Lettere d’amore dal passato
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Le foto sono di Marta Linguanti |
La storia che stiamo per raccontarvi testimonia che nella Sicilia di sessant’anni fa una ragazza non era molto libera di innamorarsi. La redazione di
“Eureka” ha avuto il piacere di avere tra le mani e di leggere alcune lettere
di una giovane donna di nome Lidia, la nonna materna della nostra professoressa
Marta Linguanti, molto innamorata del suo Francesco e in lotta con un padre che
non approva affatto questo amore. Nonostante queste premesse poco positive, questa è una storia a lieto fine: Lidia e Francesco si sono sposati e hanno avuto due figli. Il padre di Lidia, però, non ha mai accettato il genero, infatti è stata accompagnata all’altare da un suo zio. Dopo circa sei/sette anni dal matrimonio, il padre di Lidia è morto e da allora sua madre ha iniziato ad accettare Francesco come genero. Abbiamo trascritto una lettera di Lidia e un biglietto di Francesco rispettando il più possibile il testo originale, correggendo qua e là qualche svista e aggiungendo la punteggiatura dove necessaria e mettendo tra virgolette alcune espressioni dialettali che ci è sembrato giusto lasciare così come sono. Adesso però diamo voce ai due innamorati che, ne siamo sicure, vi emozioneranno con le loro parole semplici ma piene di amore. Buona lettura!
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Scicli 28.[11].1961
Caro Francesco ti
scrivo questa lettera per farti sapere che mio padre “ha fatto fuoco”; ora mia
madre è all’ospedale, ricoverata, perché ha il cuore che non le batte bene
perché mio padre ci ha fatto “scantari” e mi ha detto che mi deve tagliare il
collo. Ora mia madre è all’ospedale e io sono restata sola con mia sorella sai,
e perciò mia zia Ciccia, che ha saputo che mio padre mi doveva dare bastonate,
mi ha preso e mia ha portato a casa sua. Ora, quando io me ne sono andata con
mia zia Ciccia ho preso la chiave, quella piccola, perché di giorno stavo nella
mia casa e di notte mi faceva compagnia la mia zia. Invece, sai che cosa ha fatto
mio padre: “ha fermato” con la chiave, quella grande, e mi ha lasciato fuori e
ora me ne devo andare con la mia zia Paolina in campagna; me l’ha detto tua
madre che sa questo fatto. Sai come debbo fare con un disgraziato padre, sai io
“mi scanto” di mio padre e mia madre pure.
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Ora parliamo con don Ciccio e
vedremo cosa può fare e come dobbiamo fare; però don Ciccio ha detto a mio
padre: <<Non vinci sai!>> Gliel’ha detto domenica e pure lunedì
sera don Ciccio gli ha detto: <<Sono pronto a dare i soldi e tua figlia
sposa.>> Sai, mio padre è morto dalla rabbia che noi facciamo tutto senza
di lui. Caro Francesco, ma
alla volontà di Dio, appena vieni aggiustiamo tutto. Don Ciccio è pronto a
darmi i soldi e facciamo tutto; don Ciccio ha un forte impegno con noi due. Mio
padre deve restare come un cretino. Ora finisco di scrivere con la penna e non
col cuore, la tua fidanzata Lidia che sempre ti pensa. Avrei il desiderio di
vederti e parlarti, che tu mi dessi un conforto. Ciao ciao ciao, la tua Lidia che
ti ama con tutto il cuore; ti penso ogni minuto che passa Francesco. Sai a tua
madre ho fatto sapere che mio padre ha fatto questo, e ha detto: <<Ora
vedremo, quando viene mio figlio aggiustiamo tutto.>> Però a me ha detto
che me ne devo andare nella mia zia Paolina e poi tu puoi venire alla scala,
perché mia zia Paolina vuole sai. Io spero di venire presto la domenica quanto
ti vedo. Sai Francesco, tua madre è venuta due volte nella casa di mia zia
Ciccia e abbiamo parlato sempre di questo fatto e tua nonna mi ha detto:
<<Tu, quando mio nipote ti voleva [come fidanzata], gli dovevi dire: - Mio
padre “viri che è tuortu”.>> E perciò mio nipote non sarebbe in tutte
queste cose. - Sai, io mi sono messa a
piangere perché tua nonna mi ha rimproverata; ma, alla volontà di Dio, io non
ci faccio caso, vuol dire che deve andare così. Ora ti abbraccio e ti bacio con
tutto il cuore.
La tua Lidia
Cara Lidia, non so
proprio come fare per parlarti un po’ a lungo, ché ho tante cose da dirti ma
non so come. Ieri sera sono stato sotto gli alberi dalle 8,30 fino alle 9,45 e
sono andato a casa un po’ arrabbiato perché so io come faccio a darti un po’ di
conforto e tu a me. Lidia io ti amo e non posso restare più senza che ti vedo
un giorno. Sai che sono dimagrito 3 chili da quando siamo innamorati; Lidia,
soffro di amore. Tu forse no, ma io invece sì. Lidia non posso dimenticare i
tuoi baci; sì che non li hai voluti veramente perché sempre ti chiudevi i denti
e ti giravi la faccia e poi ti asciugavi le labbra. Mi è sembrato un po’ male,
ma pazienza ti devi abituare se mi ami veramente. Tu sei il mio vero amore. Ciao
tesoro mio e speriamo che al più presto non abbracceremo più i cuscini ma ci
abbracceremo noi. Ciao Amore.
Diletta Civello e Virginia Modica – Classe 4^ GR1