, il nuovo governo ucraino non aprirà mai un'indagine in
quanto i colpevoli erano sostenitori del regime nazionalista. Vedendo cos'era
accaduto in Odessa, la Crimea prese la decisione di chiedere aiuto alla Russia,
temendo che i diritti dei cittadini russi potessero venire discriminati. La
Russia accettò la richiesta e dopo essere entrata in Crimea con il suo
esercito, si votò con un referendum se rimanere in Ucraina o far parte della
Russia. Visto il clima di odio e di violenza, il referendum ebbe esito scontato
e la Crimea si staccò dal governo centrale. Il referendum però non venne
riconosciuto né dall'Unione europea né dall'America, perché si diceva che la
Russia, entrando nel paese con l'esercito, avesse in qualche maniera costretto
il popolo a votare come voleva lei. Non venne riconosciuto nemmeno dall'Ucraina
che comunque perdeva una parte del suo territorio. La stessa cosa accadde a
Donbass. Da quel momento in poi in Ucraina c'è stato un contrasto armato tra il
potere centrale e la parte est del paese, nascendo così una guerra civile. Le
persone a Donbass vennero probabilmente aiutate con la fornitura di armi da
parte della Russia ma nonostante questo morirono, soltanto in questa città,
15.000 persone. Ora si dice che la Russia abbia messo al confine con l'Ucraina
130.000 soldati, e la NATO spinge per adottare sanzioni contro il paese di
Putin. L'America infatti teme che si possa dare inizio ad un'altra guerra e per
questo ha deciso di schierarsi dalla parte dei nazionalisti ucraini contro la
Russia. Quest'ultima afferma di non averne piazzato tutte queste migliaia al
confine, ma che i soldati sono sparsi in diversi punti strategici. Se l'Ucraina
attaccherà Donbass, la Russia difenderà i cittadini che vivono lì, anche perché
molti di quei cittadini hanno preso la cittadinanza russa. Per cui sembra che
l'imminente guerra dopotutto non sia destinata ad iniziare fin quando l'Ucraina
non attaccherà i ribelli. Ad ogni modo l'Europa e l'America continuano a
mandare armi in Ucraina per difendersi dall'esercito russo, non tenendo conto
del pericolo fondato che potrebbero essere usate per attaccare Donbass. In
questa situazione la migliore cosa sarebbe intraprendere un percorso
diplomatico tra Ucraina e Donbass, anche a questo sono serviti gli sforzi del
presidente francese che vuole come tutta l'Europa, che tra il potere centrale e
la parte est dell'Ucraina ci sia la pace. A questo punto, come evolverà la
situazione dipenderà da come verrà risolto il conflitto in Ucraina. È
importante però precisare una cosa: c'è la concreta possibilità che l'Ucraina
entri a far parte della NATO, ma se ciò avvenisse l'ipotesi di una terza guerra
mondiale non sarebbe poi così astratta. Questo perché nello statuto ucraino, la
Russia è considerata un nemico politico, e se dovesse scoppiare un conflitto
armato tra NATO e Russia non ci sarebbero vincitori e le perdite sarebbero
altissime. Perciò è bene che tutti gli stati mettano da parte i propri
interessi politici ed economici, e facciano di tutto perché questo conflitto
non avvenga...
Con questo articolo vi ho dato un resoconto generale
dello scontro, e ho cercato di trasmettervi più opinioni possibili di tutte le
parti coinvolte. Adesso tocca a voi seguire l'evolversi della vicenda e
formarvi una vostra opinione, in modo da non essere influenzati da quelle degli
altri perché ne sapete troppo poco!
Catherine Scolaro – Classe 5^ S1