Dalla
trottola al lavoro nei campi: la mia vita nella campagna modicana
Mio nonno,
Rosario 74 anni, mi racconta spesso della sua infanzia e della sua giovinezza. Gli brillano
gli occhi quando ricorda di quando
era piccolo e gli piaceva giocare con gli altri bambini o compagni di scuola
per intere giornate senza mai stancarsi.
Giocavano all’aria aperta andando per i campi o arrampicandosi sugli
alberi.
L’unico giocattolo che aveva era
la trottola che veniva utilizzata attorcigliando un filo in un pezzo di legno a
forma di cono appuntito all’estremità inferiore, che tirandolo faceva girare il
cono. Gli altri giocattoli che aveva erano inventati da lui o dagli altri
bambini, usando l’immaginazione e tutto quello che trovavano come foglie di
alberi, pezzi di legno, pietre ecc.... Lui e gli altri ragazzi della famiglia
sono cresciuti sentendo i racconti della guerra dai loro genitori, nonni o
parenti. Una volta per esempio gli raccontarono che un suo zio quando finì la guerra nel 1945, dal
nord Italia dove aveva combattuto venne a Modica a piedi senza nessun mezzo
perché non aveva denaro sufficiente per pagarsi il viaggio, e quando arrivò era
distrutto per la fatica e la stanchezza del lungo viaggio ma contento perché finalmente riabbracciava la sua
famiglia. Mio nonno lavora da quando aveva 7-8 anni perché aiutava suo padre nei lavori quotidiani
nei campi: scavava, mungeva le mucche, dava da mangiare agli altri animali. Quando
era il periodo della mietitura del grano andava con lui e gli aiutava a
falciarlo, a distribuirlo in fasci per
poi portarlo nella trebbiatrice e ricavare il grano che a sua volta veniva
conservato in casa o portato al mulino. Quando incominciò a crescere portò
avanti l’attività del padre, la masseria ma poi vendette tutto e andò a fare il
bracciante agricolo fino all'età della pensione. Nella sua vita ha
fatto sempre tutto con impegno e responsabilità guadagnandosi sempre quello che gli bastava per
mantenere la famiglia e oggi si ritiene soddisfatto di tutti gli sforzi fatti.
Della sua vita non cambierebbe nulla perché è completamente soddisfatto di
quello che ha creato e ha avuto. La sua gioia più grande sono i figli che ha visto crescere negli anni sani e forti, la sua più grande
soddisfazione. “Adattarsi sempre ai cambiamenti – questa la sua ricetta per la
vita- questo ho fatto io per vivere sereno, senza rimpianti. Così ho affrontato
anche i problemi fisici che negli anni sono sopraggiunti.”.
Claudio Spadaro IVS2 |