mercoledì 28 marzo 2018

Quando il viaggio ci cambia dentro...

Il Treno della memoria raccontato dai ragazzi




Il Treno della memoria è stato uno dei percorsi più toccanti e indimenticabili fra quelli vissuti quest’anno da alcuni di noi e per questo motivo ci è sembrato giusto far conoscere alcune riflessioni fra quelle scaturite durante il viaggio e alcune foto che hanno immortalato sensazioni ed esperienze forti.

“Se comprendere è impossibile conoscere è necessario, così iniziamo il discorso….
Conoscere questa realtà non così tanto lontana, anzi vicinissima è stato veramente significativo per noi.. 
Toccare con mano la realtà di ciò che è stato, e che si spera non sarà più, ci ha lasciati allibiti.. Non ci sono parole per descrivere l’indescrivibile.. 
Fra le cose più strazianti che ci hanno toccato  sicuramente vi è la crudeltà con la quale degli esseri umani disumanizzavano altri esseri umani senza alcun pudore e alcuna vergogna. Le condizioni in cui vivevano i deportati, la scarsa igiene, la fame e il freddo che pativano, il duro lavoro e l’immensa debolezza spogliavano l’uomo delle proprie scelte, sicurezze, soprattutto della dignità e dei propri diritti.. 
Diritti che al giorno d’oggi sono inalienabili o quasi…. poiché sembra che, pian piano in altre forme e manifestazioni, si ripropongono situazioni simili. Cambiare il passato è impossibile, ma ricordarlo sarà fondamentale per un miglior futuro!”

Valeria Paolino 4t1

“Proviamo a pensare alla nostra vita quotidiana, alle nostre abitudini, alla nostra città, che da un momento all’altro scompaiono, tutto ciò potrebbe non sembrare reale ma è quello che è accaduto a Litice. I suoi abitanti distrutti dentro, come quella città ormai scomparsa. Di Litice non esiste più nulla, ma nonostante tutto questo non si è fermato niente e nessuno davanti alla distruzione e alla paura. Adesso è un grande parco, non ci sono più bambini che corrono, che giocano, che ridono, che piangono. Non ci sono più i rimproveri delle loro madri, non esistono più bambini che possono sognare ma solo degli occhi pietrificati e persi nel vuoto, c’è solo un silenzio assordante. L’unica cosa che rimane è solamente un monumento,  ma nonostante questo non dobbiamo mai dimenticarli, perché gli stessi occhi di quei bambini li ritroviamo negli occhi dei bambini che vediamo ogni giorno.”

 Corinne Minardo 4t1