2020: un anno da dimenticare
Caro amico ti scrivo, così mi
distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più
forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa
novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
Finalmente anche quest’anno volge al termine. È stato
un anno anomalo e difficile per tutti ed è sicuramente da dimenticare.
Come tutti sappiamo, dal 4 marzo la nostra vita non è stata
più la stessa a causa del Covid-19 che ha portato tanto dolore e tristezza e che
si è portato via anche troppe persone, in alcuni casi giovani, in altri un po'
meno, ma pur sempre persone. Questo virus ci ha tolto tante cose o forse quasi
tutto, però, ci ha fatto apprezzare ancora di più ciò che abbiamo e ciò che ci
è mancato: ci ha fatto apprezzare il piacere di stare in famiglia, ci ha fatto
capire quanto importanti siano i nostri parenti, ci ha fatto apprezzare quella
libertà, che per qualche mese ci è mancata, e che ancora oggi non abbiamo
riacquistato del tutto, ci ha fatto apprezzare la presenza della scuola, dei
nostri amici, dei nostri compagni e perfino dei nostri insegnanti.
Ci ha concesso del tempo per noi stessi, nonostante
facessimo didattica a distanza, ci ha concesso del tempo per riflettere e per
comprendere ciò che non avevamo capito in passato e che forse mai avremmo
capito. Ma il Covid-19 ci ha anche concesso una musica che di solito non riusciamo
ad ascoltare perché siamo tutti troppo presi dai nostri impegni, dalla fretta e
dalla frenesia di ogni giorno. Questo virus ci ha concesso il silenzio. Secondo
me anche il silenzio è musica e questa ci porta a meditare, a riflettere e ci
insegna che a volte dovremmo fermarci per ritrovare noi stessi.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una
trasformazione
e tutti quanti
stiamo già aspettando…
Il 2020 è sicuramente stato un anno tragico, pieno di
morte e desolazione, pieno di divieti, ma si chiude con qualcosa che ci dà una speranza,
quella di poter tornare presto alla vita di tutti i giorni. Quest’anno si
chiude con un vaccino contro il Covid-19. Io vedo questo vaccino come uno
spiraglio di luce, una luce che si riaccende dopo un anno di buio pesto, come la
speranza di riacquistare presto la libertà, di poter recuperare il tempo perso
con i nostri parenti, soprattutto con i nostri nonni, facendo però sempre
attenzione perché sono persone fragili.
Spero che con questo vaccino potremo tornare a goderci
la nostra vita, quella vita che si è fermata il 4 marzo: quella vita frenetica
che tanto ci manca.
Questo virus mi ha insegnato tanto, anche se ha
lasciato dei segni, forse indelebili. Mi ha insegnato che nella vita niente è scontato e
nulla è eterno, che bisogna dare un peso alle cose e alle persone, che tutto
può svanire in un secondo e, soprattutto, che la felicità sta nelle piccole
azioni, in ciò che dai e non in ciò che ricevi.
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando, è questa la novità.
L’anno che verrà, Lucio Dalla
Alessia
Antoci - Classe 4^ S1