Un’ora da prof…
Realizzato da Juri Macauda- classe 3T1 |
Giudicare è facile,
ma bisogna provare per capire cosa si prova quando ci si trova a fare un lavoro
o a vivere un’esperienza che spesso giudichiamo con tanta leggerezza.
Sono un’alunna della
4A1 e durante l’ora di religione della settimana appena trascorsa ho vissuto un’esperienza
singolare che ho il piacere di raccontare perché è stata molto utile.
L'insegnante ha
chiamato due miei compagni alla cattedra per invitarli a condurre la lezione e
scegliere gli argomenti da affrontare. Abbiamo iniziato la lezione affrontando
diversi argomenti, a partire dall’uso del cellulare in classe, al crocifisso
appeso in classe, alle varie religioni e problemi inerenti ai loro usi e
costumi. Riguardo al cellulare abbiamo discusso sul fatto che di norma non si
deve usare durante la lezione per rispetto, non solo dei professori che stanno
impiegando tempo ed energia a spiegarci i vari argomenti, ma anche nei confronti
dei nostri compagni che vorrebbero seguire la lezione ma non possono per i
continui richiami da parte dei docenti.
Sia gli argomenti
trattati, sia l’esperienza stessa di condurre la lezione, sono servite tanto perché
ci hanno fatto capire quanto è difficile il lavoro dell’insegnante.
Per l'argomento
crocifisso in classe abbiamo ipotizzato: se un ragazzo di un’altra religione
diversa dalla nostra venisse in classe e chiedesse di togliere il crocifisso,
noi cosa risponderemmo? Saremmo d'accordo a farlo togliere o cercheremmo di
discutere e fargli capire la nostra opinione? E se acconsentissimo a toglierlo,
quale sarebbe la nostra motivazione? Come ci sentiremmo interiormente facendo
togliere una cosa che ci appartiene, credenti o meno? E se invece ne parlassimo, cosa diremmo? Ci siamo chiesti se per esempio le persone che vengono da altri
paesi ci possono chiedere di cambiare le nostre abitudini e pretendere di non
cambiare le loro. Quindi perché dovremmo farlo noi? E che dire delle tradizioni
delle altre religioni, come per esempio i vari tipi di velo islamico, o anche il
Burqa che copre interamente il corpo? Se venissero in
Italia, cosa farebbero? Lo lascerebbero indossato per abitudine o per legame con
la loro tradizione e religione, oppure lo toglierebbero? Quali sono i loro
pensieri riguardo questo?
Sul finire dell’ora
abbiamo ottenuto un risultato, ovvero che innanzitutto fare l’insegnante è un
lavoro molto difficile, che richiede passione e, cosa più importante, la
capacità di saper ottenere un legame stretto con i propri alunni in modo da
riuscir a ottenere l’attenzione senza far distrarre nessuno o almeno la maggior
parte della classe. Inoltre gli atteggiamenti positivi e la vicinanza che
esprimono gli insegnanti nei confronti dei loro alunni nel piccolo mondo della
scuola possono essere esempio di valori aggiunti, quali la tolleranza e
l’accettazione delle diversità, che sono strumenti culturali indispensabili per
l’affermazione della libertà intesa come diritto, soprattutto in questo periodo
storico in cui tali valori, a volte, sembrano essere messi in discussione.
I due alunni che
hanno indossato i panni del prof hanno affermato che è stata una bella
esperienza perché hanno capito che il lavoro dell’insegnante è molto
impegnativo e difficile, dato che non è sempre facile trattare alcuni argomenti
che non sempre interessano tutti.
Eleonora Spadola -
classe 4A1