mercoledì 2 novembre 2022

Fragilità è bellezza

Leopardi e i giovani di oggi

 


Immagine tratta dal web

Nel suo libro “L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita”, Alessandro D’Avenia afferma che i problemi e le emergenze sociali degli adolescenti sono conseguenza della mancanza di speranza a cui i giovani stessi sono condannati da una società cinica e materialista.
Oggi, se non sei “alla moda”, se non indossi un vestito di marca, se non hai un ragazzo o una ragazza, vieni emarginato e inserito nella “lista” degli sfigati e dei perdenti. I sentimenti non sono più importanti e, proprio per questo, ti senti in dovere di buttare per terra una persona e calpestarla perché tanto “lui o lei non sta male”. Quando qualcuno subisce ciò, la speranza scompare. Non vedi più la luce, la speranza di uscita dal tunnel buio e l’unico modo per sopravvivere è quello di trovare conforto nell’alcool, nell’autolesionismo, nel suicidio. Per D’Avenia, “questa generazione vuole testimoni, prima che maestri” e Leopardi è proprio uno di questi testimoni per i ragazzi che hanno bisogno di ascoltare le esperienze degli altri e di non sentirsi i soli e gli unici al mondo a provare la sensazione di essere dei perdenti. I giovani di oggi hanno bisogno di qualcuno che trasformi le loro debolezze in punti di forza, proprio come fece Leopardi che ha trasformato le sue sfortune in bellezza e con il cui aiuto D’Avenia cerca di spaccare quell’armatura di paure che impedisce ai giovani di oggi di capire che nella vita non bisogna essere invincibili e perfetti, ma essere quello che sono realmente, quindi invincibilmente fragili e imperfetti. Proprio come diceva Leopardi, la fragilità fa parte dell’uomo e, a differenza dell’allegria, è quest’ultima che lo rende più vero allontanandolo dalle menzogne che, a loro volta, lo avevano allontanato da sé stesso, dalla vita e dagli altri.
Il forte desiderio di vivere sempre felici e pieni d’amore porta spesso i giovani a non sapere cosa vogliono realmente dalla vita, vedendo solo il “bello” delle cose e non riuscendo ad affrontare i mille ostacoli e le mille sofferenze che la vita ci mette davanti. Per questo l’infelicità deve essere presente nella nostra vita perché, a volte, cercando troppo la felicità e non trovandola sempre, rischiamo di soffrire di più e di autodistruggerci. In fondo, la visione della giovinezza che ha D’Avenia corrisponde, anche a distanza di moltissimi anni, alla visione che ne aveva Leopardi più di due secoli fa.

 


Diletta Civello e Beatrice Sammito – Classe 5^ GR1