mercoledì 27 aprile 2016

Ai giovani

Siate affamati, siate folli: il messaggio di Steve Jobs

In classe abbiamo fatto un compito su Steve Jobs, una persona la cui storia ci ha fatto riflettere davvero molto. Steve Jobs ha lasciato il Reed College dopo il primo semestre. Il motivo? Tutto è iniziato prima che nascesse. Sua madre era una giovane studentessa non sposata e decise di lasciarlo in adozione. Riteneva che avrebbe dovuto essere adottato da laureati, ma alla sua nascita lo adottò una famiglia in cui né il marito né la moglie avevano seguito il college. Sua madre scontenta si rifiutò di firmare le ultime carte fino a quando i genitori adottivi promisero che un giorno lui sarebbe andato al college.
Quando ci andò decise di mollare dopo sei mesi perché non riusciva a vederci nessuna possibilità. Così iniziò a seguire solo i corsi che gli interessavano e, grazie alla sua curiosità e intuizione, scelse di frequentare il corso di calligrafia. Per lui fu meraviglioso, fu un mondo che la scienza non è in grado di offrire, artistico, bello, storico e ne fu totalmente affascinato. Nessuna di quelle cose aveva alcuna speranza di trovare un’applicazione pratica nella sua vita, ma poi, dieci anni dopo, gli ritornò tutto utile per la progettazione del primo Macintosh. E, dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle stupende capacità di composizione tipografica che invece hanno. Tutto iniziò, pensate un po’, da una frase.
A 17 anni lesse una citazione che lo incitò a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, portandolo ogni mattina a guardarsi allo specchio per chiedersi di volta in volta se quello che stava per fare quel giorno fosse quello che voleva realmente fare. Ricordarsi che un giorno sarebbe morto gli permetteva di capire quali sono le cose veramente importanti e che non c’è ragione per non seguire il cuore. Quando gli è stato diagnosticato il cancro, quello è stato il momento in cui è andato più vicino alla morte e lì capì che nessuno vuole morire. “La morte – racconta Steve Jobs - è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune, ed è la più grande invenzione della vita, spazza il vecchio per fare posto al nuovo. Quando ero un ragazzo c’era un’incredibile rivista che si chiamava “The Whole Earth Catalog”, idealistica e sconvolgente, e il numero finale nell’ultima pagina riportava la frase “Stay Hungry, Stay Foolish”, “Siate Affamati, Siate Folli”. Era il loro messaggio di addio”. Jobs rivolgendosi a degli studenti universitari poco prima di morire ha detto loro proprio “Siate Affamati, Siate Folli”e oggi questo messaggio è giunto pure a noi giovani studenti d’oltreoceano.
Pensiamo che ciò che ha fatto Steve Jobs sia qualcosa di fantastico e che ha avuto molto coraggio a fare determinate scelte. La cosa che ammiriamo più di lui è il suo spirito d’avventura e la sua curiosità, che l’hanno portato a fare delle invenzioni incredibili.  Penso che si debba sempre vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo e fare sempre e solo ciò che realmente vogliamo, perché il nostro tempo è limitato e non lo possiamo sprecare. Speriamo di poter sempre vivere seguendo il nostro cuore e cercando di avere quella curiosità e quella determinazione che ci permettano di vivere ogni istante della nostra vita al meglio.
Lia Brafa Misicoro, Katia Bongiovanni IIIS2