mercoledì 27 aprile 2016

Orizzonti di senso

Diceva Ghandi: “Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”. Ecco la ricetta

Diceva Ghandi: “Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”. La prof. di italiano porta in classe questa frase e ci invita a scrivere le nostre riflessioni. Ci verrebbe da dire che l'amore potrebbe cambiare il mondo.
Mi dispiace. Ma credo che non sarà pensare solo  all’amore che cambierà il mondo.
Come può l’amore cambiare il mondo e renderlo migliore? Quando per amore si intende solo un piacere fisico o peggio per amore si uccide. Ognuno di noi ha una propria idea dell’amore e quindi anche una propria idea delle emozioni in generale.
Quindi come può cambiare qualcosa di collettivo, un’emozione personale?
Nell’era in cui viviamo abbiamo i mezzi per arrivare ad un mondo in cui  tutti, anche se con pensieri diversi, riusciremmo a vivere in perfetta armonia. Ma la paura ci fa perdere la “strada”. Ci chiude nell’egoismo per avere la certezza di poter andar avanti nella vita. Più che espandere i nostri confini, li aumenta. Ci fa andare più veloci senza una meta. Ci fa vivere come insensibili, sordi alla consapevolezza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.


Ma la cosa peggiore è che ci chiude in noi stessi, riducendo i dialoghi.
Ognuno di noi dovrebbe esprimere il proprio pensiero, senza offendere nessuno, accettando anche quello degli altri. Perché più che critiche ci vogliono consigli. Siamo vittime di un sistema in cui la paura colpisce gli uomini di potere e quindi loro a sua volta ci costringono ad avere paura dei nostri pensieri, ci fanno credere che tutto ciò che dicono loro è  vero e ci fanno credere che non valiamo niente, che qualunque cosa facciamo è inutile, facendoci cadere nel pessimismo e nella depressione.
Gente! Non pieghiamoci a questo bruto sistema. Dove ci dicono chi essere, cosa pensare, cosa dire e cosa fare.
 Non sentiamoci  inferiori! Si sente inferiore solo chi si paragona agli altri, vede la vita come una gara e quindi si aspetta troppo da se stesso per poter superare gli altri. Ma la vita non è una gara, perché ognuno di noi ha delle capacità e deve migliorarle con passione solo per superare se stesso.
Non siamo cattivi! É cattivo chi gode della sofferenza altrui perché non riesce a risollevarsi dalla sua e quindi ha bisogno di vedere gli altri “a terra” per sentirsi meglio.
“Non odiamo! Odia chi non può essere amato e quindi sa che non è più un uomo.”
Apprezziamo, guardano oltre il semplice sguardo, non guardando i difetti, ma le qualità, le emozioni che ci lascia quella persona con la consapevolezza che sono uniche da persona a persona.  Non è importante cosa si ha in comune, è importante come si dialoga,  l’essere allo stesso livello e con gli stessi diritti.
Perché il mondo ha bisogno di dialogare, di esprimere le opinioni per poterci  tutti completare a vicenda, per poterci conoscere. E bisogna esprimere le proprie emozioni quando si sta con altri, è inutile rimanere “freddi”: riamane freddo chi è debole e non ha il coraggio di esprimere se stesso.
Ѐ vero avvolte la vita ci mette davanti a grandi difficoltà e spesso il nostri progetti vengono distrutti.
Ma anche con l'oscurarsi dei nostri sogni, anche con lo sgretolarsi dei nostri obiettivi. La vittoria della nostra vita potrà sempre prevalere.
Non importa come essa avvolte sembra distrutta, o come ci sentiamo persi  noi . Ciò che conta è riuscire sempre a risollevarsi. Riuscendo ad essere più forti di ciò che ci fa soffrire. Il mio augurio per noi che tutti riusciamo ad  essere vittoriosi in questa vita.  E abbiamo bisogno della forza di crederci fino alla fine. E anche se poi falliamo, quale miglior modo c'è di vivere? Non tutto nella vita va come noi vogliamo. Soprattutto con  le persone non sempre si riescono a cambiare. Ciò che conta è che il cambiamento inizia da noi stessi.

Ed è per questo che bisogna dare alle persone, al mondo e alla vita, la possibilità di cambiare  e di essere migliori. Non chiudendoci nei brutti ricordi del passato e vivendo nel rancore. Nessuno può tornare indietro, il passato resta nel passato. Dal passato si può solo imparare dagli errori.
Non difendiamo il singolo ma il collettivo. Perché anche se pensiamo, parliamo, agiamo e viviamo in maniera diversa siamo fatti per restare uniti, siamo fatti per essere un’unica realtà.
Questa può essere la ricetta del cambiamento che come diciannovenne voglio seguire per essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo.
 Riccardo Giummara IVS2