venerdì 3 novembre 2017

Ai nostri tempi…

Intervista ai nonni  

Non è stato semplice chiedere ai nostri nonni di parlare della loro infanzia ma, una volta iniziata l’intervista, è stato bello condividere insieme i ricordi della loro infanzia. L’intervista che abbiamo fatto ai nostri nonni chiedeva loro il racconto delle tradizioni legate alla Festa dei morti. Si è trattato di un momento di riflessione e confronto, che ci ha permesso di confrontare la tradizionale Commemorazione dei defunti e le usanze a questa legate e l’attuale Halloween.

1-Cosa facevi per il giorno dei morti da piccolo?
Per la Commemorazione dei defunti, giorno 2 novembre, c’erano delle usanze diverse da quelle attuali; infatti, intorno agni anni ’40 – ’50 in questo giorno si ricordavano i defunti più cari in questo modo: i bambini, erano soliti riporre scarpe oppure il cosiddetto “panaru” (un cesto rotondo fatto di canne) fuori dalla porta di casa e si pensava che durante la notte venissero i defunti “a cavaddu ro sceccu” (a cavallo dell’asino) a lasciare dei doni.
2-Che tipo di regali ricevevi?
I doni più tradizionali erano: noci, fichi secchi, melograno (detto “ranatu”), mele o castagne. In realtà, questo rituale non era effettuato dai defunti ma dai nostri genitori. Il mattino presto, tutta la famiglia, si recava al cimitero (usanza attuale) per donare ai defunti dei bellissimi fiori. Al ritorno, le donne cucinavano, solitamente, la pasta al sugo e le frittelle.
3-Come vivevi questo giorno?
Questo giorno era ricordato come giorno di festa per sentirsi più vicini ai cari defunti.

Il nonno mi ha detto che, secondo lui, attualmente, non ci sono le stesse abitudini ma, nonostante questo, i defunti vengono comunque ricordati in modo sacro con la visita al cimitero.

                                                                      Giannone Fabiola e Spadaro Sofia