venerdì 12 febbraio 2021

10 febbraio, Giorno del Ricordo

Per non dimenticare: i massacri delle foibe

 


Immagine tratta dal web
Ogni 10 febbraio di ogni anno si ricordano i massacri delle foibe avvenute  dal 1943 al 1945.Sappiamo bene che la "storia scolastica" ci insegna da sempre l'eccidio nazista che avvenne durante la II Guerra Mondiale, è giusto che ciò venga ricordato, ma non possiamo dimenticare che in quegli anni anche il governo comunista di Tito ha commesso le sue atrocità.
Dal 1943 al 1945 il popolo del Friuli Venezia Giulia, Quarnaro e della Dalmazia, hanno dovuto subire anch'essi delle atrocità.
Per sommi capi vi spiego in che cosa consistevano le cosiddette foibe:
sappiamo che quei territori sono territori montuosi, la natura a causa della scissione tettonica delle placche ha da sempre creato delle voragini naturali, in quei macabri anni queste voragini venivano usate per gettarvi intere famiglie innocenti.
Di seguito vi riporto la testimonianza di Giovanni Radeticchio sopravvissuto a codeste atrocità:
"Ad un certo momento della notte vennero a prelevarci uno ad uno per portarci nella camera delle torture. Ero l'ultimo ad essere martoriato: udivo i colpi che davano ai miei compagni di sventura e le urla di strazio di questi ultimi. Venne il mio turno: mi spogliarono, rinforzarono la legatura ai polsi e poi, giù botte da orbi. Cinque manigoldi contro di me, inerme e legato, fra questi una femmina. Uno mi dava pedate, un secondo mi picchiava col filo di ferro attorcigliato, un terzo con un pezzo di legno, un quarto con pugni, la femmina mi picchiava con una cinghia di cuoio.
Prima dell'alba mi legarono con le mani dietro la schiena ed in fila indiana, assieme a Carlo Radolovich di Marzana, Natale Mazzucca da Pinesi (Marzana), Felice Cossi da Sisano, Graziano Udovisi da Pola, Giuseppe Sabatti da Visinada, mi condussero fino all'imboccatura della Foiba. Per strada ci picchiavano col calcio e colla canna del moschetto. Arrivati al posto del supplizio ci levarono quanto loro sembrava ancora utile. A me levarono le calze (le scarpe me le avevano già prese un paio di giorni prima), il fazzoletto da naso e la cinghia dei pantaloni. Mi appesero un grosso sasso, del peso di circa dieci chilogrammi, per mezzo di filo di ferro ai polsi già legati con altro filo di ferro e mi costrinsero ad andare da solo dietro Lidovisi, già sceso nella Foiba. Dopo qualche istante mi spararono qualche colpo di moschetto. Dio volle che colpissero il filo di ferro che fece cadere il sasso. Così caddi illeso nell'acqua della Foiba. Nuotando, con le mani legate dietro la schiena, ho potuto arenarmi. Intanto continuavano a cadere gli altri miei compagni e dietro ad ognuno sparavano colpi di mitra. Dopo l'ultima vittima, gettarono una bomba a mano per finirci tutti. Costernato dal dolore non reggevo più." Inoltre, NON POSSIAMO DIMENTICARE che da queste atrocità non "risparmiavano" neanche i diversamente abili.
Ricordiamoci che anche la cosiddetta "storia minore" ha la propria importanza, e non possiamo "ometterla" per propaganda politica e far studiare soltanto l'eccidio nazista solo perché è stato causato da Hitler e Mussolini da sempre definito il "male peggiore". Come possiamo leggere sono esistiti anche gli eccidi "comunisti" e vanno messi sullo stesso piano di quelli nazisti.


Nele Vernuccio