Il
Treno della memoria è stato uno dei percorsi più toccanti e indimenticabili fra
quelli vissuti quest’anno da alcuni di noi e per questo motivo ci è sembrato
giusto far conoscere alcune riflessioni fra quelle scaturite durante il viaggio
e alcune foto che hanno immortalato sensazioni ed esperienze forti.
“Se
comprendere è impossibile conoscere è necessario, così iniziamo il discorso….
Conoscere
questa realtà non così tanto lontana, anzi vicinissima è stato veramente
significativo per noi..
Toccare con
mano la realtà di ciò che è stato, e che si spera non sarà più, ci ha lasciati
allibiti.. Non ci sono parole per descrivere l’indescrivibile..
Fra le cose
più strazianti che ci hanno toccato sicuramente vi è la crudeltà con la
quale degli esseri umani disumanizzavano altri esseri umani senza alcun pudore
e alcuna vergogna. Le condizioni in cui vivevano i deportati, la scarsa igiene,
la fame e il freddo che pativano, il duro lavoro e l’immensa debolezza
spogliavano l’uomo delle proprie scelte, sicurezze, soprattutto della dignità e
dei propri diritti..
Diritti che
al giorno d’oggi sono inalienabili o quasi…. poiché sembra che, pian piano in
altre forme e manifestazioni, si ripropongono situazioni simili. Cambiare il
passato è impossibile, ma ricordarlo sarà fondamentale per un miglior futuro!”
Valeria
Paolino 4t1
“Proviamo a
pensare alla nostra vita quotidiana, alle nostre abitudini, alla nostra città, che
da un momento all’altro scompaiono, tutto ciò potrebbe non sembrare reale ma è
quello che è accaduto a Litice. I suoi abitanti distrutti dentro, come quella
città ormai scomparsa. Di Litice non esiste più nulla, ma nonostante tutto
questo non si è fermato niente e nessuno davanti alla distruzione e alla paura.
Adesso è un grande parco, non ci sono più bambini che corrono, che giocano, che
ridono, che piangono. Non ci sono più i rimproveri delle loro madri, non
esistono più bambini che possono sognare ma solo degli occhi pietrificati e
persi nel vuoto, c’è solo un silenzio assordante. L’unica cosa che rimane è
solamente un monumento, ma nonostante questo non dobbiamo mai
dimenticarli, perché gli stessi occhi di quei bambini li ritroviamo negli occhi
dei bambini che vediamo ogni giorno.”
Corinne Minardo 4t1