giovedì 10 novembre 2022

Presentazione del libro "Rosso e nero" di Giovanni Di Rosa

MEMORIA CONDIVISA

 


“Memoria condivisa vuol dire riconoscimento e accettazione delle diversità: diversità di radici, di valori, di convincimenti ideali, culturali, politici, ma sempre compatibili e riconosciuti nella Carta Costituzionale, praticati e promossi dalla comune coscienza dei cittadini.”

 ”Rosso e nero” di Giovanni Di Rosa


Foto di Roberta Fargione

Giorno 5 novembre 2022 diverse classi degli istituti superiori di Modica, tra cui la 5^S1 e la 5^A1 del Nostro Istituto "Archimede" accompagnate dal professore Giorgio Rizza e dalla professoressa Fatima Cavallo, hanno avuto la possibilità di partecipare alla presentazione del libro “Rosso e nero” di Giovanni Di Rosa, all’Auditorium "Pietro Floridia" di Modica, con la partecipazione dei docenti dell’Università di Catania Giancarlo Poidomani e Santo Burgio, i quali hanno introdotto e presentato il libro.

Dal 1983 fino al 2012, l’autore ha insegnato all’Istituto Tecnico Commerciale "Archimede" di Modica. Unitamente all’attività di insegnamento ha seguito con particolare interesse e passione le problematiche riguardanti la formazione professionale e l’insegnamento dei docenti e quelle relative al disagio e all’educazione dei giovani.
Attualmente dirige a Modica la Scuola di Formazione Politica e Culturale “Virgilio Failla”, il cui scopo è di aiutare le nuove generazioni a sviluppare una coscienza culturale e civica. Ha pubblicato "La scuola che cambia", Cuecm, Catania 1996; "Speranza e Memoria della mia generazione", EdiArgo, Ragusa 2007; "Damnatio memoriae"; "La bella vita dei contadini, 1860-1870", Armando Siciliano, Messina 2019.
Il nuovo libro “Rosso e nero” si concentra sulla storia della Nostra terra natale durante il periodo fascista, più precisamente sul quadriennio 1919-1921.
L’autore si muove tra una (lunga) storia e una (tragica) attualità che appaiono come non mai strettamente intrecciate.

 

Foto di Roberta Fargione

L'argomento più toccante dibattuto è stato l’eccidio di Passo Gatta, strage che prende il nome dalla via della parte alta della città di Modica in cui si svolge la tragedia.


Immagine tratta dal web

Foto di Agnese Liuzzo 
Il 29 maggio 1921 un gruppo di lavoratori manifesta contro le pessime condizioni di lavoro a cui sono sottoposti, muovendosi lungo la parte alta della città di Modica, precisamente a via Passo Gatta.
Una volta giunti nei pressi di via Roma, in cui oggi è una lapide e una piazzetta in memoria delle vittime, un gruppo di fascisti incomincia a sparare.
Il punto in cui iniziano a sparare è contraddistinto da una lapide, più precisamente in via Roma numero 48, a pochi passi dalla piazzetta “29 maggio”.
Il fuoco causa la morte di sei manifestanti: Vincenzo Carulli, Agostino Civello, Raffaele Ferrisi, Rosario Liuzzo, Carmelo Pollara e Carmelo Vacirca. Quattro i feriti gravi. Tra le vittime è presente il prozio della studentessa Agnese Liuzzo, Rosario Liuzzo.
Il nipote di Rosario, nonno di Agnese, prende il nome in memoria dello zio vittima dei fascisti.
Tuttavia, strano ma vero, non esiste un solo documento attestante il fatto che furono i fascisti a sparare ed uccidere, in discordanza con ciò che è scritto sulla lapide. All’epoca, quando i socialisti accusano i fascisti dell’eccidio, ci sono degli indagati ed un processo che si conclude emblematicamente con un’assoluzione nel dicembre 1922. E non solo. Quando nel dopoguerra, l’odio politico retroattivo vuole colpire i fascisti – a prescindere dalle loro vere colpe – si arriva addirittura a contestare i processi del passato e c’è un nuovo procedimento penale contro i vecchi accusati. Anche questa volta gli imputati vengono assolti.

“Le nuove generazioni hanno il compito storico di non abbassare la guardia, di vigilare e lottare per difendere le conquiste dei secoli passati, sviluppare e consolidare il modello della democrazia liberale e costituzionale in tutto l’Occidente, mostrandone agli altri popoli benefici e valori, senza alcuna pretesa di doverla esportare o imporla con le armi.”

"Rosso e nero" di Giovanni Di Rosa

L’esperienza fatta è stata davvero illuminante e contribuisce al disfacimento di un bias di molti noi giovani, come, ad esempio, ignorare ogni qual volta ci sentiamo dire “La conoscenza della Storia è importante per non commettere gli stessi errori del passato e sapere come affrontare il futuro ".
La conoscenza della storia è sottovalutata dalla maggior parte delle persone, e i fatti dimostrano che davvero chi non conosce la storia è in realtà destinato a ripetere gli errori del passato.
L’ignoranza è la causa di tutti i mali, i potenti lo sanno bene, ed è palese che ancora oggi continuino ad approfittarne.
La nostra ricca terra, la Sicilia, è da troppo tempo vittimizzata soprattutto dai suoi stessi abitanti: fatalisti, ignoranti sul fatto che le cose si possono cambiare, e devono cambiare. Tuttavia, nulla può cambiare se prima non cambiamo Noi stessi.
La storia ci rende a conoscenza anche degli sbagli fatti dai Nostri antenati, e Noi siamo i soli responsabili della ripetizione di tali errori quando ignoriamo le lezioni abbattutesi su quelle pelli.


Immagine tratta dal web


Inutile lamentarsi di ricchi sempre più ricchi e di poveri sempre più poveri.
Una verità più costruttiva sarebbe ammettere che i “poveri” continuano a credere che non ci sia possibilità di riscatto, mentre i ricchi, di cui alcuni “ricchissimi pescecani”, continuano ad arricchirsi senza darsi scuse, anche etiche nel caso degli ultimi.
Questa esperienza ci ha dato modo di riflettere sul potere che oggi abbiamo di cambiare la Nostra condizione e siamo molto grati al Nostro Istituto per l’opportunità offertaci.

“La Storia ci dice dove siamo stati, il perché di dove siamo e dove possiamo andare.”

cit. Giovanni Di Rosa

 

“Niente deve essere dato per scontato.

Tutto può finire.”

cit. prof. Santo Burgio, Università di Catania



Roberta Fargione & Agnese Liuzzo - Classe 5^ S1