mercoledì 4 maggio 2016

I bambini del secondo dopoguerra

Una vita già da grandi
I nostri nonni da piccoli vivevano in un ambiente totalmente diverso dal nostro.
Dovevano partecipare, già da bambini, alle mansioni lavorative della casa e spesso dovevano aiutare i propri genitori nella loro attività, di agricoltori o di allevatori.
Per mia nonna, Vincenza classe 1945, come per tutti i bambini di quella generazione, era molto difficile andare a scuola e imparare poiché il dopoguerra era un periodo di crisi, si pensava solamente a lavorare e a cercare di guadagnarsi il pane: mia nonna è andata a scuola solamente fino alla terza elementare.
A otto anni lei era considerata dalla madre già molto intelligente, sapendo leggere e scrivere cosa che lei non sapeva fare.
A quei tempi si pensava solo al lavoro e alla famiglia, non si usciva spesso con gli amici o quant'altro e le uniche e rare occasioni in cui si usciva e si stava con amici e parenti erano solamente i giorni in cui c’erano feste religiose o altri eventi simili.
Le feste quindi erano passate con parenti e amici magari riuniti a mangiare i piatti tipici per ogni festa, come ad esempio per Natale i così detti “Pastizza”, per Pasqua le “’mpanate”, per San Martino le frittelle e cose simili.
Nella vita di tutti i giorni mangiavano invece quello che si produceva in agricoltura o con l'allevamento di bovini: legumi, ortaggi vari, latte, carni ecc.
La vita era molto più difficile perché priva di tutta la tecnologia esistente oggi oltre che a casa anche nel lavoro, questo portava quindi ad un lavoro prettamente manuale.
Inoltre gli spostamenti oltre ad essere rari erano o a piedi o con il classico “carretto siciliano” trainato dalla “mula” o dal “ciuchino”.
Giuseppe Abbate IIIS2