lunedì 23 novembre 2020

Nick e Nevil, quando l’amicizia batte il virus

Correva la calda estate del 2010. Due giovani, Nicolas, o come lo chiamavano tutti Nick, e il suo grande amico Nevil erano pronti a trascorrerla insieme, come ogni anno nel migliore dei modi, dato che questa poteva essere l’ultima estate che avrebbero potuto passare insieme. Tutto incorniciato dai colori della loro piccola cittadina, di appena 5000 abitanti, Salty Springs.

Immagine tratta dal web
Nicolas Gray, tipico ragazzo cresciuto a pane e football, 1,85 m di muscoli, capelli rossi, ricercato da tutte le ragazze della scuola, aveva appena compiuto 19 anni ed era pronto a raggiungere il suo più grande obiettivo giovanile, quello che gli avrebbe concesso di diventare ciò che aveva sempre sognato. Ottenuta, grazie al football, la borsa di studio per il college, era pronto a lasciare Salty Springs e a trasferirsi nella grande Ridgeview, dove finalmente avrebbe studiato Medicina.
Nick, come spesso dicevano i suoi genitori, era un talento nelle materie scientifiche; dicevano che era davvero portato e che un giorno sarebbe diventato uno scienziato conosciuto in tutto il mondo.
Nevil Moore, migliore amico di Nick dai tempi dell’asilo, era il tipico ragazzo introverso e timido presente in qualsiasi scuola. All’età di 8 anni aveva perso i genitori a causa di un incidente stradale ed era stato affidato a una famiglia adottiva. Sicuramente tutti questi problemi l’avevano portato a interessarsi poco allo studio e ad allontanarsi dallo sport. È completamente l’opposto del suo migliore amico che, però, gli è stato sempre vicino.
Arrivò finalmente il momento della partenza di Nick e i due amici si salutarono.
Iniziato il college, Nick passava le sue giornate tra studio e tirocinio. Grazie alla sua motivazione nell’imparare nuove cose, aveva iniziato a ricevere gratificazioni e premi da parte dell’università e sicuramente tanta stima da parte degli insegnanti. Con il passare degli anni la laurea si avvicinava sempre di più. Il giovane non vedeva l’ora di mettere in pratica ciò che aveva imparato, unico scopo: salvare vite umane!
Contemporaneamente nella città natale, il suo amico Nevil sembrava proprio non aver messo la testa a posto. Svogliato e poco propenso al lavoro, trascorreva le sue giornate tra divertimenti vari (pub, sala giochi, bar) non rispettando quella famiglia che lo aveva accolto e accudito e che sognava per lui un futuro pieno di ogni bene. Il ragazzo, infatti, aveva iniziato a frequentare ambienti poco genuini. Scappato di casa più volte, si era ritrovato a commettere crimini di vario genere, quali furti e spaccio, qualora si presentasse la possibilità di racimolare qualche soldo in modo non onesto. Ma si sa, in una città piccola, com’era Salty Springs, non era difficile la diffusione delle notizie. Presto tutti si fecero un’idea ben precisa del ragazzo, compresa la famiglia, che ormai sfinita decise di allontanarlo.
Erano già passati diversi anni dall’ultima volta che i due amici si erano visti. Nessuno avrebbe mai pensato che due vite completamente opposte, come le loro, si sarebbero potute ricongiungere proprio nella primavera che stava per arrivare.
Come ogni Capodanno che si rispetti, il desiderio più espresso è sicuramente quello che il nuovo sia un anno pieno di gioia, felicità e salute. Anche quello per il 2020 prometteva di essere lo stesso, ma nessuno sapeva che proprio in quell’anno appena cominciato ci sarebbero state tante difficoltà.
Per il giovane Nicolas le prime gioie del nuovo anno erano appena arrivate. La laurea a pieni voti tanto desiderata, la conquista di un posto di lavoro in una clinica di ricerca nella metropoli di Ridgeview, il raggiungimento di un sogno a lungo rincorso. Niente e nessuno avrebbe potuto fermare la sua carriera. Come se non bastasse, da tempo frequentava una ragazza, conosciuta all’università, la bella Veronica. Entrambi sognavano di sposarsi e mettere su famiglia. Niente sembrava poter rovinare quel momento.
Una mattina di marzo, prima di andare al lavoro come abitudine, Nick chiamò i genitori per augurare loro una buona giornata. Ma quel giorno la voce della madre non prometteva nulla di buono. La donna, infatti, con voce tremolante comunicò al figlio la morte dei nonni. Non l’avevano avvisato prima perché, conoscendolo, si sarebbe precipitato a casa, e non volevano metterlo in pericolo anche perché le cause di questa morte non erano ancora chiare. Allora Nick, sconvolto per la notizia, cominciò a fare tantissime domande: com’era successo, cosa avevano avuto i suoi nonni, chi era con loro, chi li aveva visitati…
Preso il primo biglietto dell’aereo, il giovane medico ritornò nella sua piccola città. Il volo sembrò durare un’eternità, forse a causa dell’ansia, dei pensieri o per la voglia di riabbracciare e consolare i propri genitori. Già in aeroporto qualcosa di strano si avvertiva nell’aria, molta gente parlava di strane morti, ognuno raccontava di decessi all’interno della propria famiglia. Cosa stava succedendo?
