lunedì 25 gennaio 2021

Può essere utile a tutti sapere che…

Incontro con la dottoressa Viola Candiano

 


Immagine tratta dalla pagina Facebook
Sportello antiviolenza "Fuori dall'ombra" Modica
Giorno 3 dicembre 2020, insieme alla professoressa Girgenti con la quale in una precedente video lezione sulla ricorrenza del 25 novembre avevamo preparato l’incontro, abbiamo formulato delle domande sull’argomento della violenza sulle donne alla psicologa dott.ssa Viola Candiano, operatrice dello sportello antiviolenza sulle donne di Modica “Fuori dall’ombra”. Dopo l’iniziale presentazione la dott.ssa è stata gentilissima nel rispondere alle nostre domande su questo particolare e difficile tema.
Che ruolo svolge esattamente all’interno di questo sportello antiviolenza sulle donne?
Il mio lavoro consiste nel capire il livello di drammaticità della situazione vissuta dalla donna, quindi, approfondire la violenza che la donna che chiede aiuto ha subito, i tipi di violenza che le sono stati imposti e con che frequenza li abbia subiti.
Come si fa a entrare a far parte di questo sportello?
Tutti possono entrare a farne parte, a patto però di aver frequentato un corso per diventare operatrice, in quanto questo è imposto dallo Stato.
Qual è la realtà di Modica e come si presenta?
La nostra è una realtà sommersa, in quanto proporzionalmente ai territori e alla popolazione di cui si occupa lo sportello (anche Pozzallo, Scicli…) ci sono numerosi casi riguardanti tutti i tipi di donne, da quelle appartenenti ai ceti sociali più alti fino a quelle appartenenti ai ceti sociali medi. Vengono subite violenze sia fisiche che economiche o psicologiche. Le donne sono molto più propense a chiedere aiuto oggi rispetto agli anni precedenti, infatti, prima avevano paura di essere viste allo sportello, però, grazie anche alle forze dell’ordine e ai dottori, le donne oggi hanno un po’ di coraggio in più.
Qual è la differenza tra il termine psichico e psicologico?
Il termine psichico riguarda proprio i meccanismi mentali, mentre il termine psicologico abbraccia una sfera più ampia del termine e, quindi, si riferisce anche all’aspetto cognitivo e relazionale.
Quali sono i casi più frequenti di violenza?
È molto frequente la violenza psicologica, infatti, alla base di una violenza fisica c’è sempre quella mentale. Nessuno deve permettersi di mancarci di rispetto anche con semplici frasi quali “non sei capace di fare niente”, anche perché si può benissimo imparare. Un altro tipo di violenza è quella economica che si ha quando la donna si trova ad essere dipendente dall’uomo e a non poter lavorare perché l’uomo non è d’accordo; si tratta, quindi, di una sorta di violenza familiare. Quest’ultimo tipo di violenza va di pari passo ovviamente con quella psicologica.
C’è un’età in cui la violenza è più frequente?
Rispondo con dei veri e propri dati statistici. Sono state fatte delle medie tra le donne che si presentano allo sportello e quelle che non lo fanno, dai 15 ai 70 anni, e si è scoperto che la maggiore violenza sulle donne è compresa tra i 30 e i 45 anni.
Cosa ne pensa del maschicidio?
In generale, può capitare che una donna uccida un uomo, la maggior parte delle volte spinta dagli stessi motivi degli uomini nei femminicidi. Per esempio il caso del modicano Peppe Lucifora, ucciso molto probabilmente da un suo amante nel novembre del 2019, può essere quasi definito come un femminicidio ma al maschile.
Ci parli dello stalking.
Lo stalking consiste in dei comportamenti ripetitivi che tendono a tenere sotto controllo una persona; la difficoltà nel riconoscerlo è quella di distinguerlo dalle molestie. Nello stalking la vittima viene messa in una condizione di ansia perenne. Questo comportamento generalmente si ha da un ex fidanzato o ex marito, o da un individuo che non ha nessun legame con la vittima e che, quindi, sceglie il bersaglio in base a un comportamento o al colore dei capelli. La vittima di stalking si distingue da quella che subisce molestie in quanto ha sempre paura di uscire e si guarda sempre attorno per paura di ritrovarsi lo stalker dietro, come per esempio è accaduto a una ragazza che, dopo essersi lasciata con il suo fidanzato, è stata soggetta a stalking proprio da parte di quest’ultimo che le inviava messaggi, come “hai lasciato il finestrino aperto”, che la mettevano sempre in uno stato di allerta e tensione continua.
