sabato 10 novembre 2018

E se ci mettessimo dall’altra parte della cattedra?


Un’ora da prof…

Realizzato da Juri Macauda- classe 3T1

Giudicare è facile, ma bisogna provare per capire cosa si prova quando ci si trova a fare un lavoro o a vivere un’esperienza che spesso giudichiamo con tanta leggerezza.
Sono un’alunna della 4A1 e durante l’ora di religione della settimana appena trascorsa ho vissuto un’esperienza singolare che ho il piacere di raccontare perché è stata molto utile.

L'insegnante ha chiamato due miei compagni alla cattedra per invitarli a condurre la lezione e scegliere gli argomenti da affrontare. Abbiamo iniziato la lezione affrontando diversi argomenti, a partire dall’uso del cellulare in classe, al crocifisso appeso in classe, alle varie religioni e problemi inerenti ai loro usi e costumi. Riguardo al cellulare abbiamo discusso sul fatto che di norma non si deve usare durante la lezione per rispetto, non solo dei professori che stanno impiegando tempo ed energia a spiegarci i vari argomenti, ma anche nei confronti dei nostri compagni che vorrebbero seguire la lezione ma non possono per i continui richiami da parte dei docenti.
Sia gli argomenti trattati, sia l’esperienza stessa di condurre la lezione, sono servite tanto perché ci hanno fatto capire quanto è difficile il lavoro dell’insegnante.
Per l'argomento crocifisso in classe abbiamo ipotizzato: se un ragazzo di un’altra religione diversa dalla nostra venisse in classe e chiedesse di togliere il crocifisso, noi cosa risponderemmo? Saremmo d'accordo a farlo togliere o cercheremmo di discutere e fargli capire la nostra opinione? E se acconsentissimo a toglierlo, quale sarebbe la nostra motivazione? Come ci sentiremmo interiormente facendo togliere una cosa che ci appartiene, credenti o meno? E se invece ne parlassimo, cosa diremmo? Ci siamo chiesti se per esempio le persone che vengono da altri paesi ci possono chiedere di cambiare le nostre abitudini e pretendere di non cambiare le loro. Quindi perché dovremmo farlo noi? E che dire delle tradizioni delle altre religioni, come per esempio i vari tipi di velo islamico, o anche il Burqa che copre interamente il corpo? Se venissero in Italia, cosa farebbero? Lo lascerebbero indossato per abitudine o per legame con la loro tradizione e religione, oppure lo toglierebbero? Quali sono i loro pensieri riguardo questo?
Sul finire dell’ora abbiamo ottenuto un risultato, ovvero che innanzitutto fare l’insegnante è un lavoro molto difficile, che richiede passione e, cosa più importante, la capacità di saper ottenere un legame stretto con i propri alunni in modo da riuscir a ottenere l’attenzione senza far distrarre nessuno o almeno la maggior parte della classe. Inoltre gli atteggiamenti positivi e la vicinanza che esprimono gli insegnanti nei confronti dei loro alunni nel piccolo mondo della scuola possono essere esempio di valori aggiunti, quali la tolleranza e l’accettazione delle diversità, che sono strumenti culturali indispensabili per l’affermazione della libertà intesa come diritto, soprattutto in questo periodo storico in cui tali valori, a volte, sembrano essere messi in discussione.
I due alunni che hanno indossato i panni del prof hanno affermato che è stata una bella esperienza perché hanno capito che il lavoro dell’insegnante è molto impegnativo e difficile, dato che non è sempre facile trattare alcuni argomenti che non sempre interessano tutti.

Eleonora Spadola - classe 4A1