Arrivato finalmente a casa, Nick trovò i genitori, affranti, ad aspettarlo. Tra le lacrime, raccontarono al figlio che giravano voci su una presunta sostanza che, entrando in contatto con le persone magari già abbastanza malate, poteva condurre alla morte. La gente, impaurita, aveva deciso di rinchiudersi in casa per evitare il contagio.
Nick, allora, si recò in ospedale e cercò di parlare con qualche medico che poteva dargli qualche informazione in più. Tutto sembrava essere top secret, tutti diffidavano gli uni degli altri, solo il nome della sostanza era ormai conosciuto: COVID-19 - sostanza letale.
Immagine tratta dal web
Presentandosi ai colleghi e sicuro delle sue conoscenze in materia medica, smise i panni del ragazzo che aveva lasciato il paese e vestì quelli da ricercatore. Intanto nei corridoi dell’ospedale continuavano ad arrivare i contaminati. Tra barelle, respiratori, infermieri indaffarati e tanta paura, Nick sotto una delle mascherine riconobbe il suo vecchio amico, Nevil. Era molto pallido, grondante di sudore, completamente disidratato e si poteva intuire che di lì a poco non ce l’avrebbe fatta. Nevil era esattamente un soggetto a rischio a causa delle sue condizioni fisiche. Denutrito e sporco, non avrebbe potuto evitare la contaminazione. Nick, infatti, tra le notizie a disposizione dei sanitari e le storie riportate dai pazienti, aveva capito che per uno stupido e macabro gioco, un gruppo di pseudo scienziati, amanti delle innovazioni in materia di nuove droghe da provare, aveva creato in laboratorio una sostanza pulviscolosa che stava contaminando tutta la città. Per questo motivo la parola d’ordine era “non uscire di casa”. La sostanza si diffondeva nell’aria con estrema velocità e non sarebbe stato facile debellarla. Ma il giovane, fermandosi a riflettere sulla situazione e sul rischio a cui andava incontro l’intera città, compresi i suoi genitori e il sofferente Nevil, non esitò a mettersi al microscopio per studiare questo mostro. Si mise in contatto con i suoi insegnanti, mise a disposizione tutto il suo sapere e quello di menti eccelse che anni prima lo avevano coinvolto in studi molto simili, ma solo a scopo informativo e di studio, mentre ora si faceva sul serio.
Passavano i giorni e le notti, Nevil intanto peggiorava. A un tratto da una stanza in fondo al corridoio del piccolo ospedale di Salty Springs, si levò un grido. In principio si pensò a un grido di dolore di qualche paziente ma, invece, era Nick, che uscì dalla stanza con uno strano foglio in mano, pieno di formule e calcoli che lo avevano tenuto sveglio tutta la notte. Corse verso la farmacia dell’ospedale, dove venivano prodotti dei farmaci sul posto. Da lì doveva uscire l’antidoto con la formula che Nick aveva inventato. La speranza era che, attraverso questo, si riuscisse a guarire i contaminati. Prima, però, bisognava testarlo. I grandi scienziati che Nick aveva contattato, non avendo tempo di testare l’antidoto sugli animali, gli proposero di trovare un paziente zero da trattare, qualcuno da salvare in extremis, qualcuno che aveva poche possibilità di svegliarsi da quel torpore al quale il COVID-19 costringeva i contaminati. Nick non ci pensò due volte: voleva e doveva salvare Nevil, e ci sarebbe riuscito.  Il suo amico non poteva morire!
L’antidoto fu prodotto e inserito in una siringa, nella speranza che sarebbe andato tutto a buon fine. Nick indossò tuta, camice, mascherina ed entrò nella stanza dell’amico. Se il preparato avesse funzionato, si sarebbero visti subito i primi effetti positivi, Nevil avrebbe ripreso conoscenza in poche ore e, poco dopo, avrebbero ripreso a funzionare tutte le funzioni vitali del suo corpo. Nick stesso fece l’iniezione al ragazzo e poi stette lì ad osservarlo. Passarono diverse ore, poi finalmente i primi effetti positivi iniziarono a comparire! Non sembrava vero che un ragazzo appena laureato avesse potuto trovare la soluzione a questo grande problema.
Nevil aprì gli occhi, i suoi parametri vitali pian piano si stabilizzarono e, dopo poco, iniziò a pronunciare le prime parole, ma si rivolse a Nick non riconoscendolo. Nick allora si fece riconoscere dall’amico, gli parlò e lo rassicurò. Si fece promettere che quando tutto sarebbe finito, avrebbero fatto una grande discussione per recuperare il tempo perso. Nicolas voleva indietro l’amico di un tempo, quel bravo ragazzo che aveva lasciato, e non quello che aveva ritrovato su una barella morente. Si fece promettere dall’amico che, una volta guarito e recuperate tutte le forze, sarebbe andato a trovarlo a Ridgeview.
Nick, al momento della laurea, aveva giurato di salvare vite e in quell’occasione non solo era riuscito nel suo intento ma aveva salvato la vita al suo grande amico. Dopo aver comunicato allo staff medico dell’ospedale della sua città che il preparato funzionava e che doveva essere iniettato prima agli ammalati e poi al resto della popolazione, ripartì fiero di aver vinto quella battaglia. Ridgeview e la sua amata Veronica l’aspettavano. 
Il COVID-19 era stato finalmente sconfitto e per i suoi concittadini Nick era diventato un EROE.

 
Giuseppe Fede – Classe 4^ CA1