Qual è stato il caso più eclatante da lei finora affrontato?
Quello di una donna che da poco ha lasciato il suo ex marito dopo circa 25 anni di violenze. La signora è arrivata allo sportello ed è stata all’inizio identificata come eventuale vittima di violenza economica, in quanto il marito voleva farle contrarre dei debiti per incastrarla e per non farla allontanare da lui. La forza della donna è stata la figlia, infatti, ha chiuso con il marito proprio quando la figlia si è diplomata.
A chi si deve rivolgere una donna soggetta a violenza e come si deve muovere se ha bisogno di aiuto?
In casi di emergenza bisogna chiamare sempre le forze dell’ordine, quindi il 112 o il 113, mentre in caso di minore necessità, o comunque non immediata, ci si può rivolgere allo sportello antiviolenza o recandosi lì o scrivendo e chiamando. Il numero di telefono dello sportello si trova anche sui social network. A causa della diffusione del Covid-19 e, quindi, dell’impossibilità di potersi recare allo sportello per avere l’aiuto delle operatrici, abbiamo creato uno sportello online; due volte a settimana, il lunedì dalle 11 alle 12 e il giovedì dalle 17 alle 18, delle operatrici a turno sono disponibili su Facebook (sulla pagina Sportello antiviolenza “Fuori dall’ombra” Modica) per chattare con chi ha bisogno del nostro aiuto, oppure siamo disponibili anche su Skype o tramite l’email sportellofuoridallombra@gmail.com per fissare un appuntamento.
Lo sportello antiviolenza collabora con il pronto soccorso dell’ospedale di Modica?
Sì, le operatrici collaborano con il primario del pronto soccorso di Modica, il dottore Polara. Molte volte, infatti, è direttamente il pronto soccorso a chiamare lo sportello in caso di necessario allontanamento della donna dal nucleo familiare per spostarla in una casa-rifugio lontana il più possibile dalla sua abitazione. Queste case-rifugio sono presenti anche nella nostra provincia.
Dal punto di vista legale, c’è una collaborazione con i tribunali?
Sì, soprattutto con il tribunale dei minori che, in caso di allontanamento di una madre, collabora immediatamente cercando una soluzione che faccia stare bene sia la donna sia i minori in questione.
Come si comporta l’uomo che scopre che la propria donna si è recata allo sportello? Ci possono essere ritorsioni anche contro le operatrici del centro?
Per quanto mi riguarda, raramente ho paura quando arrivano delle donne allo sportello, e questo anche perché quando mariti o compagni delle donne vengono a parlare con le operatrici sono sempre riuscita a gestirli bene e a risolvere la situazione senza danneggiare ulteriormente la condizione della donna. Una volta, però, in un primo incontro con una donna, mi sono resa conto che il marito, quindi il maltrattante, era davvero un uomo violento, una persona che più volte aveva utilizzato le percosse fisiche anche mandando la moglie all’ospedale. A un certo punto, alla donna squilla il telefono, era una videochiamata da parte del marito fatta per averla sempre sotto controllo. La donna è andata subito in panico e, in quel momento, anch’io ho provato timore per lei perché aprendo la videochiamata l’uomo avrebbe subito capito che la moglie non era a casa. Sia io che le altre operatrici allora le abbiamo consigliato di spegnere la connessione dati e di recarsi subito a casa. Il marito, dopo essersi accorto che la moglie aveva rifiutato le sue chiamate ripetutamente, è andato subito a casa e la moglie è riuscita fortunatamente a gestire la situazione nel migliore dei modi, non mentendo al marito ma dicendogli la verità, cioè che si era recata da una psicologa per riuscire a gestire i problemi della coppia. La situazione non è degenerata, ma in quell’occasione ho temuto davvero che la donna potesse subire altre percosse violente. 
L’intervista si è conclusa con i nostri ringraziamenti alla dottoressa per aver messo a disposizione il suo tempo e per aver risposto alle nostre domande. Secondo noi è giusto essere ben informate su argomenti così difficili per saper cogliere determinate situazioni e atteggiamenti e sapere cosa fare in caso di necessità e di bisogno di aiuto.


Alice Caccamo – Classe 3^ T1