L’unità
d’Italia è stata fatta, ma gli Italiani?
Nell’occasione dell’Unità
d’Italia Massimo D’Azeglio disse: ”Fatta l’Italia, facciamo anche gli
Italiani”.
Ma dopo oltre 150 anni, il
popolo italiano è ancora da fare? Questa domanda sorge spontanea nel momento in
cui vediamo alcune particolarità del nostro popolo. Gli Italiani non riescono a
sfruttare la bellezze di questo paese. Tutto il mondo ci invidia i musei, i monumenti
e le nostre tradizioni. Il classico italiano invece pensa solo a come fregare
il prossimo e a disinteressarsi di tutto e tutti.
Un altro aspetto negativo è
il senso di appartenenza. La maggior parte non si rende conto dell’importanza
di essere italiano, solamente in un’occasione si sentono fieri di esserlo
ovvero quando gioca la nazionale di calcio.
Il peggio è stato raggiunto
quando dovevamo andare a votare al referendum, ma non è andato quasi nessuno,
però a Leicester, in Inghilterra, in occasione del campionato vinto, sono
partite un sacco di persone dall’Italia con le proprie auto per raggiungere i
festeggiamenti in questa città. Poi ci lamentiamo quando andiamo all’estero e
veniamo presi in giro.
Forse bisogna iniziare a far
capire ai nostri giovani cosa vuol dire essere italiano, un valore che a causa
di chi ci rappresenta è ormai svanito.
Non solo, bisogna fargli scoprire la
bellezza dell’Italia che solo in pochi conoscono. La bellezza non dei soli
luoghi, ma della sua arte e della sua storia.
Vedendo invece chi ci rappresentava dovremmo
essere ancora più orgogliosi della nostra patria. Nonostante tutto dobbiamo
essere orgogliosi di portare avanti la nostra nazione che ci è stata affidata
dai nostri nonni che hanno fatto di tutto per renderla migliore.
Giorgio Gaber in una sua
canzone cantava: “Io non mi sento Italiano o per fortuna o purtroppo lo sono”.
Ripetiamo ogni giorno questa frase e rispondiamo col cuore,: nonostante tutto
dobbiamo esseri fieri di essere Italiani e continuare a credere e scommettere
in questa nostra patria.
Walter Tudisco IVS2