Intervista
ai nonni
Non è stato semplice chiedere ai nostri nonni di parlare
della loro infanzia ma, una volta iniziata l’intervista, è stato bello
condividere insieme i ricordi della loro infanzia. L’intervista che abbiamo
fatto ai nostri nonni chiedeva loro il racconto delle tradizioni legate alla Festa
dei morti. Si è trattato di un momento di riflessione e confronto, che ci ha
permesso di confrontare la tradizionale Commemorazione dei defunti e le usanze
a questa legate e l’attuale Halloween.
1-Cosa
facevi per il giorno dei morti da piccolo?
Per la Commemorazione dei defunti, giorno 2 novembre,
c’erano delle usanze diverse da quelle attuali; infatti, intorno agni anni ’40
– ’50 in questo giorno si ricordavano i defunti più cari in questo modo: i
bambini, erano soliti riporre scarpe oppure il cosiddetto “panaru” (un cesto
rotondo fatto di canne) fuori dalla porta di casa e si pensava che durante la
notte venissero i defunti “a cavaddu ro sceccu” (a cavallo dell’asino) a
lasciare dei doni.
2-Che
tipo di regali ricevevi?
I doni più tradizionali erano: noci, fichi secchi,
melograno (detto “ranatu”), mele o castagne. In realtà, questo rituale non era
effettuato dai defunti ma dai nostri genitori. Il mattino presto, tutta la
famiglia, si recava al cimitero (usanza attuale) per donare ai defunti dei
bellissimi fiori. Al ritorno, le donne cucinavano, solitamente, la pasta al
sugo e le frittelle.
3-Come
vivevi questo giorno?
Questo giorno era ricordato come giorno di festa per
sentirsi più vicini ai cari defunti.
Il nonno mi ha detto che, secondo lui, attualmente, non
ci sono le stesse abitudini ma, nonostante questo, i defunti vengono comunque
ricordati in modo sacro con la visita al cimitero.