mercoledì 27 aprile 2016

Intervista a don Paolo Catinello vicedirettore della Caritas diocesana di Noto

Noi giovani chiamati al servizio e al volontariato
  
La Caritas è un organismo della chiesa che ha come compito fondamentale quello di aiutare la comunità a vivere nella dimensione della carità, ponendo al centro l’uomo, soprattutto l’uomo malato, l’uomo indigente, l’uomo immigrato e tutte quelle situazioni di particolare disagio che meritano una cura e una presa in carico.

Nella Diocesi di Noto la Caritas al momento si serve di 52 centri di aiuto, 8 centri di ascolto vicariali e diverse strutture caritative quali: mensa per i poveri, centri per immigrati, case per persone che hanno subito sfratti. A fornirci questi dati è don Paolo Catinello, direttore dell’ufficio “Migrantes”, vice direttore della Caritas diocesana e in servizio pastorale presso la Parrocchia Sant’Anna di Modica. “Ci sono tante opere che ci aiutano ad aiutare le persone” spiega don Paolo. “I fondi utilizzati arrivano soprattutto dalla Caritas italiana ma fondamentalmente vengono dall’ 8x1000 che prevede una quota destinata alla Caritas e una buona parte dei soldi proviene anche dalle Parrocchie”.
Chiediamo a don Paolo Catinello qualche storia riguardante l’attività della Caritas. Ci racconta allora di un padre di famiglia di Pachino andato in coma il cui figlio, un ragazzo adolescente proveniente da una famiglia indigente, è stato accolto proprio in questi giorni in una casa a Modica. Ha trovato una casa in tutti i sensi e con la sua nuova famiglia e con tutti gli operatori Caritas ha instaurato un buon rapporto e una buona amicizia.
“La Caritas, - dice ancora Don Paolo Catinello - non vuole soldi ma persone di buona volontà in grado di condividere il proprio tempo e le proprie risorse spirituali e materiali con chi ha bisogno. Il fine ultime della Caritas è quello di coinvolgere più persone al fine di aiutare le persone in difficoltà. Anche i giovani sono chiamati a spendersi per gli altri”.

 Intervista di Francesco Rendo IVT2
Articolo di Pietro Maltese e Marta Linguanti IGR