Il
26 Gennaio nella Biblioteca del nostro Istituto abbiamo intervistato
una nostra compagna, Maria Virginia Consales, la quale la scorsa
settimana ha partecipato al Salone della Cultura di Milano per la
pubblicazione del suo libro “Crederci”.
Questo
libro è
una raccolta di poesie scritte in diversi periodi della sua
adolescenza e che lei ha deciso di racchiudere in un unico volume,
che tratta diverse tematiche. Ciò che ispira Maria Virginia, in arte
MaVir, non riguarda solo i problemi di noi adolescenti ma anche
tematiche di attualità, come per esempio recenti attentati, eventi
catastrofici come il Terremoto in Messico, la lotta alla Mafia, o
semplicemente i luoghi che lei frequenta maggiormente, come la scuola
che frequenta e la città in cui abita.
Relatrice
dell’incontro è stata la professoressa Claudia Vindigni che alla
presenza del Dirigente scolastico e delle classi 2A1 e 4 A2 ha
invitato la redazione di Eureka a intervistare MaVir.
La
prima cosa che ci ha incuriosito sfogliando il libro è stato il
motivo per cui inizia alcune frasi con quattro puntini oppure perché
usa le maiuscole anche non necessariamente dopo il punto, dove
solitamente la maiuscola non andrebbe usata.
La
sua risposta è stata una chiara manifestazione dell’originalità e
creatività di Maria Virginia, la quale ha risposto che usa quattro
puntini di sospensione perché due sono troppo pochi e tre sono
banali, mentre le maiuscole le usa per dare una certa importanza a
quella data parola.
Dopo
essersi presentata ed aver raccontato cosa l’ha spinta a scrivere e
poi pubblicare le sue opere, Maria Virginia ci ha parlato del suo
libro sottolineando l’importanza del titolo dell’opera
“Crederci”, nel senso che tutto inizia quando iniziamo a credere
in qualcosa che prima non riveste nessuna importanza e che piano
piano diventa parola, suono e assume una sua forma e un suo
significato. La nostra poetessa ci spiega nel suo libro il concetto
dell’incomprensibile, di ciò a cui il concetto allude e della
possibilità di renderlo o no definibile. Lei stessa sottolinea la
difficoltà della comprensione, del condividere l’intenzione ed
esalta, allo stesso tempo, l’impegno dell’individuo a rendere
soggettiva l’immaginazione del comprendere ciò che è
indescrivibile.
La
presenza di alcuni testi in lingua spagnola ci ha incuriosito e così
Maria Virginia ci ha anche raccontato della sua passione per lo
spagnolo, passione nata quasi per caso seguendo la serie tv
“Violetta”, e come da questa passione sia nata la voglia di
conoscere la lingua spagnola, che lei ha studiato da autodidatta.
All’incontro era presente anche la prof.ssa Milazzo, docente di
spagnolo, la quale ha letto e tradotto due poesie: All’Attentato
di Barcellona e El
TIC TAC del Corazon.
Una di queste, El TIC
TAC del Corazon, ci
fa capire che a lei basta anche un piccolo tic tac dell’orologio
per essere ispirata a scrivere ed esprimere qualcosa. Quindi il tic
tac dell’orologio che possiamo ascoltare solo quando intorno c’è
silenzio, ci permette di ascoltare il tic tac dentro il cuore, e così
possiamo ascoltare nel silenzio la nostra voce interiore. Perché la
poesia è la nostra voce interiore, quella che ascolti solo se vuoi
veramente ascoltarla.
Dalila
Renda classe 2 A1
Francesca
Minardo, Maria Chiara Lucifora, Giulia Iozzia classe 2T1
Vincenza Ilaria
Di Mari, Eleonora Giannì classe 1 A1