mercoledì 4 maggio 2016

Storie

Dalla trottola al lavoro nei campi: la mia vita nella campagna modicana

Mio nonno,  Rosario 74 anni, mi racconta spesso della sua  infanzia e della sua giovinezza. Gli brillano gli occhi quando  ricorda di  quando era  piccolo  e gli piaceva giocare  con gli altri bambini o compagni di scuola per intere giornate senza mai stancarsi.   Giocavano all’aria aperta andando per i campi o arrampicandosi sugli alberi.
 L’unico giocattolo che aveva era la trottola che veniva utilizzata attorcigliando un filo in un pezzo di legno a forma di cono appuntito all’estremità inferiore, che tirandolo faceva girare il cono. Gli altri giocattoli che aveva erano inventati da lui o dagli altri bambini, usando l’immaginazione e tutto quello che trovavano come foglie di alberi, pezzi di legno, pietre ecc.... Lui e gli altri ragazzi della famiglia sono cresciuti sentendo i racconti della guerra dai  loro genitori, nonni o parenti. Una volta per esempio gli raccontarono che un  suo zio quando finì la guerra nel 1945, dal nord Italia dove aveva combattuto venne a Modica a piedi senza nessun mezzo perché non aveva denaro sufficiente per pagarsi il viaggio, e quando arrivò era distrutto per la fatica e la stanchezza del lungo viaggio ma contento  perché finalmente riabbracciava la sua famiglia. Mio nonno lavora da quando aveva 7-8 anni  perché aiutava suo padre nei lavori quotidiani nei campi: scavava, mungeva le mucche,  dava da mangiare agli altri animali. Quando era il periodo della mietitura del grano andava con lui e gli aiutava a falciarlo,  a distribuirlo in fasci per poi portarlo nella trebbiatrice e ricavare il grano che a sua volta veniva conservato in casa o portato al mulino. Quando incominciò a crescere portò avanti l’attività del padre, la masseria ma poi vendette tutto e andò a fare il bracciante agricolo fino all'età della pensione. Nella sua vita ha fatto sempre tutto con impegno e responsabilità  guadagnandosi sempre quello che gli bastava per mantenere la famiglia e oggi si ritiene soddisfatto di tutti gli sforzi fatti. Della sua vita non cambierebbe nulla perché è completamente soddisfatto di quello che ha creato e ha avuto. La sua gioia più grande sono i figli  che ha visto  crescere  negli anni sani e forti, la sua più grande soddisfazione. “Adattarsi sempre ai cambiamenti – questa la sua ricetta per la vita- questo ho fatto io per vivere sereno, senza rimpianti. Così ho affrontato anche i problemi fisici che negli anni sono sopraggiunti.”.

Claudio Spadaro IVS2