“Il mio impegno per l’associazione Crisci Ranni”
Il mio amico volontario mi ha
detto anche che era venuto a conoscenza di questa associazione grazie alla parrocchia
perché la casa d’accoglienza era collocata vicino la sua casa; aveva fatto una
gita di quattro giorni con i ragazzi della casa e da lì gli è stato proposto un
anno di servizio civile. Gli ho chiesto perché aveva deciso di farne parte e mi
ha risposto dicendo che all’inizio non aveva deciso di farne parte, ma si ci è
ritrovato dentro e da lì si sono strutturati dei rapporti (stare con i bambini,
le mamme ecc..). E il suo ruolo qual è? È il rappresentante dell’associazione, che comporta molte
responsabilità. La casa funziona grazie anche al supporto di circa 40
volontari. “Cosa diresti per convincere un ragazzo per diventare volontario
come te?”. “Fare un’esperienza del genere arricchisce se stesso e poi ricevi più di quello che dai, dà un
senso alla vita, fa maturare, cresci e capisci che non bisogna assolutizzare i
problemi, ma imparare a vivere, c’è chi ha dei vissuti più pesanti e impari a
stare anche con le sofferenze”.
Infine gli ho chiesto quale è
stata l’esperienza che lo ha colpito da volontariato. Ha risposto con voce
tremolante e occhi lucidi che spesso si organizzano momenti aggregativi. Un
giorno a messa ha invitato una signora anziana che viveva ai margini della
società e un bambino della casa nervoso, arrabbiato, ha avuto la sensibilità di
prenderla per mano e accompagnarla aveva chiamato la signora “Nonna” e anche la signora era emozionata a
vedere questo bambino che la abbracciava. Il mio amico volontario non ha dubbi.
“Quel bambino aveva dato una lezione in pochi minuti aveva dato una lezione a
tutti”.
Francesca Di Raimondo, Paola Colombo, Fabio Sammito, Erica Puccia IIIS2 |