L'Isis
è diventata l’organizzazione terroristica più ricca e militarmente più
attrezzata a livello globale. Sin dall’inizio è stata finanziata con donazioni
dell'estremismo islamico; tuttavia, oggi tale quota appare significativamente
diminuita con la crescita dell’organizzazione e con la sua trasformazione in
entità statuale. Questo è accaduto grazie al controllo di una porzione di
territorio sempre più ampio; ed è da questo che i jihadisti riescono a ricavare
le entrate necessarie al finanziamento delle loro attività belliche.
Centinaia
di milioni di dollari sono ricavati dalla vendita illegale delle antichità
nazionali. E tra i principali acquirenti ci sarebbero gallerie d’arte di Stati
Uniti, Gran Bretagna e Svizzera, le quali per nascondere questa derivazione,
effettuano le acquisizioni attraverso una serie di acquirenti fittizi.
Altra
fondamentale fonte di finanziamento, utile anche per finalità politiche di
controllo e consenso nel territorio, è costituita dalla loro pressione
tributaria imposta con la forza. Si stimano ricavi di circa 8 milioni di
dollari al mese, 96 milioni in un anno. In questo capitolo di prevaricazione e
furto violento possiamo ricomprendere i saccheggi compiuti ai danni di privati
e istituzioni, con i quali gli estremisti islamici sono entrati in possesso di
centinaia di milioni di dollari depositati in banca e di altri beni preziosi,
in primis lingotti d'oro.
Ancora,
dai rapimenti degli stranieri, secondo le analisi del rapporto “Global
Terrorist Financing Threat”, hanno fruttato direttamente all’ISIS tra i 20 e 45
milioni di dollari. In questo senso vanno interpretate le spettacolari
dimostrazioni di crudeltà, come la realizzazioni di video in cui la vittima è
decapitata o arsa viva; non servono solo come manifestazione visibile di
ferocia e di propaganda politica, ma anche per condizionare le opinioni
pubbliche e i governi di paesi occidentali, così costretti a pagare i riscatti
pretesi.
Ma le
voci più importanti sono il traffico di droghe e di patrolio. Solo dall'eroina
si stimano 500 milioni di dollari all'anno per un commercio destinato ai
mercati di tutto il mondo. Questi proventi sarebbero destinati ad aumentare,
visto che i bombardamenti della coalizione hanno colpito le carovane e le
infrastrutture petrolifere spingendo i miliziani a diversificare le entrate
puntando sul traffico di stupefacenti.
Infine,
il petrolio rappresenta la principale fonte d’entrata. Estratto dai giacimenti
dei territori controllati in Siria e in Iraq, si è calcolato che fino almeno
fino ad oggi, visto il recente calo delle quotazioni internazionali, il suo
commercio ha prodotto all'organizzazione due milioni di dollari al giorno,
ossia oltre 700 milioni di dollari all'anno. Ma è evidente che non si tratti di
commercio legale, ma di un mero contrabbando di petrolio e suoi derivati. Il
punto principale è indagare e scoprire chi commerci il petrolio rubato
dall'Isis. Ma è chiaro ed inevitabile che ci siano paesi disposti a fare affari
con i terroristi. Alcuni analisti sostengono che il commercio di petrolio sia
attualmente gestito dagli stessi gruppi che se ne sono sempre occupati,
aiutando così il Califfato a trovare in
poco tempo tanti sbocchi per le proprie risorse. Ma sono anche tante le banche
che non si accorgono o, ancora peggio, chiudono un occhio sui movimenti di
contanti ordinati dai militanti.
Dunque,
ciò che appare chiaro e drammatico allo stesso tempo è che l'ISIS si
autofinanzia sfruttando le stesse debolezze di quel nemico occidentale che
ideologicamente dichiara di voler combattere, dato che proprio dal nemico
paradossalmente ricava le risorse finanziarie più cospicue; ma l'analisi fornisce
anche il sospetto che il denaro ed il controllo del territorio siano in realtà
l'unica vera finalità di questa violenza; che è tanto feroce da non essere
giustificata da qualsiasi ideologia o credenza religiosa, ma da essere spiegata
da un interesse capace di distruggere ogni forma di dignità e di rispetto per
la vita umana: il denaro. Per l'ISIS come per qualsiasi altra organizzazione
criminale.
Danila Baglieri, Aurora Canto, Debora Rizza, Giulia Rizza, Federica Quartarone IIA3
Articolo pubblicato sulla testa online "Ragusaoggi" per l’iniziativa "Sipario scuola 2016". Docente referente Prof. Dario Prestana