lunedì 29 ottobre 2018

Calamità naturali o incuria dell’uomo?

26 Settembre 1902: la tragedia che colpì Modica

Immagine tratta dal sito web http://www.ragusaoggi.it/ 
Nelle ultime settimane a Modica e dintorni si sono verificate piogge intense che si sono trasformate in alluvioni e che sono probabilmente il frutto di cambiamenti climatici rilevanti; spesso le piogge sono rare, ma quando arrivano sono intense e qualche volta si trasformano in calamità naturali, che distruggono le strade e allagano interi quartieri. Ma sono veramente le calamità naturali o sono le scelte degli uomini che producono effetti devastanti?
Sicuramente i danni prodotti da tali piogge sono resi più gravi da alcune scelte dell’uomo come la deviazione dei corsi d’acqua, la desertificazione prodotta dall’incuria verso l’ambiente, la deforestazione che causa le erosioni e le frane, ma anche l’eccessiva cementificazione e l’urbanizzazione che riducono la permeabilità del terreno. Eventi simili non si verificano solo oggi, ma sono avvenuti anche nel passato, come la famosa alluvione della notte fra il venticinque e il ventisei Settembre 1902, quando a Modica si consumò una delle tragedie più immani che la nostra storia ricordi. Piovve per oltre ventiquattro ore e si riversò sulla città una quantità di acqua pari alla metà di quella che cade in un anno intero. Il venticinque Settembre, una pioggia abbondante devastò le campagne del modicano, distruggendone i raccolti, allagando i campi e le strade. I torrenti Pozzo dei Pruni e Jannimauro si ingrossarono a dismisura e le acque del Pozzo dei Pruni si unirono a quelle del Passo Gatta, Cava Fazio e della Vaccalina per riversarsi furiosamente sulla città alle spalle della Chiesa di Santa Maria di Betlemme con un fronte d'acqua di oltre undici metri di altezza a circa cinquanta Km/h. Il Ponte della Catena crollò senza resistenza, le case di abitazione furono ingoiate dal fiume in piena; la Chiesa di S. Maria si riempì di acqua e fango fino all'altezza di tre metri e cinquanta. Le colonne dei Ponti Pilera (gli attuali Ponti Pulera) si incrinarono e l'Atrio Comunale si riempì di acqua per un'altezza di tre metri. L’acqua continuò la sua devastazione riversandosi sulla Via Santa Marta (attuale via V. Veneto). Rimasero vittima di tale tragedia centododici vite umane mentre i danni alle costruzioni urbane e alle campagne furono incalcolabili. La notizia dell'alluvione venne diffusa sia dalle testate dei giornali nazionali (Corriere della sera, Stampa, L'illustrazione italiana, Giornale di Sicilia) sia da alcuni giornali stranieri e lasciò senza fiato l'intera nazione, che rimase attonita e commossa dinanzi alla sciagura di tali dimensioni. Si costituirono in tutte le regioni d'Italia comitati spontanei pro-Modica da Milano a Firenze, a Palermo che raccoglievano denaro e beni di prima necessità che potessero alleviare la sofferenza dei Modicani. Il famoso quartiere chiamato "Milano-Palermo", interamente ricostruito, nacque proprio grazie agli aiuti che le due città inviarono alla città di Modica. 

Andrea Azzarelli – classe 3CA1