giovedì 31 marzo 2022

La guerra di Putin

Una ricostruzione del conflitto tra Russia e Ucraina



Immagine tratta dal web
Il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di invasione all’alba di giovedì 24 febbraio, dopo che lunedì 21 aveva ordinato l’ingresso di truppe nelle regioni separatiste del Donbass. Ma quali sono le cause di questa crisi? Cosa c’è alla radice di questa guerra?

Nasce il conflitto fra Russia e Ucraina
A febbraio 2014, dopo mesi di proteste, il popolo ucraino ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, che non voleva firmare il trattato di associazione fra l’Ucraina e l’Unione europea, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Gli scontri della rivoluzione di Maidan provocarono circa 130 morti fra manifestanti e agenti di polizia.
Vladimir Putin ha risposto annettendo la Crimea e incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel sud-est del Paese.
Da allora il conflitto è rimasto a bassa intensità, ma in otto anni ha provocato circa 14 mila morti per entrambe le parti.
Oggi le generazioni più giovani spingono l’Ucraina verso l’Europa, e anche l’attuale presidente Volodymyr Zelensky — eletto nel 2019 — è vicino all’Occidente.
Il conflitto, però, ha radici più antiche. Il presidente russo ritiene che il suo Paese abbia un «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991: lo ha anche scritto apertamente in un lungo articolo pubblicato lo scorso anno, in cui definisce Russia e Ucraina «una nazione».
Il crollo dell’Unione Sovietica ha lasciato profonde cicatrici in parte del popolo russo: lo stesso Putin lo aveva definito «la più grande catastrofe geopolitica» e l’Ucraina era stata la perdita più dolorosa. Nel discorso pronunciato 48 ore prima di ordinare l’invasione ha accusato i leader bolscevichi di aver strappato pezzi di territorio all’Unione Sovietica per formare l’Ucraina. In molti, scrive David Sanger sul “New York Times”, ritengono che Putin si ritenga ora «in missione per correggere questo errore».

Perché è esploso ora?
Lo scorso anno, l’Ucraina ha approvato una legge che proibisce a 13 oligarchi di possedere dei media per influenzare la politica, colpendo direttamente l’amico di Putin Viktor Medvedchuck, uno degli uomini più ricchi del mondo. Oltre alla sua attività di petroliere, Medvechuck — che è ancora ai domiciliari, accusato di alto tradimento — è il leader del principale partito filorusso d’Ucraina, Piattaforma dell’Opposizione, ed è proprietario di un impero televisivo attraverso il quale diffondeva la propaganda di Mosca e influenzava la politica ucraina. Poco dopo il suo arresto, Putin ha cominciato ad ammassare truppe al confine: per il leader del Cremlino la legge rappresentava un passo decisivo nel processo di avvicinamento dell’Ucraina all’Occidente e alla Nato.

Cosa c’entra in tutto questo la Nato?
L’Ucraina vuole entrare nella Nato, la Russia si oppone. Già dal 2008, in seguito al summit di Bucarest e prima dell’arrivo del governo filoeuropeo non riconosciuto da Putin, Kiev stava lavorando per entrare nell’Alleanza atlantica, che non può però accettare nuovi membri già coinvolti in conflitti.
Per essere ammessa, inoltre, l’Ucraina ha bisogno di combattere la corruzione che domina nel Paese e di intraprendere un percorso di riforme politiche e militari. In questo momento, dunque, un ingresso nella Nato è altamente improbabile, non solo per l’opposizione della Russia; per Putin l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica è il punto di non ritorno, anche se Mosca non ha formalmente alcun potere di veto. L’Ucraina, invece, chiede una timeline precisa per entrare nell’Alleanza atlantica, come ha ripetuto il presidente Volodymyr Zelensky nel discorso alla Nazione pronunciato dopo che Putin aveva dato l’ordine di invadere.
A questa domanda ha risposto però, indirettamente, anche il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: «La possibilità che l’Ucraina si unisca alla Nato in tempi brevi è molto remota».

 


Classe 3^ S1