realizzato da Samuele Firera |
Con l’avvento e la nascita della rivoluzione industriale gli uomini
iniziano, pian piano, ad abbandonare le campagne e il loro mestiere di
agricoltori, per trasferirsi in città per prendere parte all’inizio del
progresso tecnologico e industriale. Ed è proprio dall’inizio di un’era di
progresso che, allo stesso tempo, si dà vita al più grande problema che abbia
mai interessato tutto il mondo: l’inquinamento terrestre. Nonostante l’uomo
abbia sempre sfruttato la natura per i propri bisogni, questo passaggio storico
è stato decisivo. Da quel momento inizia l’inquinamento atmosferico procurato
dai gas industriali e si pensa sempre più alla continuazione di questo
progresso trascurando il rapporto armonioso, ormai perso, con la natura. Col passare
degli anni il problema si è intensificato con il sorgere di molti altri
problemi quali deforestazione, effetto serra, eccessiva presenza di plastica
nei mari, ecc., alcuni di essi come conseguenza dello stesso inquinamento.
Tutti questi fattori ci hanno portato alla nostra situazione attuale:
<<Nel 2050 negli anni ci sarà più plastica che acqua e molte specie
animali scompariranno dalla terra>>. Questo è quello che molti scienziati
affermano e che la giovane portavoce, Greta Thunberg, ha diffuso e sta
diffondendo in tutti i paesi. Questo ci fa riflettere portandoci alla necessità
e al dovere di agire, non come è stato fatto in passato. È palese che la
conoscenza di questo problema c’è sempre stata ma è stata più che altro
ignorata. Un esempio sono le numerose segnalazioni da parte dei popoli come gli
Indios che hanno un particolare rapporto con la terra. Infatti, una delle prime
segnalazioni è stata fatta nel 1855 dal capo indiano Seattle al Presidente
degli Stati Uniti d’America Franklin Pierce: <<Se gli uomini sputano
sulla terra, sputano su sé stessi. […] la terra non appartiene all’uomo, bensì
è l’uomo che appartiene alla terra>>. Da queste poche parole scritte da
Seattle in una sua lettera, si evince quell’ormai perso valore del rispetto nei
confronti della natura. L’uomo si è fatto padrone di essa nonostante sappia
quanto sia superiore a noi ingenui uomini e donne. Tuttavia tutto ciò che
stiamo facendo nei suoi confronti si ritorcerà contro di noi. Per questo
bisogna attivarsi e smetterla di essere indifferenti! Gli uomini stanno vedendo
cadere il mondo a pezzi e non stanno facendo nulla per evitarlo. In questo modo
impediremo alle nuove generazioni di vedere tramonti come li abbiamo visti noi,
spiagge e mari di cui noi abbiamo potuto godere la bellezza e, oltretutto,
metteremo in pericolo la nostra salute e quella dei nostri figli. Abbiamo creduto alla fine del mondo
profetizzata da popoli esistiti secoli fa e non crediamo all’evidenza della
reale scomparsa dell’uomo sulla terra? Perciò agiamo e subito. “Eco not ego”,
cioè non pensare più a sé stessi ma contribuire a un mondo più ecologico: è
arrivata l’ora.
Samuele Firera - classe 4GR