Matteotti e Vacirca: due lottatori per la democrazia.
Nel quadro delle sue attività culturali, la Scuola “Virgilio Failla”, venerdì 4 aprile, nell’Aula Magna dell’ITC Archimede, che ne ha curato l’organizzazione, ha tenuto un incontro rivolto agli studenti delle quinte classi, sul tema: Il riscatto dei vinti. Giacomo Matteotti e Vincenzo Vacirca: due destini paralleli.
Relatori sono stati i proff. Giancarlo Poidomani e Giovanni Di Rosa, gli avv. Angela Allegria e Antonio Ruta. In apertura dei lavori, dopo il saluto del D.S. Rosolino Balistrieri che ha richiamato all’attenzione degli studenti l’importanza degli argomenti oggetto della conferenza, che offrono occasioni di approfondimento delle discipline umanistiche studiate, di conoscenza e di arricchimento culturale, trattandosi, fra l’altro, di argomenti e di personaggi storici dei nostri territori, Giovanni Di Rosa ha illustrato le ragioni dell’incontro, l’importanza di portare a conoscenza delle nuove generazioni l’opera di personaggi, come Matteotti e Vacirca, che hanno scritto pezzi significativi di storia dei nostri territori e dell’Italia intera. E quanto sia importante coltivarne e conservarne la memoria, perché la memoria storica è parte fondamentale, radice della nostra identità, in un mondo in rapida trasformazione.
Giancarlo Poidomani, nel suo intervento accompagnato dalla visualizzazione di slides esplicativi, ha ricostruito il contesto storico territoriale, nazionale e internazionale in cui i due protagonisti hanno operato. I contrasti politici e le lacerazioni sociali del primo dopoguerra, le rivendicazioni economiche sociali dei contadini e dei ceti poveri, le violenze e lo squadrismo fascista, fino all’avvento al potere del fascismo con la complicità della Corona, alla fine della democrazia e delle libertà, il clima in cui maturano il delitto di Giacomo Matteotti e la conseguente istaurazione della dittatura di Mussolini. Ha sviluppato il concetto di democrazia che oggi è fortemente minacciata come allora, invitando gli studenti alla partecipazione democratica e civile, alla cittadinanza attiva per la difesa quotidiana delle istituzioni democratiche.
Giovanni Di Rosa, anch’egli supportato da slides esplicative, ha sviluppato il suo intervento sui destini paralleli dei due personaggi, che, pur vivendo in territori posti agli antipodi geografici dell’Italia, Matteotti nel Polesine e Vacirca negli Iblei, seguono la stessa parabola storica, politica, culturale, abbracciano la stessa filosofia politica, la stessa visione della società e del mondo. Entrambi, sin da un’età giovanissima, abbracciano gli ideali del socialismo, inteso come redenzione umana, come riscatto sociale, morale, civico e politico dell’umanità. Entrambi lottarono per la giustizia sociale, per i diritti umani e per l’eguaglianza fra gli uomini contro ogni forma di oppressione economica, politica, contro la violenza, la tirannia e la dittatura. Matteotti, viene rapito e assassinato il 10 giugno 1924, da cinque sgherri del regime fascista, su ordine di Mussolini. Vacirca perseguitato per le sue idee, espulso dall’Italia, esule negli Usa per quasi 20 anni, al ritorno in Italia sfiduciato e stanco muore a Roma, nel 1956.
Entrambi questi due personaggi, con le loro idee, sono sconfitti dalla politica e riscattati dalla Storia.
Uno studente, Antonio, ha letto un breve passo sulla personalità di Vacirca.
Angela Allegria, dopo aver illustrato una breve biografia di Velia Titta, la moglie di Giacomo Matteotti e averne sottolineato la forte personalità, ha letto e commentato alcune delle sue lettere indirizzate a Matteotti, da fidanzato e da marito, in cui si scorge un delicato, profondo, legame affettivo, un rispetto reciproco delle loro convinzioni ideali, culturali, religiose. Lei convintamente cattolica praticante, lui laico coerente, non credente, ma su queste diversità di storie e di culture, in loro, prevalevano sempre le emozioni e il sentimento dell’amore. Pur fra tante avversità rimasero sempre uniti. Grande esempio di dedizione e amore verso se stessi e verso gli altri, verso l’umanità. Terribile l’episodio di quando Velia, dopo 2 giorni dalla scomparsa del marito, si reco da Mussolini per chiedere notizie attendibili sulle ricerche e il dittatore, con cinismo e ipocrisia, le diede rassicurazioni sul suo ritrovamento, mentre teneva nel cassetto i documenti insanguinati di Matteotti, del cui assassinio era stato informato la sera stessa del rapimento. Ha sottolineato la grande dignità e forza d’animo con cui Velia ha saputo gestire la tragica fase del rapimento, del ritrovamento del cadavere dopo due mesi dall’assassinio e della sepoltura, sempre circondata e controllata a vista dal regime fascista e dalla sua polizia. Il fascismo fu violenza, sempre violenza, dall’inizio alla fine.
Antonio Ruta ha letto e commentato un discorso parlamentare di Vacirca, in cui il deputato fa la commemorazione di un capolega contadino, Niccolò Alongi, ucciso dalla mafia, perché a capo del movimento contadino che rivendicava contratti di affitto più equi, migliori condizioni di lavoro e di vita, mettendo sotto accusa la mafia del feudo, le coperture e le complicità delle forze dell’ordine. E ricordando gli ideali di giustizia e di riscatto sociale di cui Alongi e Vacirca erano portatori, ha esortato gli studenti a comprenderne e a diffonderne il messaggio e a diventare essi stessi portatori di valori che si ispirino alla giustizia sociale, all’eguaglianza delle opportunità e alla dignità umana, in un mondo in cui la rivoluzione digitale, positiva per tanti aspetti, non sempre consente di leggere in profondità la realtà in cui viviamo. Solo se i giovani acquisiscono consapevolezza del passato e ne custodiscono la memoria possono diventare protagonisti del presente, costruendo una società e un mondo migliori, fondato sulla democrazia, sul rispetto dei diritti umani, sulla fratellanza, la solidarietà e la pace universale.
Si ringraziano tutti i partecipanti, gli studenti e i docenti accompagnatori, il D.S. Rosolino Balistrieri e i docenti Giovanni Zaccaria, Giusi Sparacino, Giorgio Rizza, Graziana Iemmolo che ne hanno curato l’organizzazione.
prof. Di Rosa Giovanni.