Una
vita già da grandi
Dovevano
partecipare, già da bambini, alle mansioni lavorative della casa e
spesso dovevano aiutare i propri genitori nella loro attività, di
agricoltori o di allevatori.
Per mia
nonna, Vincenza classe 1945, come per tutti i bambini di quella
generazione, era molto difficile andare a scuola e imparare poiché
il dopoguerra era un periodo di crisi, si pensava solamente a
lavorare e a cercare di guadagnarsi il pane: mia nonna è andata a
scuola solamente fino alla terza elementare.
A otto anni
lei era considerata dalla madre già molto intelligente, sapendo
leggere e scrivere cosa che lei non sapeva fare.
A quei tempi
si pensava solo al lavoro e alla famiglia, non si usciva spesso con
gli amici o quant'altro e le uniche e rare occasioni in cui si usciva
e si stava con amici e parenti erano solamente i giorni in cui
c’erano feste religiose o altri eventi simili.
Le feste
quindi erano passate con parenti e amici magari riuniti a mangiare i
piatti tipici per ogni festa, come ad esempio per Natale i così
detti “Pastizza”, per Pasqua le “’mpanate”, per San Martino
le frittelle e cose simili.
Nella vita
di tutti i giorni mangiavano invece quello che si produceva in
agricoltura o con l'allevamento di bovini: legumi, ortaggi vari,
latte, carni ecc.
La vita era
molto più difficile perché priva di tutta la tecnologia esistente
oggi oltre che a casa anche nel lavoro, questo portava quindi ad un
lavoro prettamente manuale.
Inoltre gli
spostamenti oltre ad essere rari erano o a piedi o con il classico
“carretto siciliano” trainato dalla “mula” o dal “ciuchino”.