sabato 5 aprile 2025

Due difensori della democrazia

Il riscatto dei vinti: Giacomo Matteotti e Vincenzo Vacirca

Venerdì 04 aprile presso l’Aula Magna dell’IIS “Archimede” si Modica si è tenuta la conferenza “Il riscatto dei vinti: Giacomo Matteotti e Vincenzo Vacirca”, realizzata in collaborazione con la Scuola di formazione politica e culturale “Virgilio Failla” e rivolta alle classi quinte, che ha visto alternarsi con i loro interventi i professori Giovanni Di Rosa e Giancarlo Poidomani, Angela Allegria e Antonio Ruta. Dopo i saluti del DS, Prof. Rosolino Balistrieri, che ha ribadito che i giovani dovrebbero conoscere la storia del secondo ‘900, il prof. Di Rosa ha introdotto i lavori sottolineando quanto sia necessario coltivare e costruire la memoria perché la Storia siamo noi in quanto i nostri nonni e bisnonni ne hanno fatto parte.

Il Prof. Poidomani ha ricostruito il contesto storico (biennio rosso e biennio nero) in cui vissero Matteotti e Vacirca lanciando questi messaggi agli studenti: - la democrazia non è una cosa scontata, è fragile e aleatoria e oggi più che mai occorre difenderla perché non dobbiamo perdere quello che i nostri nonni e bisnonni hanno conquistato; - se il 90% della nostra vita si svolge a livello locale questo non significa che non ci siano collegamenti a livello nazionale e internazionale, quindi le nostre vite sono collegate a quelle delle altri.

Il successivo intervento del Prof. Di Rosa ha ricostruito la vita e l’operato di Matteotti e Vacirca, due giovani uomini, definiti "apostoli del socialismo italiano ed europeo” che, pur non conoscendosi, sono stati mossi dagli stessi ideali e obiettivi: - emancipazione delle classi popolari e subalterne; - trasformazione della società attraverso una giusta distribuzione della ricchezza; - alfabetizzazione per mettersi in relazione con gli altri. Giacomo Matteotti è stato un uomo moderno e contemporaneo perché la visione che ha difeso è ancora oggi molto attuale, non bisogna infatti   dimenticare che egli ebbe l'intuizione politica, culturale e storica della costituzione degli Stati Uniti d'Europa per salvaguardare la pace in Europa. La terra in cui ha svolto la sua azione politica, il Polesine (attuale provincia di Rovigo), fu terreno favorevole per una predicazione rivolta a cambiare la società. Dice Matteotti: "La rivoluzione è un mezzo, uno strumento, non un fine". Anche Vincenzo Vacirca, itinerante e internazionalista, la pensava allo stesso modo. Nato a Chiaramonte Gulfi nel 1886 e morto a Roma nel 1956, fu mandato in esilio dal fascismo non subendo quindi la stessa tragica sorte di Matteotti, il “primo martire” del fascismo. Matteotti e Vacirca sono due esempi: "sconfitti dalla Politica, riscattati dalla Storia”, i loro ideali trionfano dopo la Seconda guerra mondiale.

foto di Ruta A.
Ad Angela Allegria il compito di ricordare una donna molto coraggiosa, Velia Titta, la moglie di Matteotti. Ultima di sei figli, fu cresciuta da un fratello maggiore, famoso baritono, che la fece studiare e l’aiutò a pubblicare dei versi di influenza dannunziana e pascoliana. Velia ha scritto anche un romanzo, pubblicandolo però con uno pseudonimo maschile. Dal primo incontro, capisce che Matteotti è l'uomo della sua vita. I due, profondamente diversi, si scrivono 640 lettere dandosi del lei: erano veramente altri tempi! Fino alla mattina delle nozze non si sa se questo matrimonio sarà celebrato perché Velia è molto cattolica mentre Giacomo vuole il rito civile. È lei a fare un passo indietro scrivendogli queste parole la mattina stessa, siamo nel 1916: "sarò religiosa lo stesso". I due quindi si sposano in Campidoglio anche se il loro destino sarà quello di stare sempre lontani perché Matteotti è perseguitato dal regime fascista. Nelle lettere che scrive alla moglie Giacomo minimizza ma lei sa cosa sta vivendo suo marito. Il 10 giugno del 1924, Matteotti viene rapito e il 14 Velia va da Mussolini a chiedere che fine avesse fatto il marito; il colloquio è molto freddo. Velia non chiede i funerali di Stato e vuole che il feretro del marito non sia seguito da camicie nere.

Antonio Ruta conclude i lavori della conferenza leggendo il discorso pronunciato il 22 marzo 1920 da Vincenzo Vacirca, allora deputato socialista, alla Camera in memoria di Nicola Alongi, contadino e attivista socialista condannato a morte dai latifondisti e dai mafiosi, ucciso a Prizzi, in provincia di Palermo, il 29 febbraio 1920 a 57 anni.

Matteotti e Vacirca sono state due persone animate da un forte senso di giustizia, solo così si possono spiegare le loro azioni e comprendere le loro parole, pronunciate in un periodo storico in cui la libertà di parola non era scontata e garantita.

La conferenza si conclude con un importante invito fatto da Ruta agli studenti: uscire dalla zona di comfort per fare un'incursione nella vita reale, imparare ad essere cittadini con diritti e doveri e rivendicare quello che si vuole essere sempre nel rispetto dei ruoli e delle posizioni.


Prof.ssa Graziana Iemmolo