Il riscatto dei vinti:
Giacomo Matteotti e Vincenzo Vacirca
Venerdì 04 aprile presso l’Aula Magna
dell’IIS “Archimede” si Modica si è tenuta la conferenza “Il riscatto dei
vinti: Giacomo Matteotti e Vincenzo Vacirca”, realizzata in collaborazione con
la Scuola di formazione politica e culturale “Virgilio Failla” e rivolta alle
classi quinte, che ha visto alternarsi con i loro interventi i professori
Giovanni Di Rosa e Giancarlo Poidomani, Angela Allegria e Antonio Ruta. Dopo i
saluti del DS, Prof. Rosolino Balistrieri, che ha ribadito che i giovani
dovrebbero conoscere la storia del secondo ‘900, il prof. Di Rosa ha introdotto
i lavori sottolineando quanto sia necessario coltivare e costruire la memoria
perché la Storia siamo noi in quanto i nostri nonni e bisnonni ne hanno fatto
parte.
Il Prof. Poidomani ha ricostruito il
contesto storico (biennio rosso e biennio nero) in cui vissero Matteotti e
Vacirca lanciando questi messaggi agli studenti: - la democrazia non è una cosa
scontata, è fragile e aleatoria e oggi più che mai occorre difenderla perché
non dobbiamo perdere quello che i nostri nonni e bisnonni hanno conquistato; -
se il 90% della nostra vita si svolge a livello locale questo non significa che
non ci siano collegamenti a livello nazionale e internazionale, quindi le
nostre vite sono collegate a quelle delle altri.
Il successivo intervento del Prof. Di
Rosa ha ricostruito la vita e l’operato di Matteotti e Vacirca, due giovani
uomini, definiti "apostoli del socialismo italiano ed europeo” che, pur non
conoscendosi, sono stati mossi dagli stessi ideali e obiettivi: - emancipazione
delle classi popolari e subalterne; - trasformazione della società attraverso
una giusta distribuzione della ricchezza; - alfabetizzazione per mettersi in
relazione con gli altri. Giacomo Matteotti
è stato un uomo moderno e contemporaneo perché la visione che ha difeso è ancora
oggi molto attuale, non bisogna infatti dimenticare che egli ebbe l'intuizione
politica, culturale e storica della costituzione degli Stati Uniti d'Europa per
salvaguardare la pace in Europa. La terra
in cui ha svolto la sua azione politica, il Polesine (attuale provincia di
Rovigo), fu terreno favorevole per una predicazione rivolta a cambiare la
società. Dice Matteotti: "La rivoluzione è un mezzo, uno strumento, non un
fine". Anche Vincenzo Vacirca, itinerante e internazionalista, la pensava
allo stesso modo. Nato a Chiaramonte
Gulfi nel 1886 e morto a Roma nel 1956, fu mandato in esilio dal fascismo non
subendo quindi la stessa tragica sorte di Matteotti, il “primo martire” del
fascismo. Matteotti e Vacirca sono due esempi: "sconfitti dalla Politica,
riscattati dalla Storia”, i loro ideali trionfano dopo la Seconda guerra
mondiale.
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foto di Ruta A.
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Ad Angela Allegria il compito di
ricordare una donna molto coraggiosa, Velia Titta, la moglie di Matteotti.
Ultima di sei figli, fu cresciuta da un fratello maggiore, famoso baritono, che
la fece studiare e l’aiutò a pubblicare dei versi di influenza dannunziana e
pascoliana. Velia ha scritto anche un romanzo, pubblicandolo però con uno
pseudonimo maschile. Dal primo incontro, capisce che Matteotti è l'uomo della
sua vita. I due, profondamente diversi, si scrivono 640 lettere dandosi del
lei: erano veramente altri tempi! Fino alla mattina delle nozze non si sa se
questo matrimonio sarà celebrato perché Velia è molto cattolica mentre Giacomo
vuole il rito civile. È lei a fare un
passo indietro scrivendogli queste parole la mattina stessa, siamo nel 1916:
"sarò religiosa lo stesso". I due quindi si sposano in Campidoglio
anche se il loro destino sarà quello di stare sempre lontani perché Matteotti è
perseguitato dal regime fascista. Nelle
lettere che scrive alla moglie Giacomo minimizza ma lei sa cosa sta vivendo suo
marito. Il 10 giugno del 1924, Matteotti
viene rapito e il 14 Velia va da Mussolini a chiedere che fine avesse fatto il
marito; il colloquio è molto freddo. Velia
non chiede i funerali di Stato e vuole che il feretro del marito non sia
seguito da camicie nere.
Antonio Ruta conclude i lavori della
conferenza leggendo il discorso pronunciato il 22 marzo 1920 da Vincenzo
Vacirca, allora deputato socialista, alla Camera in memoria di Nicola Alongi, contadino
e attivista socialista condannato a morte dai latifondisti e dai mafiosi, ucciso
a Prizzi, in provincia di Palermo, il 29 febbraio 1920 a 57 anni.
Matteotti e Vacirca sono state due persone
animate da un forte senso di giustizia, solo così si possono spiegare le loro
azioni e comprendere le loro parole, pronunciate in un periodo storico in cui
la libertà di parola non era scontata e garantita.
La conferenza si conclude con un
importante invito fatto da Ruta agli studenti: uscire dalla zona di comfort per
fare un'incursione nella vita reale, imparare ad essere cittadini con diritti e
doveri e rivendicare quello che si vuole essere sempre nel rispetto dei ruoli e delle posizioni.
Prof.ssa Graziana Iemmolo