mercoledì 18 maggio 2016

Una visione lungimirante

Due facce della stessa medaglia: ambiente ed economia
Il clima mondiale sta variando e molte prove scientifiche dimostrano che la temperatura media globale è in continua crescita. I ghiacciai della Groenlandia si stanno sciogliendo a causa dell'aumento della temperatura e tutto ciò si può dimostrare mediante il Quinto rapporto di valutazione del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC).
Il riscaldamento globale è dovuto all'aumento dei gas serra emessi dall'attività umana. Le aziende influiscono sul cambiamento climatico mondiale a causa della loro continua emissione di CFC (cloro fuoro carburi) con gravi conseguenze. Piogge acide, effetto serra, buco dell'ozono sono solo esempi di queste gravi alterazioni.
Facendo riferimento a questi problemi, a Parigi si è tenuta una conferenza sul clima, durate la quale si è stabilito che dal 30 Novembre fino all'11 Dicembre del 2015 tutti i governi erano tenuti a sottoscrivere un accordo sulle politiche da intraprendere a livello globale per i successivi decenni, pe la diminuzione delle emissioni di gas serra.
Venticinque anni fa è stato fondato il gruppo di esperti intergovernativi per i cambiamenti climatici a cui è stato assegnato il premio Nobel per la pace nel 2010 per la loro svolta.
Il clima della Terra è in continuo aumento e tale soglia è stimata come un aumento di temperatura di due gradi al di sopra dei livelli pre-industriali; con questi calcoli ci stiamo dirigendo ad un aumento complessivo di circa cinque gradi. E lo scatenarsi dei conseguenziali e violenti fenomeni atmosferici ha già prodotto danni economici di valore incalcolabile.
Occorre, dunque, adeguare le industrie e le città, e di conseguenza le abitudini della società moderna; e questo comporterà ulteriori costi, che sicuramente non saranno indifferenti per l'economia globale.
Nonostante gli avvertimenti degli ultimi anni, il mondo continua a consumare combustibili fossili come se non ci fosse un futuro. La strategia dell'International Energy Agency (IEA) è quella di intimorire le grandi società che si dedicano all'estrazione di combustibili fossili, affermando che possono perdere migliaia di miliardi di dollari in investimenti che non si potranno rendere redditizzi, in quanto sempre più settori economici si allontanano dai combustibili fossili. Tale avvertimento sembra in realtà inutile, perchè c'è una tendezza al disinvestimento dal petrolio e dal carbone; e, in secondo luogo, perchè nessuno si è mai sganciato dall'utilizzo dei combustibili fossili, in quanto nessun'altra fonte d'energia ha le stesse proprietà positive: alta densità energetica, facilità nel trasporto e grande rendimento.
La domanda di combustibili fossili sta certamente crollando, ma non c'è niente che li sta sostituendo.
Ciò che è in corso è un enorme crisi economica di portata globale, con la Cina, la fabbrica del mondo, in testa alla contrazione della domanda; e il calo dei prezzi petroliferi ha creato spaccature e molti problemi. Il nostro mondo si sta destabilizzando politicamente, economicamente e climaticamente.
Adeguare ogni città a misura d'uomo e nel rispetto del clima comporta, senza ombra di dubbio, degli sforzi non indifferenti soprattutto dal punto di vista economico e civico.
Ogni cittadino del mondo è, nel suo piccolo, responsabile della conservazione dell'ambiente inteso come casa comune. Ma la sfida, a livello di politiche governative, è tutta ancora aperta. E molto deve essere ancora affrontato.

Letizia Aprile,Maria Teresa Tirella,Samuele Turlà IT1
Articolo pubblicato sulla testa online "Ragusaoggi" per l’iniziativa "Sipario scuola 2016". Docente referente Prof. Dario Prestana